senso
Il sesto senso dei non vedenti non esiste.
Art. e commento inoltrato da Donato Taddei su nvda, 09\07\2014, h. 23.22.
dopo lunghe ricerche ci sono arrivati: i ciechi hanno 5 sensi come gli altri, anzi 4 e a volte 3 e
mezzo, mentre è il buon senso che manca del tutto in queste attività di ricerca, se così si può
chiamare la verifica e/o la smentita dei più abusati e beceri luoghi comuni.
In America si tiene un campionato delle ricerche più inutili, ci classificheremmo sicuramente per
la finale emagari in modo travolgente come la Germania sul Brasile.
Del resto, anche nei casi migliori, resta ancora parecchio da sfatare e da rettificare.
Ieri ho trovato sul sito del progetto Veyes, di cui abbiamo abbondantemente parlato ultimamente,
quanto segue:
www.veyes.it/Globale
Il progetto prevede la realizzazione della versione per ipovedenti e della versione per non vedenti
del portale web associato al progetto vEyes. La versione per ipovedenti dovrà essere ad alto
contrasto (bianco e nero), mentre la versione per non vedenti dovrà permettere una semplice
navigabilità tattile con contenuti in formato audio. Le linee guida da rispettare dovranno essere
quelle riportate sulla Web Content Accessibility Guidelines (WCAG). Nel contesto di vEyes, Federico
Prima dell'articolo che dà oggetto al post riporto anche uno stralcio di quanto ho scritto in
merito all'amico Massimiliano.
Detta così, questa è l'esatta negazione dell'adagio di Tim Werner-Lee "one web, by anyone, anytime,
anywhere.
Forse saprete infatti che normalmente i s.o. hanno funzionalità che permettono all'utente di
scegliere il font e il contrasto più adatto alle sue necessità, che normalmente usa anche al di
fuori del contesto del web, per cui anzicchè inventarsi personalizzazioni improbabili, basta solo
interferire il meno possibile con le impostazioni dell'utente.
Immaginare che un utente debba, a seconda della pagina, riconfigurare ogni volta il suo contrasto o
il suo ingrandimento è semplice demenza, per non dire che è l'esatto contrario di quanto richiesto
dalle web contents accessibility guidelines cui si fa esplicito riferimento.
Quelle brutture con scritte cubitali spesso gialle spacciate per siti ad hoc per non vedenti sono
scomparse dalla maggior parte dei grossi siti, le si ritrovano nei siti fatti intorno al 2000
quando si immaginavano siti alternativi per ogni tipologia di utente, che poi spesso portavano a
niente perchè male sincronizzati col sito principale, oltre che come detto del tutto inutili.
Ma poi sapete per caso che tutti gli ipovedenti non distinguono i colori? per cui, pur vedendoli ed
apprezzandoli, devono essere condannati al bianco e nero,
per non dire che anche l'altro luogo comune per cui il cieco ha bisogno di contenuti audio sarebbe
nefasto appunto per quei non vedenti che usano un display braille, scelta allo stato obbligata per
chi sente male o non sente afatto, oltre a non vedere.
In conclusione:
La confusione è ancora grande sotto il cielo.
***
La Repubblica del 09-07-2014
Il "sesto senso" dei non vedenti non esiste
La ricerca condotta presso l'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova sfata il luogo comune:
non esiste un "super udito" capace di aiutare nell'orientamento come una bussola.
I DATI, presentati in anteprima nel Forum europeo delle Neuroscienze (Fens Forum) a Milano, sfatano
un mito popolare senza tempo. E dimostrano che bambini e adulti con disabilità visiva congenita
hanno più problemi a localizzare nello spazio la provenienza di un suono all'interno di un contesto
complesso. I non vedenti non hanno un "super udito", insomma. I ricercatori hanno sottoposto
bambini non vedenti a stimoli uditivi complessi, chiedendo di stabilire da dove provenisse un
determinato suono. "Tutte le misure fatte finora in altri esperimenti consideravano stimoli uditivi
singoli, quindi più semplici di quelli che siamo abituati a sentire nell'ambiente che ci circonda",
dice Monica Gori dell'Iit. "Noi, per la prima volta - aggiunge - abbiamo ricreato una situazione
complessa e più simile a quella in cui un bambino non vedente è normalmente immerso ogni giorno".
In questo contesto, decisamente più caotico, i bambini disabili hanno avuto problemi a localizzare
la provenienza di un suono, isolandolo rispetto agli altri suoni percepiti.
Questi dati, con quelli pubblicati dallo stesso gruppo sulla rivista Brain e frutto di un
esperimento analogo realizzato su adulti con cecità congenita, dimostrano che in assenza di visione
è possibile sviluppare alcune capacità uditive spaziali semplici che permettono, per esempio, di
intuire dove si trova una persona che parla, ma non capacità complesse, come capire come sono
posizionate o quanto sono distanti tre persone che parlano tra loro.
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