itecno
Due facce della medaglia ipertecnologica.
Due articoli proposti da F. Melis su smanettando, 07\04\2014, h. 19.31.

Due delle facce della medaglia.

Da Repubblica del 7 aprile 2014
www.repubblica.it/tecnologia/2014/04/06/news/l_uomo_pi_connesso_al_mondo_chris_tutta_la_sua_vita_condivisa_sul_web-82896256/?ref=HRERO-1

L'uomo più connesso al mondo: Chris, tutta la sua vita è condivisa sul web
La sua giornata è scandita dai 300 e i 700 dispositivi che tracciano
quantità enormi di dati. "Ho trovato il benessere" dice, "ma mi spaventa
la perdita di controllo di queste informazioni"
di NICOLA PERILLI

L'uomo più connesso al mondo: Chris, tutta la sua vita è condivisa sul web
QUANTIFICO, dunque sono. Con questa "summa cartesiana" riadattata in
veste tech si può riassumere la nuova tendenza "Quantified Self" ovvero
una stravaganza nata come piccola follia di un gruppo di geek e
matematici della Silicon Valley, e che ora è diventata una filosofia di
vita prêt-à-porter, o quasi. Il concetto è semplice: si misurano e
registrano le più svariate attività umane, dai caffè bevuti ogni giorno
alle calorie consumate, dalle mail inviate e ricevute ai passi compiuti,
complici app e social media che rendono immediata la condivisione dei
numeri.
Ad incarnare e probabilmente estremizzare questa concezione ci ha
pensato il 45enne americano Chris Dancy, che è passato agli onori della
cronaca come l’uomo più connesso del mondo. Infatti Chris divide le sue
giornate con tutta una serie di strumenti 2.0, a dirla in numeri la sua
giornata è scandita dai 300 e i 700 device: ai suoi polsi smartwatch dei
più disparati modelli, dal fitness tracking FitBit al Pebble SmartWatch,
ed ovviamente inforca i Google Glass, l’illuminazione Hue in casa viene
controllata a distanza con lo smartphone e il coprimaterasso Beddit lo
aiuta a tracciare i cicli di sonno. I suoi due cani sono "schedati" e
tracciati online tramite il geolocalizzatore Tagg, che registra anche le
loro attività. E finanche la sua massa è controllata in maniera
avveniristica: Dancy infatti si pesa sulla bilancia Wi-Fi Aria, un
dispositivo che oltre a indicare il peso, infatti, tramite una serie di
elettrodi posti sotto la superficie di vetro riesce a rilevare
correttamente la nostra massa grassa e quella magra e grazie sempre
all'analisi dei nostri dati è in grado di indicarci degli obiettivi,
delle diete e dello sport per perseguirli.
Dettaglio importante questo della bilancia perché Chris racconta di aver
buttato giù ben 45 chili in poco più di un anno e di aver migliorato le
sue abitudini alimentari e fisiche e di aver raggiunto una nuova
consapevolezza nei confronti di ciò che la vita gli offre. Ma è lui
stesso ha spiegare quando e come ha preso il via questo sua nuova vita
tech: "È nato tutto cinque anni fa, ho notato che il mio medico iniziava
a non tenere il passo con le mie cartelle cliniche. Allo stesso tempo,
mi sono preoccupato
che il mio lavoro - (si occupa come è facile aspettarsi di computer
technology) - in rete potesse terminare in qualsiasi momento perché io
non riuscivo ad essere abbastanza al passo. A questo punto ho pensato di
raccogliere quanti più dati potevo anche in momenti in cui ero
impossibilitato a registrarli personalmente". Così è iniziato il suo
rapporto con gli strumenti che stando alle sue
parole sembrano regalargli un vero e proprio benessere: "Il feedback
tattile mi coinvolge e mi piace sentire vibrazioni o percepire piccoli
cambiamenti ambientali come ad esempio una luce diversa che indica come
stia cambiando il clima. Ed è impossibile staccarsi da questo mondo
perché sono circondato da sistemi che monitorano e tracciano ciò che
faccio in ogni momento. E sono sicuro che in futuro tale stile di vita
sarà comune per tutti. Entro la fine del decennio non ci sarà un lavoro
che non avrà dovuto fare i conti con oggetti intelligenti o computer
indossabili".
Ovviamente profetizzando questa svolta tecnologica facile veder agitare
lo spettro della dispersione di massa dei dati e di inevitabili problemi
legati alla privacy come anche Chris sottolinea: "Ammetto di essere
spaventato dall’idea che in futuro gli esseri umani non possano avere il
controllo dei propri account o poter disporre dei propri dati personali.
Ritengo urgente una loro tutela anche perché la rete può migliorare la
nostra vita e non deve servire a riempire le tasche delle
mega-istituzioni che vogliono mantenere la nostra attenzione sfornando
nuovi device ad oltranza". Una visione piuttosto alienante a dire il
vero, quindi se siete intimoriti dall’eccessiva presa che il digitale
sta avendo nelle vostre giornate potete sempre correre ai ripari. La
soluzione la offre Frances Booth che con il suo volume Felicemente
#sconnessi (De Agostini, 12,90 euro) appena pubblicato ci svela i
segreti per disintossicarci dal digitale, per guarire dall'overdose di
Internet, e-mail, social network, smartphone e tablet. E per riprenderci
un po’ di spazio e tempo semplicemente per pensare. Dunque essere.
Fine articolo

Secondo articolo
www.repubblica.it/tecnologia/2014/04/07/new
s/non_sopportava_la_tecnologia_una_signora_di_89_sceglie_il_suicidio_assistito-82959392/?ref=nrct-6

Non sopportava la tecnologia: una signora di 89 sceglie il suicidio
assistito
Un'insegnante britannica non riusciva a vivere in una realtà che l'ha
posta di fronte alla scelta di "adattarsi o morire" al progresso. E ha
deciso di recarsi in Svizzera a morire
(reuters)

NON aveva nessuna malattia terminale. Ma un'insegnante britannica di 89
anni, identificata dalla stampa del Regno Unito come Anne, è andata
nella clinica Svizzera Dignitas per compiere il suicidio assistito
perchè non riusciva ad adattarsi alle tecnologie e ai tempi moderni, ai
computer e alle e-mail, e anche al consumismo e ai fast food.
Come si legge sul Daily Telegraph, la donna pensava che le persone si
stessero trasformando in robot: non riusciva a vivere in questa realtà
che l'ha posta di fronte alla scelta di "adattarsi o morire".
E lei lo scorso mese ha scelto la seconda strada. Anne aveva qualche
problema di salute ma non le mancavano pochi mesi di vita, come di
solito accade per i pazienti che si rivolgono alla clinica svizzera. E'
riuscita comunque a convincere i medici di non avere un "futuro
invidiabile" davanti e che sarebbe morta in una casa di cura. Ma
soprattutto ha denunciato la società moderna che "manca sempre più di
umanità", anche per colpa della tecnologia. Ad accompagnarla a Zurigo
per commettere suicidio assistito c'era la nipote Linda, 54 anni, che è
rimasta al suo fianco fino all'ultimo momento.

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