horus
Horus: la Robotica  dà Speranza alla Cecita'
SmartWeek del 11-12-2014

L?innovazione e la ricerca sono le uniche armi che abbiamo per combattere la disabilità. Se fino a 
qualche decennio fa l?impossibilità di camminare e la cecità rappresentavano condizioni permanenti 
che precludevano la possibilità di poter riottenere uno stile di vita normale, oggi grazie alla 
robotica, la speranza di una futura integrazione all?interno della normale routine quotidiana 
sembra essere sempre più vicina.

Lo sanno bene Saverio Murgia, Luca Nardelli e Benedetta Magri che entro il 2016 contano di 
immettere sul mercato Horus Technology: il futuro assistente personale per persone non vedenti e 
ipovedenti.

Il dispositivo viene appoggiato sul lato delle stanghette degli occhiali e, tramite un sistema di 
visione, fa un?analisi della realtà circostante estraendone i caratteri rilevanti. Tramite la 
lettura di un testo, il riconoscimento di oggetti o di volti, trasforma le informazioni raccolte in 
parola e le trasmette alla persona non vedente che così può muoversi autonomamente nello spazio.

Dpo l?intervista di qualche mese fa, abbiamo rincontrato Benedetta Magri, business developer, per 
approfondire insieme a lei il loro progetto e conoscerne i prossimi sviluppi.

Benedetta, come è nata l?idea?
L?idea è nata a Genova nel marzo 2014 da Saverio Murgia e Luca Nardelli, due ingegneri biomedici. 
Un?idea nata per caso come tante altre, osservando la realtà e capendo come poterla cambiare per 
renderla migliore. Quel giorno erano in strada e una persona non vedente chiese loro un aiuto per 
attraversare le strisce pedonali e raggiungere la fermata dell?autobus.
Entrambi fino ad allora avevano condotto i loro studi prevalentemente nell?ambito della computer 
vision. Dunque ebbero l?intuizione, da cui già a luglio dello stesso anno nacque Horus, chiedendosi 
se fosse possibile comunicare ad una persona le stesse informazioni che vengono normalmente 
trasmesse in ambito robotico. La risposta che si diedero fu ovviamente affermativa e da quel giorno 
iniziarono dunque a lavorare al progetto.

Da chi è composto il team?
Il team è composto da Saverio Murgia, CEO, ingegnere biomedico, studente al Master europeo di 
advanced robotics; Luca Nardelli, CTO, ingegnere biomedico, attualmente sta concludendo la 
magistrale in neuro ingegneria; e poi ci sono io, Benedetta Magri, laureanda in economia aziendale.

Qual è la vostra road map per i prossimi mesi?
Il nostro obiettivo è quello di arrivare sul mercato nel 2016. Nel 2015 vorremmo distribuire dei 
prototipi a persone non vedenti e ipovedenti che possano utilizzarli durante l?arco della loro 
giornata e darci dei feedback sull?usabilità. Horus verrà venduto in un?unica soluzione, con un 
prezzo di mercato intorno ai 1000/1500 euro e successivamente si valuterà la possibilità di 
aggiungere applicazioni on the top.

Il 25 novembre è stata lanciata la nuova piattaforma di crowdfunding di Tim #WCAP e voi siete una 
delle startup per cui è già possibile fare una donazione?
Si, abbiamo lanciato la campagna di crowdfunding per finanziare la costruzione dei dispositivi che 
utilizzeremo durante la fase prototipale quando eseguiremo tutti i test necessari. I fondi raccolti 
con questa campagna saranno utilizzati per fornire prototipi all?Unione Italiana Ciechi ed 
Ipovedenti e all?associazione RP Liguria, che ci aiuteranno ad individuare le persone più adatte 
per effettuare i test. Ci siamo prefissati un obiettivo di 20000 euro con una campagna all or 
nothing. Ciascuno può donare a partire da 2 ? e ricevere un reward a seconda del tipo di donazione 
effettuata. È possibile così ricevere degli occhiali stampati 3d o vivere un?esperienza che faccia 
comprendere la disabilità, come ad esempio un concerto o uno stage di danza al buio. Ci rivolgiamo 
anche alle medie e grandi aziende. Abbiamo predisposto corsi tenuti da persone non vedenti con lo 
scopo di sensibilizzare e spiegare come loro possano aumentare l?accessibilità del loro business.

È possibile donare direttamente sulla piattaforma di TIM #WCAP

di Sara Notargiacomo
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