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Leggo: Niente al roaming a costo zero in Europa. Vincono le compagnie: Forse nel 2018
Nicolò La Ferla su nicofranca, 06\03\2015, h. 10.09.
Niente roaming a costo zero, almeno per ora. Usare il telefonino all?estero in Europa continuerà a
costare uno sproposito. Il mercato unico della telefonia quindi può attendere. Se va bene, si dovrà
aspettare fino al 2018. Nel frattempo bisognerà accontentarsi da metà 2016 di un numero molto
limitato di sms, chiamate e dati alla tariffa nazionale più un ulteriore taglio dei costi extra.
La proposta approvata ieri dai 28 paesi dell?Unione prevede un mandato negoziale alla presidenza
lettone dell?Ue sul testo che introduce una semi-fine del roaming a metà 2016. I negoziati con
l?Europarlamento, che ha una posizione distante da quella del Consiglio, cominceranno a metà mese.
La quantità minima garantita di sms, chiamate e dati a tariffa nazionale, dovrà essere negoziata
con Strasburgo. La proposta resta in ogni caso veramente modesta e di certo le compagnie
telefoniche portano a casa una vittoria, visto che la prevista cancellazione del roaming si
allontana a tempo indefinito.
Dopo un anno di scontri i 28 dell?Ue hanno trovato un compromesso, su cui l?Italia ha «espresso una
posizione molto critica» perché «poco ambizioso». Sul tavolo c?è ora il mandato alla presidenza
lettone dell?Ue di avviare i negoziati con l?Europarlamento, per la verità già sul piede di guerra
e con una posizione molto distante.
A cambiare le carte in tavola l?opinione dei regolatori Ue del Berec arrivata a metà dicembre, che
media tra le preoccupazioni delle autorità tlc dei 28 e a cui Riga ha fatto riferimento. Ma anche
il sostegno più solido della Commissione Ue, non più depotenziata dal cambio della guardia e che
con il nuovo commissario Oettinger a gennaio ha dato una scossa ai ministri convocando una cena ad
hoc per smuovere le acque.
E soprattutto ha contribuito un testo «meno ambizioso» di quello presentato a suo tempo dalla
presidenza italiana, che però ha rassicurato i paesi medio-piccoli che avevano il timore di un
effetto boomerang sui mercati nazionali.
Fatima Barros, presidente per il 2015 del Berec, l?organismo Ue che riunisce i regolatori delle tlc
dei 28, nonchè presidente dell?Agcom portoghese, l?Anacom, sostiene che il roaming non può sparire
dall?oggi al domani in Europa. Altrimenti si corre il rischio che a pagare per quella minoranza che
viaggia e si attacca a internet sia chi resta a casa. E gli italiani, per esempio, sono tra i meno
viaggiatori dell?Ue.
Il compromesso presentato dalla presidenza lettone dell?Ue, spiega Barros in un?intervista
all?Ansa, è una «soluzione equa», in attesa di rivalutare la situazione nel 2018. Era stato proprio
il Berec, lo scorso dicembre, a presentare un?analisi che, dati e preoccupazioni dei 28 alla mano,
sosteneva questo tipo di ?exit strategy? per poter comunque offrire ai cittadini un taglio dei
costi ma senza effetti boomerang sui mercati nazionali.
«Lo scambio di traffico tra i paesi non è bilanciato, i costi per gli operatori ci sono e alla fine
qualcuno deve pagarli, quindi se eliminiamo semplicemente il roaming - spiega Barros - significa
che gli operatori dei paesi che ricevono più turisti, dato che i costi non sono assorbiti, devono
rifarsi sui propri utenti finendo per aumentare le tariffe nazionali, e questo sarebbe ingiusto
viste le enormi differenze tra i paesi». E ci sarebbe anche un impatto sulle reti nelle zone più
frequentate dai turisti se questi facessero uso senza limiti di internet come a casa.
Per esempio, «i cittadini del Nord Europa vanno all?estero molto più spesso di quelli del Sud, e
hanno anche abitudini di consumo di internet molto superiori». Finirebbero per essere quindi i
consumatori italiani, portoghesi o spagnoli a pagare lo ?zero-roaming? dei turisti svedesi od
olandesi. A quanto debba ammontare la quantità minima di sms, chiamate e dati, però, mette in
chiaro Barros, «è una decisione che deve essere presa a livello politico, questo non è il ruolo del
Berec», «organismo di esperti indipendente» con ruolo consultivo.
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