f.virus
Nuove rivelazioni sul presunto virus che funziona adultrasuoni
Francesco Melis su smanettando, 03\12\2013, h. 23.27.

Quella che inizialmente poteva sembrare una bufala sta diventando
inquietantemente vera.
Stavolta a dire che esiste questo fantomatico virus è il Fraunhofer
Institute che non è proprio l'ultimo arrivato in fatto di suono essendo
l'istituto che ha brevettato il formato Mp3.
F.

Da Repubblica del 3 dicembre 2013
www.repubblica.it/tecnologia/20
13/12/03/news/il_virus_a_ultrasuoni_esiste_al_fraunhofer_ne_hanno_creato_uno_infetta_pc_anche_non_connessi_al_web-72599138/

Il virus a ultrasuoni esiste: al Fraunhofer ne hanno creato uno.
Ruba informazioni anche senza connessione web
Il codice utilizza frequenze inudibili all'orecchio umano, e per
trasmettere dati impiega gli speaker e i microfoni sempre accesi nei
computer. Lo scenario ipotizzato tempo fa da un esperto di sicurezza,
con polemiche in Rete.
di TIZIANO TONIUTTI

03 dicembre 2013
Il virus a ultrasuoni esiste: al Fraunhofer ne hanno creato uno. Ruba
informazioni anche senza connessione web
IL "FANTAVIRUS" di cui Repubblica aveva dato notizia qualche tempo fa
sembra proprio non essere "fanta": le minacce informatiche possono
diffondersi anche senza connessione alla Rete, attraverso gli
ultrasuoni, proprio come ipotizzato dall'esperto di sicurezza Dragos
Ruju. A certificarlo è il Fraunhofer Institute for Communication,
Information Processing and Ergonomics, che ha sviluppato un prototipo di
malware in grado dopo un'installazione per vie tradizionali, proprio di
replicarsi attraverso il suono.
Nello specifico il codice realizzato al Fraunhofer utilizza frequenze
inudibili all'orecchio umano, e per trasmettersi utilizza gli speaker e
i microfoni sempre accesi nei computer. Lo spettro di trasmissione è di
circa 20 metri ma la distanza è superabile con una serie di rimbalzi
acustici. Il malware può trasmettere circs 20 bit al secondo, poca cosa
ma sufficiente per catturare e inoltrare codici di accesso in poco
tempo. Il pc infetto insomma potrebbe "spifferare" attraverso gli
ultrasuoni dati sensibili e altre informazioni, senza che nessuno
all'infuori di altri computer possa accorgersene. Nello scenario
potrebbero rientrare anche ipotesi per cui le macchine infette fanno da
antenne propagatrici.
Per il test di contagio, all'Institute hanno utilizzato dei comuni
laptop commerciali, disconnessi da internet, impiegando note tecniche di
trasmissione del suono in ambiente subacqueo. Per attivare il codice c'è
bisogno di privilegi di rete sui computer in uso e naturalmente il virus
si può isolare disattivando il comparto audio dei computer, quindi casse
e microfoni, oppure schermare le frequenze incriminate con filtri
software. Ma l'idea che il dominio dei virus sia ormai fuori dalle reti
dati e possa arrivare all'audio impercettibile fa uscire l'argomento dai
dibattiti che l'intuizione di Dragos Ruju aveva scatenato in rete: il
malware nell'etere è possibile. E ora lo sanno tutti gli hacker del mondo.
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