ban
Quando bannare è un reato.
Vincenzo Gramuglia su mondoinformatico, 22\05\2015, h. 11.01.

Bannare un utente da un forum o una chat può costituire reato se
l?esclusione non è giustificata da un comportamento scorretto, ma
rappresenta un vero e proprio atto di bullismo.
Se sei stato ?bannato? (escluso, scacciato) da un forum o una chat senza
motivazioni e solo per scopi di ritorsione, discriminatori o comunque
scorretti, potresti essere vittima di un reato e, in determinate
condizioni, potresti sporgere querela.
 Ma procediamo con ordine.
Il ban è uno strumento indispensabile per garantire il rispetto delle
regole di comportamento imposte nei luoghi di discussione e
socializzazione online, ma può essere utilizzato anche per scopi
illeciti e così sconfinare nella commissione di un reato.
Il verbo bannare, di origine inglese, è un vocabolo di uso comune ormai
da diverso tempo.
Infatti sin dalla primissima diffusione dei forum di discussione, delle
chat e di altri luoghi di socializzazione e discussione online, gli
amministratori hanno avuto bisogno di uno strumento che permettesse di
allontanare chiunque non rispettasse la netiquette, cioè le regole di
comportamento imposte agli utenti per usufruire del servizio.
Con la rapida diffusione dei social network, il ban è diventato un
temutissimo strumento di polizia virtuale, attraverso il quale gli
amministratori possono allontanare immediatamente gli utenti che non
rispettano le norme di comportamento o che commettono addirittura illeciti.
Tuttavia, insieme agli amministratori professionisti, la Rete è popolata
da migliaia di utenti che gestiscono chat, forum, mailing-list o gruppi
attivi all?interno dei social network più diffusi, e che possono
liberamente utilizzare lo strumento del ban per scopi che non sempre
coincidono con l?applicazione della netiquette del servizio.
Il ban è infatti vissuto come un vero e proprio strumento di potere,
specialmente da parte di giovani e adolescenti i cui gruppi virtuali
finiscono per riprodurre gli stessi modelli di comportamento assunti
nella vita reale, dove i più forti emergono come leader e i più deboli
come vittime destinate a subire ogni sorta di angheria.
In questo contesto, quindi, il ban può diventare un vero e proprio
strumento di illegittima prevaricazione, esclusione, persecuzione e
persino violenza morale e psicologica, quando viene usato al solo fine
di escludere una persona senza un giustificato motivo da un luogo di
socializzazione, esponendola allo scherno e al disprezzo degli altri utenti.
Questi fatti di vero e proprio bullismo virtuale stanno mettendo in
allarme gli esperti. Recentemente il Ministero della giustizia ha deciso
di pubblicare anche un documento nel quale si denunciano tutti i
comportamenti devianti più diffusi online, specie tra giovani e
giovanissimi, sottolineandone anche la rilevanza penale di molti di essi
[1].
Nonostante infatti molti naviganti della Rete ritengano che quanto
accade online non comporti delle conseguenze legali, bannare un utente
per fini di mera prevaricazione, denigrazione o violenza psicologica può
costituire reato ed esporre il responsabile, anche minorenne, a
conseguenze penali anche gravi.
Fra i reati che si possono configurare si va da quelli più lievi come la
diffamazione[2] ai delitti ben più gravi come la violenza privata[3],
punita con la pena della reclusione fino a quattro anni, e addirittura
lo stalking[4], punito con la pena fino a cinque anni, nel caso di
comportamenti ripetuti che producono nella vittime profonda angoscia e
gravi sofferenze psicologiche.
www.laleggepertutti.it/88685_internet-quando-bannare-e-reato
Se il reato è commesso nei confronti di un minore, il reato è aggravato
e la pena è aumentata.

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