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Libri accessibili per i ciechi, ma senza copyright.
SuperAbile.it del 08-01-2014

Libri accessibili per i ciechi, ma senza copyright: l'Unione europea
accelera

La Commissione chiede la delega ai paesi membri per ratificare il
trattato di Marrakesh. Forse entro il 2014 la firma che permetterebbe di
allargare la disponibilità di libri per i non vedenti senza sottostare
alle leggi sul diritto d'autore.

BRUXELLES. Un piccolo passo verso una grande rivoluzione per la
distribuzione di libri accessibili per non vedenti in tutto il mondo è
stato fatto in questi giorni, con la richiesta - da parte della
Commissione Europea - della delega dei ventotto Stati membri per votare
il Trattato di Marrakech sulle eccezioni al copyright per i ciechi.
Attualmente, i non vedenti hanno accesso a una percentuale di libri
stimata fra l'1 e il 5% di quelli presenti sul mercato, e circa
duecentocinquanta milioni di persone, a livello globale, potrebbero
avere grandi benefici in termini di occupazione e di istruzione se tutti
i libri che vengono pubblicati fossero disponibili in Braille, in
formato elettronico e a caratteri ingranditi.

Ma andiamo per ordine: cos'è e cosa prevede il Trattato di Marrakech? Si
tratta di un documento approvato dall'Organizzazione Mondiale per la
Proprietà Intellettuale (Ompi) a giugno del 2012, che stabilisce che le
organizzazioni che rappresentano gli interessi dei non vedenti possano
scambiarsi i libri non disponibili sul mercato in versione accessibile
senza sottostare alle leggi sul copyright. Per fare un esempio pratico,
che è da prendere solo a scopo esplicativo, se io scrivessi un libro e
questo libro, pubblicato in Italia, non fosse distribuito in versione
accessibile, se un'organizzazione di non vedenti inglesi volesse
registrare il libro su formato elettronico o stamparlo in Braille, non
dovrebbe sottostare alle leggi sul copyright e quindi pagare a me e alla
casa editrice i diritti d'autore per la versione accessibile. Se invece
il libro fosse prodotto in versione accessibile, allora le leggi sul
copyright varrebbero come per qualsiasi altro prodotto editoriale.

Il punto importante del trattato, è che quest'ultimo dovrebbe
incoraggiare le case editrici a produrre un numero sempre maggiore di
testi accessibili, perché in questo modo non perderebbero i loro diritti
d'autore. Per entrare in vigore, il Trattato di Marrakech ha bisogno
della ratifica di almeno venti paesi, ma ovviamente più paesi firmeranno
e ratificheranno l'accordo, più questo avrà efficacia.

E qual è la novità di oggi? La novità è che oggi la Commissione Europea
ha adottato uno strumento che le permetterà di chiedere la delega ai
ventotto Stati membri per firmare il trattato senza dover passare dalle
consultazioni nazionali, risparmiando così - almeno si spera - un po' di
tempo. Per Pierre Delsaux, vice direttore generale della Direzione
Mercato Interno della Commissione, intervenuto a una tavola rotonda
sull'argomento, questo significa che ci sono buone speranze che il
trattato venga firmato dall'Unione Europea entro ottobre 2014, mese in
cui scadrà il mandato dell'attuale esecutivo di Bruxelles. Dopo la
firma, però, ci sarà ancora bisogno della ratifica da parte dei singoli
Stati membri, che si spera possa avvenire per una gran parte di essi nel
2015.

Un altro aspetto da sottolineare è come, per bocca dello stesso Delsaux,
la Commissione ha rassicurato le organizzazioni dei non vedenti sul
fatto che non teme che la lotta dei ciechi per libri accessibili
rappresenti un cavallo di troia per minare le leggi europee sul
copyright. La revisione di tali leggi è prevista nei prossimi anni, e
fino a ora l'UE si era dimostrata restia a combattere questa battaglia
che i non vedenti definiscono civile e in favore di un diritto
fondamentale delle persone, quello alla cultura e all'istruzione,
proprio perché da Bruxelles si temeva che la scusa di testi in formato
accessibile potesse essere utilizzata per affrontare un argomento molto
più vasto e molto scottante quale quello della difesa della proprietà
intellettuale.

Ma come prendono le associazioni di non vedenti questo passo avanti
della Commissione? Dan Pescod, dell'inglese Royal National Institute for
the Blind (RNIB), che ha lavorato all'accordo per il Trattato di
Marrakech, spiega a Redattore Sociale: "Sembra assurdo che ci siano
voluti sei mesi alla Commissione per fare una richiesta simile agli
Stati membri. Il passato non lo possiamo cambiare, però ora chiediamo a
Bruxelles che faccia tutto quanto in suo potere per velocizzare il
processo di firma e poi di ratifica del trattato. A parte tutti gli
aspetti legali, su cui comunque ci riserviamo di chiedere un'opinione
formale al Parlamento europeo - continua Pescod - è importante che sia
l'UE che gli Stati membri mostrino la volontà politica di agire. Se c'è
questa, i progressi saranno rapidi".

"Se vogliamo trovare qualcosa di positivo - conclude - l'iniziativa
della Commissione di chiedere la delega agli stati membri è
incoraggiante, così come è positivo che il commissario al Mercato
Interno Michel Barnier abbia detto che il problema va affrontato con la
massima urgenza, ma in termini pratici ancora non abbiamo visto nessun
risultato concreto". (Maurizio Molinari)
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