libri
Stop ai libri digitali a scuola.
Art. commentato postato da F. Melis su smanettando, 21\07\2013, h. 10.47.

Ancora un nulla di fatto per l'introduzione dei libri digitali a scuola.

Da "Repubblica" del 21 luglio 2013
www.repubblica.it/rubriche/la-scuola-siamo-noi/2013/07/21/news/stop_ai_libri_digitali_a_scuola-63389495/?ref=HREC2-4

Stop ai libri digitali a scuola
No, i libri digitali a scuola non saranno obbligatori neppure nel
settembre 2014, l’ultima data fissata dal decreto Profumo (che lo scorso
26 marzo aveva spostato in avanti l’inizio della nuova era, in un primo
momento previsto per il settembre 2013). Il ministro dell’Istruzione in
carica, Anna Maria Carrozza, a metà di questa settimana ha incontrato
gli editori, arrabbiati per la rapida evoluzione digitale della scuola
(che assorbe un quinto del totale dei libri venduti in Italia, un
fatturato di 650 milioni di euro), e ha comunicato loro: «Fermiamo
tutto, l’accelerazione impressa all’introduzione dei libri digitali è
stata eccessiva, voglio prendere in mano la questione ed esaminarla a
fondo. Deponete le armi».
Già, gli editori, conservativi e conservatori, due mesi dopo avevano
fatto un ricorso al Tar contro il decreto Profumo: temevano un crollo
delle vendite dei libri cartacei e temevano il contenimento dei prezzi
dei loro prodotti, sia cartacei che digitali. La Carrozza, che ha
ispirato il suo inizio mandato a un prudente monitoraggio del sistema
scolastico in attesa di riforme “a settore” di lunga durata, ha detto
agli editori: il sentiero dei libri digitali è segnato e non vogliamo
uscirne, i tempi, però, mi sembrano troppo rapidi e il ministero non
vuole nuovi contenziosi. Presto, interverrà in maniera formale per
rivedere le indicazioni del suo predecessore, che, va ricordato, impose
il decreto agli editori dopo diversi scontri culminati in un’infuocata
riunione lunga cinque ore in viale Trastevere. È fortemente probabile
che l’obbligo di libri scolastici digitali (o misti) slitti alla
stagione scolastica 2015-2016. Il Miur non ha ancora spiegato se alla
frenata sui testi digitali corrisponderà lo sblocco del tetto sui costi
imposti da Profumo alle aziende (con risparmi per le famiglie dal 20 al
30 per cento).
Il ministro Carrozza ha scelto di congelare i libri digitali anche
perché ha compreso il ritardo infrastrutturale tecnologico della scuola
italiana: banda larga, wifi, cose per ora residuali nelle nostre aule.
Gli editori, soddisfatti per i loro bilanci, commentano: «Avremmo dovuto
macerare interi magazzini». E offrono queste spiegazioni alla loro
posizione: «L’accelerazione sui libri digitali non poggiava su alcuna
seria e documentata validazione di carattere pedagogico e culturale,
così come non sono state valutate le possibili ricadute sulla salute di
bambini e adolescenti esposti a un uso massiccio di apparecchiature
tecnologiche».
L’Associazione editori non ricorda, tuttavia, che alcuni editori hanno
già lanciato versione 2.0 dei manuali scolastici e che soprattutto
l’Ocse, l’organizzazione che raggruppa i paesi industrializzati, ha
bocciato la lenta progressione della scuola digitale italiana ricordando
che in Inghilterra l’80 per cento delle classi è attrezzata per il
digitale. Sul piano dei libri digitali (non solo quelli scolastici), a
fine giugno è stato certificato che il mercato è in rapida crescita: i
titoli in formato digitale sono 60.598, ovvero l’8,3% dei titoli in
commercio, e il 44,6% delle novità italiane sono pubblicate anche in
ebook. Rispetto al 2012, i lettori in digitale sono il 45,5% in più. Ma
la scuola resta fuori.
(21 luglio 2013)
Torna all'indice