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Evento Apple del 22 ottobre: un riassunto
Rossy su universal-access, 24\10\2013, h. 20.25.

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di Fabio Strada

Con l’evento Apple di martedì siamo stati sommersi da un diluvio di novità e aggiornamenti.
Ricapitoliamo solo l’essenziale delle notizie, per chi se le fosse perse (anche se penso che 
saranno in pochi).

Data la quantità degli aggiornamenti software usciti, non siamo riusciti a vedere e provare tutto, 
e quindi non abbiamo informazioni complete sull’accessibilità, anche se chi ha messo le mani su 
parte delle nuove app ha riferito di alcuni importanti sviluppi. Ne riparleremo eventualmente nei 
prossimi giorni.

OS X Mavericks
Subito dopo l’evento di martedì è stata rilasciata la versione definitiva di Mavericks, la 10.9 di 
OS X, il sistema operativo dei Mac. E la veranotizia del giorno , a parte quello che già si sapeva, 
è che, interrompendo una tradizione di lunga data, per la prima volta l’aggiornamento di OS X è 
gratis. Basterà andare nel Mac App Store, cliccare il pulsante degli Aggiornamenti nella barra 
degli strumenti, e ci verrà proposto direttamente di scaricare l’aggiornamento a Mavericks.
Le principali novità di Mavericks, per quanto riguarda l’interfaccia, sono l’introduzione dei tab 
nelle finestre del Finder, la possibilità di taggare i file salvati e di ricercarli e visualizzarli 
in base ai tag, un nuovo aspetto dell’interfaccia di Safari dove compare una barra laterale in cui 
vengono visualizzati i preferiti, oppure l’elenco lettura o ancora una nuova funzione chiamata Link 
condivisi, in cui sarà possibile visualizzare i link postati dai propri contatti di Twitter e 
LinkedIn, ed eventualmente ripostarli a nostra volta.
Infine con Mavericks arrivano suOS X altre due app del mondo iOS: Mappe e iBooks. Un punto di forza 
di entrambe è la sincronizzazione via iCloud fra OS X e iOS.
Per quanto riguarda le Mappe, oltre a sincronizzare i propri preferiti, sarà possibile impostare la 
navigazione verso una destinazione dal Mac e quindi inviare il percorso sull’iPhone in modo da 
averlo pronto per iniziare il viaggio. Per quanto riguarda iBooks, naturalmente sarà possibile 
sincronizzare i segnalibri, le note e le evidenziazioni dei propri libri fra iOS e OS X.
Per quanto riguarda le tecnologie che stanno sotto all’interfaccia, Mavericks punta tutto sul 
risparmio energetico e quindi introduce diverse tecnologie per minimizzare il consumo di memoria e 
quello della batteria.

Alcune considerazioni sull’accessibilità di Mavericks
Per quanto riguarda l’accessibilità, non ci sono sostanziali cambiamenti rispetto a Mountain Lion. 
Sono state introdotte nuove voci (prese fra quelle della ex Loquendo, ora di proprietà della 
Nuance), e sono state eliminate le voci vecchie Paolo e Silvia, per cui raccomandiamo a chi vuole 
mantenere le vecchie voci di fare un semplice aggiornamento di sistema senza formattazione e 
reinstallazione da zero. In questo modo potrà conservare anche le voci vecchie.
E’ stata introdotta una nuova capacità di VoiceOver che potrà interessare agli studenti delle 
scuole secondarie: come anche in iOS 7, ora VO è in grado di leggere le espressioni matematiche ; 
questa funzione sarà disponibile in Safari o altro browser o programma che utilizzi la versione più 
recente del motore WebKit, nonché in iBooks, allargando in questo modo le potenzialità di 
accessibilità nel campo dei libri di testo scolastici.
La versione di Mappe di Mavericks è usabile, ma non è paragonabile al livello di accessibilità 
della corrispettiva app di iOS, dove possiamo esplorare tattilmente la mappa.
Ibooks è accessibile, anche se quattro pulsanti non etichettati nella finestra principale danno 
un’impressione di trascuratezza e frettolosità che si potevano facilmente evitare. Si tratta di 
dettagli, se vogliamo secondari, ma credo che a un’azienda come Apple, che va orgogliosa della sua 
cura dei dettagli e della perfezione anche estetica dei suoi prodotti e delle sue interfacce, non 
si debbano fare sconti su questi particolari. Se noi non vedenti siamo clienti al pari degli altri, 
allora dovremmo poter essere esigenti come gli altri e pretendere lo stesso grado di cura che Apple 
mette nell’aspetto visivo delle interfacce, o almeno qualcosa di simile.
Lo stesso discorso vale per Mail, che sostanzialmente è inalterato rispetto alla versione 
precedente, ma per chi usa la visualizzazione per conversazioni c’è un piccolo cambiamento 
nell’ordine in cui VO annuncia la presenza di thread che potrebbe risultare fastidioso: 
l’informazione sulla presenza di un thread e sul numero dei relativi messaggi viene fornita in coda 
alla lettura delle intestazioni e anteprima del messaggio corrente, anziché all’inizio come 
avveniva in Mountain Lion.

Nuovi Mac
Sono stati presentati i nuovi modelli di MacBook Pro da 13 e 15 pollici, tutti con display Retina e 
processori Intel della nuova famiglia Haswel che offrono un’ottimo rapporto fra prestazioni e 
consumi e quindi una grande efficienza energetica. Per questo la durata della batteria è di 9 ore 
per i modelli da 13 pollici e di 8 per quelli da 15, che oltre ad avere processori più potenti e 
uno schermo più grande, nel modello top di gamma sono dotati anche di una scheda video dedicata. 
Tutti presentano un’unità SSD al posto del vecchio hard disk, e naturalmente tutti sono privi di 
lettore/masterizzatore CD/DVD.
Il modello tradizionale di MacBook Pro, quello con porta FireWire e SuperDrive, è in via di 
dismissione, ma rimane in vendita il modello base da 13 pollici.
E’ stata poi annunciata la data d’uscita e il prezzo del nuovo Mac Pro, il computer desktop di 
fascia workstation, pensato per i professionisti del video e dell’audio, che rimpiazza il 
precedente modello ormai vecchio di anni.
Un computer impegnativo in tutti i sensi, sia per le prestazioni che per il prezzo. Utilizza i 
processori Intel della famiglia Xeon E5, cioè di livello server e workstation, la memoria RAM e gli 
SSD di ultima generazione con le più alte velocità, e integra in ogni modello due schede video 
separate, per poter controllare contemporaneamente fino a tre monitor a risoluzione 4K, ovvero la 
più alta risoluzione al momento esistente. Tutto questo con una forte riduzione delle dimensioni e 
del consumo rispetto ai vecchi modelli. Un computer che è chiaramente rivolto agli usi 
professionali e non certo a quelli casalinghi. Uscirà a dicembre e avrà prezzi che partiranno dai 
3000 euro a salire.

IWork
La suite di produttività composta da Pages, Numbers e Keynote era sicuramente il componente più 
dimenticato e trascurato della famiglia software Apple. Per lo meno sulla piattaforma Mac, dove 
l’ultimo vero aggiornamento risaliva addirittura al 2009, tanto che in molti ci chiedevamo se 
avrebbe mai visto una rinascita o se la Apple l’avrebbe lasciato morire.

Ed era anche il più grande tallone d’Achille dell’accessibilità della piattaforma, al punto da 
rendere sconsigliabile il passaggio al Mac per gli utenti che dovevano lavorare molto con fogli 
elettronici e word processor.
Ebbene iWork è rinato. Per meglio dire, su iOS non era mai morto, e aveva avuto una storia più 
vivace, con aggiornamenti anche recenti. Ma finalmente è tornato a vivere anche sul Mac, e le prime 
notizie da parte di chi l’ha provato, in particolare su Pages, sono buone anche sul fronte 
dell’accessibilità.
Le mancanze più gravi e antiche, come la gestione delle tabelle e delle note a piè di pagina, sono 
state finalmente colmate!
Resta da fare un’esplorazione più profonda, e ci possiamo aspettare che non tutto sarà accessibile. 
Per es., che ne sarà di commenti e revisioni? Ma almeno le carenze più gravi sono state finalmente 
risolte. Lo stesso vale per Numbers.
Una nota dolente resta l’accessibilità di iWork per iCloud. E’ stata infatti lanciata anche la 
versione web app della suite, che può essere utilizzata su Mac e PC tramite un browser compatibile 
(come le versioni più recenti di Internet Explorer, Safari e Chrome).
Come dice il nome, la versione web di iWork fa parte della suite di servizi online del sito di 
iCloud, e purtroppo ne condivide l’accessibilità assolutamente insoddisfacente. Per fortuna 
possiamo ampiamente evitare di usare il sito di iCloud e attenerci alle app native, ma sarebbe 
comunque da correggere un’impostazione come quella che Apple ha preso per il sito di iCloud (e per 
altri suoi siti, come quello per gli sviluppatori) che viola apertamente le direttive del W3C sul 
rispetto dei criteri di accessibilità dei siti web.
Inoltre c’è una funzione del nuovo iWork che può essere sfruttata solo attraverso la versione web, 
ovvero la collaborazione fra più utenti nella modifica dei documenti. Quindi, se non migliora 
l’accessibilità del sito, questa ci è preclusa.

ILife
Anche la suite di creatività multimediale composta da iPhoto, iMovie e GarageBand stagnava da tempo 
sul Mac (l’ultimo aggiornamento maggiore era del 2011), mentre godeva di un’esistenza più vivace su 
iOS. Anche questa suite ha visto un generale rinnovamento sia su Mac che su iOS, con nuove funzioni 
introdotte in tutti e tre i programmi.
In particolare, GarageBand diventa gratuito (anche se con acquisti in app per gli strumenti 
software e i loop); sul Mac acquista alcune funzioni provenienti dal nuovo Logic Pro X – come i 
controlli smart, che dovrebbero semplificare la gestione di tracce e suoni, e la funzione Drummer, 
che mette a disposizione un batterista virtuale -, mentre su iOS ottiene il raddoppio delle tracce 
a disposizione per la registrazione: da 8 a 16 (e fino a 32 nei dispositivi con processore A7).
Da una prova veloce possiamo confermare che il nuovo GarageBand per Mac è accessibile. 
L’interfaccia è cambiata e presenta delle complessità, ma la logica del programma resta la stessa. 
Dobbiamo ancora approfondire l’accessibilità delle funzioni nuove o eventuali miglioramenti in 
quella di funzioni preesistenti che non lo erano, ma da un primo esame superficiale non ci sembra 
di aver visto grandi cambiamenti, né in negativo né in positivo.

La politica dei prezzi per iWork e iLife
Apple ha annunciato che tutti i clienti che hanno comprato un Mac o un dispositivo iOS a partire 
dal primo ottobre 2013 potranno scaricare gratis le due suite iWork e iLife. Inoltre chi aveva già 
comprato in precedenza tutti o parte dei programmi di queste suite, ha diritto all’aggiornamento 
gratuito delle app acquistate.
Questo è quello che dovrebbe essere, ma il Mac App Store sembra che faccia un po’ di confusione e 
abbia qualche difficoltà a riconoscere correttamente gli acquisti precedenti di alcuni utenti. Per 
es. al sottoscritto l’App Store rifiuta di aggiornare tutte le app di iWork e iLife per Mac, a 
parte GarageBand che è gratuita, e pretenderebbe un nuovo acquisto. Nel caso di Pages, addirittura 
afferma che il programma è stato acquistato con un diverso ID Apple, che peraltro non esiste. 
Problemi simili sono stati segnalati anche da altri utenti nelle prime ore dopo l’uscita del nuovo 
software.
La morale è: se avevate già comprato delle app di iLife e iWork per Mac, sia dal Mac App Store che 
in formato fisico, avete diritto all’aggiornamento gratuito. Se il Mac App Store non ve lo offre, 
può essere il caso di contattare l’assistenza Apple e sottoporle il problema.

Aggiornamento iOS 7.0.3
Tanto che c’era, la Apple ha pensato bene di approfittare dell’abbuffata di aggiornamenti per 
mettere nel piatto anche un aggornamento di iOS, la versione 7.0.3, introdotta per correggere dei 
bug e per supportare i nuovi iPad. Per quanto riguarda i bug corretti, uno in particolare riguarda 
VoiceOver, ed è la correzione di un problema che poteva rendere la sensibilità di VO al tocco 
eccessivamente accessibile, per cui potevano venire interpetati come gesti dei semplici sfioramenti 
dello schermo. Un altro bug risolto riguardava l’attivazione accidentale della voce compatta al 
posto di quella premium.

Nuovi iPad
Infine, quello che era previsto come il piatto forte dell’evento di martedì, rischia quasi di 
passare relativamente inosservato, a causa della gran quantità di novità introdotte nella giornata. 
Ma in effetti, il 22 sono stati presentati i nuovi modelli di iPad.
La novità inaspettata è che ora anche l’iPad da 9,7 pollici, cioè quello regolare, ha un suo nome: 
si chiama iPad Air. Come per i MacBook, anche per l’iPad il nome Air sta a significare la sua 
leggerezza e sottigliezza. In sostanza c’è stato un rinnovamento del design rispetto ai modelli 
precedenti, e a fronte dell’introduzione del nuovo processore A7 a 64 bit (quello dell’iPhone 5s) e 
di una batteria più capace (con durata dichiarata di 9 ore), l’iPad è diventato molto più sottile e 
leggero di prima, sull’esempio dell’iPad mini.
E a proposito di mini, anche questo è stato rinnovato: col nuovo modello arriva anche sull’iPad da 
7,9 pollici il display Retina, quindi ad alta risoluzione, insieme al processore A7. In sostanza, 
ora l’iPad mini può contare sui componenti di ultima generazione, a differenza del modello 
precedente, che invece era uno o due passi indietro rispetto al fratello maggiore.
Parallelamente però è aumentato anche il prezzo dell’iPad mini, che ora parte dai 380 euro a 
salire. Per questo motivo resta in vendita anche il modello dell’anno scorso a un prezzo più 
accessibile, a partire da 340 euro. Infine resta ancora in vendita anche l’iPad 2 16GB, a un prezzo 
di 300 euro.

Con questo abbiamo esaurito il nostro breve riepilogo delle novità presentate il 22 ottobre. 
Prossimamente approfondiremo il discorso delle novità software, in particolare per Mavericks. 
Restate sintonizzati!

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