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Panoramica di dispositivi per la condivisione dei contenuti.
Paola Bellini su universal-access, 18\12\2013, h. 17.35.
www.dday.it/redazione/11475/DLNA-AirPlay-Miracast-Chromecast-e-la-condivisione-dei-contenuti.html
DLNA, AirPlay, Miracast, Chromecast: come funzionano
I dispositivi che utilizziamo più frequentemente, dal TV al cellulare, passando per il PC o il
tablet, sono oggi sempre connessi alla rete, non solo Internet, ma spesso anche almeno a una rete
locale Wi-Fi. Ciò dovrebbe consentire un fluire dei contenuti da un dispositivo all’altro quasi
naturale e senza ostacoli, ma l’esperienza quotidiana spesso ci insegna che non è così semplice:
spesso non sappiamo neanche di avere questa funzionalità a disposizione a causa di nomi commerciali
oscuri, o magari utilizziamo il sistema sbagliato al momento sbagliato. Oggi esistono almeno tre
sistemi diversi per la condivisione dei contenuti, ognuno con una storia e uno scenario d’uso
diverso dall’altro, a cui da poco se ne è aggiunto un quarto promosso da Google. Il trucco è
scegliere il sistema adatto alla giusta applicazione. Cerchiamo allora di capire meglio cosa sono
AirPlay, Chromecast, DLNA e Miracast e quando usarli.
Prima venne il DLNA
La Digital Living Network Alliance rappresenta il primo tentativo dell’industria dell’elettronica
di consumo di esprimere il potenziale di una rete dati in ambito consumer. Stiamo parlando di uno
standard nato nel 2003 da un consorzio promosso da Sony e che oggi include centinaia di aziende,
con letteralmente migliaia di prodotti compatibili. È un sistema nato per la condivisione dei file
multimediali e sfrutta un’architettura di tipo client/server: un dispositivo funge da raccoglitore
dei contenuti, video, musica, immagini, a cui possono attingere tutti gli altri.
Ciò ne fa l’ideale ad esempio per riprodurre su un TV o un tablet i video che abbiamo sull’hard
disk di un PC o di un NAS. Un altro scenario è quello che vede ad esempio il TV fare da server per
condividere le registrazioni video effettuate con esso ad altri dispositivi. Il server DLNA inoltre
utilizza i metadati dei file per costruire un catalogo che agevola il browsing della libreria
multimediale, una funzione utile soprattutto per la condivisione della musica.
Purtroppo il DLNA non ha avuto un buono storico per quanto riguarda la definizione dei formati
supportati, con una discrepanza tra quelli ufficialmente riconosciuti e quelli concretamente
utilizzati dagli utenti, con il risultato che per anni non era detto che due dispositivi entrambi
certificati DLNA fossero in grado di riprodurre gli stessi formati. Oggi la situazione si è più o
meno stabilizzata, ma ci può ancora essere disparità a livello di funzionalità supportate.
In un secondo tempo è stata aggiunta la possibilità di inviare in push contenuti da un dispositivo
a un altro, ad esempio per visualizzare una fotografia da uno smartphone a un TV. Questa modalità,
che richiede che il dispositivo ricevente supporti il profilo “renderer”, è meno diffusa e la sua
implementazione non è sempre così raffinata. Ad esempio può essere che il TV debba essere messo “in
ascolto” prima di poter ricevere file, condizione che riduce l’immediatezza d’uso.
PRO
È supportato da migliaia di dispositivi di tutti i tipi
Teoricamente è estremamente versatile
Permette l’auto discovery dei dispositivi sulla rete
CONTRO
Richiede un server dedicato per la condivisione dei file
Funzionalità renderer meno diffusa o implementata in modo macchinoso
Non può essere utilizzato per lo streaming da app a dispositivi di servizi Internet
LO SCENARIO IDEALE
Condivisione di una libreria multimediale su rete locale. Streaming da PC o NAS verso altri
dispositivi.
AirPlay, la soluzione di Apple
AirPlay è la soluzione di streaming di Apple, nata inizialmente con il nome di AirTunes per
effettuare lo streaming di musica da iTunes ad Airport Express. Con gli anni è evoluto fino a
includere anche il video, i dispositivi iOS, Apple TV e, almeno per l’audio, dispositivi di terze
parti come diffusori wireless o amplificatori. AirPlay essenzialmente permette di riprodurre audio
e video da un PC con iTunes, un Mac o un dispositivo iOS, su apparecchi esterni attraverso una rete
Wi-Fi. In questo caso non si tratta di una condivisione di file, ma del collegamento di periferiche
esterne tramite la rete senza fili: la musica che stiamo riproducendo tramite un’app su iPhone,
semplicemente anzi di venire riprodotta con l’altoparlante integrato, viene inviata al diffusore
wireless esterno.
Stesso discorso per il video, che però funziona unicamente con l’Apple TV: possiamo iniziare a
riprodurre un video di YouTube su un iPad, e alla pressione di un tasto passare la riproduzione a
una Apple TV, per guardarlo sul TV. In questo caso il funzionamento cambia a seconda del tipo di
contenuto: un video sul telefono verrà convertito e trasmesso via Wi-Fi all’Apple TV, mentre uno
stream da YouTube, ad esempio, verrà direttamente aperto da Apple TV.
Un’ulteriore funzione, aggiunta in seguito, è quella di screen mirroring, che permette di duplicare
lo schermo di un Mac, un iPhone o un iPad via Wi-Fi su un TV tramite Apple TV. Una funzione molto
utile per visualizzare il contenuto di un app su TV, come il browser o social network. Il lag
generato dal collegamento wireless (con conseguente compressione), lo rende poco indicato per app
che richiedono interazioni in tempo reale, come i videogiochi, ma Apple ha ugualmente implementato
anche una funzionalità che consente di utilizzare AirPlay per configurare smartphone o tablet come
un secondo schermo con alcune applicazioni.
Nel complesso si tratta di una sistema molto semplice da utilizzare, in cui non c’è nulla da
configurare, ma che ha un grosso limite: è esclusivo dell’ecosistema Apple.
PRO
Semplicità d’uso
Supportato dalla maggior parte di app iOS
Il protocollo audio è lossless
CONTRO
È esclusivo dell’ecosistema Apple
Solo il protocollo audio è dato in licenza a produttori di terze parti
Non può essere utilizzato per condividere file su una rete locale
LO SCENARIO IDEALE
Riproduzione di file o contenuti in streaming di applicazioni da iPhone e iPad a sistemi audio o TV
con Apple TV. Collegamento di monitor esterni a Mac via Wi-Fi tramite Apple TV.
Miracast, il mirroring diventa (quasi) universale
Miracast è una tecnologia wireless promossa dalla Wi-Fi Alliance che ha lo scopo di aggiungere a
smartphone e tablet la funzione di display mirroring, per condividere lo schermo con i TV
compatibili. A differenza del DLNA o di AirPlay, Miracast non utilizza una rete locale wireless
pre-esistente, ma utilizza il Wi-Fi Direct, versione del Wi-Fi che stabilisce una connessione uno a
uno diretta tra due dispositivi, in questo caso smartphone, tablet o PC e un TV certificato
Miracast.
Miracast utilizza il codec H.264 per la codifica e la trasmissione del video, e il sistema è in
grado di adattarsi in funzione delle condizioni del canale radio. La trasmissione è protetta con lo
stesso schema WPA-2 del Wi-Fi tradizionale. La configurazione è un filo più macchinosa rispetto
all’analoga funzione di AirPlay. Miracast deve essere innanzitutto abilitato nelle impostazioni sia
del TV che del dispositivo sorgente. Quindi deve essere effettuata una sorta di accoppiamento,
avviando una ricerca dei dispositivi, o da sorgente (in questo caso si cercheranno i TV compatibili
nelle vicinanze), o sul TV, oppure, a seconda delle implementazioni, su entrambi i dispositivi. A
questo punto è possibile avviare la riproduzione.
Miracast è un sistema di duplicazione dello schermo e come tale permette di visualizzare sul TV
l’intera schermata del dispositivo, esattamente come se stessimo utilizzando un cavo HDMI, per cui
è l’ideale per visualizzare app come il browser o social network sullo schermo del TV. Va tenuto a
mente che l’immagine avrà lo stesso rapporto di forma (e orientamento!) dello schermo dello
smartphone o tablet e con le stesse barre di stato o altri elementi dell’interfaccia. Per i giochi
è meno utilizzabile a causa del ritardo di trasmissione, ma con le apposite app può essere
utilizzato anche per riprodurre foto e video.
Un po’ come accade per il DLNA, anche il supporto Miracast è spesso nascosto sotto nomi commerciali
diversi e spesso l’implementazione effettiva dell’accoppiamento, o dell’attivazione della
duplicazione varia da produttore a produttore, e può anche essere piuttosto macchinosa o fonte di
confusione.
PRO
Supportato da un numero crescente di TV di tutti i produttori
È integrato in Windows 8.1
Supporta video fino a 1080p e (opzionalmente) audio 5.1
CONTRO
Al momento supportato solo da smartphone e tablet Android e PC Windows 8.1
Il ritardo di trasmissione lo rende inadatto ad app come i giochi
Interoperabilità non sempre così “immediata”
LO SCENARIO IDEALE
Visualizzare lo schermo dello smartphone o tablet su TV. Ideale per browser, magazine, social
network, ma anche foto e filmati memorizzati sullo smartphone.
Google ci prova con Chromecast
Miracast, come abbiamo appena visto, è un sistema per la condivisione dello schermo: sul TV vedremo
esattamente pixel per pixel il contenuto del display dello smartphone. Ma se volessimo riprodurre
un video di YouTube o di un’altra App? La duplicazione in questo caso è inefficiente perché
richiede una doppia connessione del dispositivo sorgente, che deve ricevere il video da Internet,
decodificarlo e quindi convertire tutta l’immagine a schermo per inviarla al TV: spreco do banda,
ma anche di preziosa batteria. Per questo motivo Google ha deciso di realizzare Chromecast, un
sistema come concezione non diverso da AirPlay di Apple, che utilizza una chiavetta USB/HDMI al
posto dell’Apple TV.
Chromecast (attualmente disponibile unicamente negli Stati Uniti) è un piccolo dispositivo basato
su una versione semplificata di Chrome OS, che si collega in Wi-Fi alla rete locale ed è in grado
di riprodurre audio e video in streaming “su indicazione” delle app compatibili installate su uno
smartphone o tablet, oppure da un PC con Google Chrome. Lo streaming vero e proprio viene
effettuato in realtà dalla chiavetta e non dallo smartphone che semplicemente invia l’indirizzo
dello stream e i metadati per l’interfaccia a schermo e il controllo della riproduzione.
A differenza di AirPlay di Apple, il cui supporto è “cucinato” all’interno di iOS, OS X e iTunes
(su PC), Chromecast è multi-piattaforma e la compatibilità è a livello di applicazione. Ad esempio
l’app di YouTube oppure di Play Music (sopra) supportano Chromecast sia su Android che iOS.
L’esperienza di utilizzo è in questo caso molto simile a quella di AirPlay, visto che le
applicazioni sono in grado di individuare automaticamente la presenza di Chromecast sulla rete e
tutto quello che occorre è selezionare l’apposita icona per iniziare la riproduzione su TV.
Ciò che invece, almeno per il momento, Chromecast non permette di fare è visualizzare i contenuti
presenti su tablet e smartphone sul TV, come le foto o i video. Per questi occorrerà utilizzare
Miracast, che però non è supportato direttamente da Chromecast e deve essere implementato nel TV.
PRO
È un sistema multi-piattaforma
Semplicità di utilizzo
Basso costo della chiavetta: 35 dollari
CONTRO
Al momento è disponibile unicamente negli Stati Uniti
Non consente lo streaming di file locali
Poche applicazioni supportate
LO SCENARIO IDEALE
Visualizzazione su TV di servizi di streaming da PC e da app per smartphone e tablet.
Il sistema ideale ancora non esiste
Questa veloce panoramica mostra una cosa: al momento la soluzione "universale" adattabile a tutti i
casi di utilizzo non esiste. AirPlay è forse la soluzione più completa a livello di funzionalità se
non fosse per il dettaglio che appunto funziona unicamente con i dispositivi Apple, nonostante
esista un'implementazione open source per l'audio utilizzata anche da qualche app per Android. Il
DLNA è l'ideale per condividere i file, ma le interfacce sono spesso disegnate approssimativamente
a scapito dell'esperienza di utilizzo, e soprattutto non funziona con i servizi di streaming.
Miracast è più un sostituto del cavo, ma nonostante il lavoro di certificazione della Wi-Fi
Alliance, molti produttori chiamano a loro modo la funzionalità, o la mettono in un altro menù.
Chromecast rimane un'altra soluzione proprietaria, ma ha il vantaggio di essere multi-piattaforma e
molto semplice da utilizzare, ma il supporto è ancora limitato sul versante applicazioni, mentre
l'hardware ricevente è al momento costituito dalla sola chiavetta di Google. Al momento inoltre
Chromecast non può sostituire né il DLNA, né Miracast.
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