guanto
I sordociechi comunicheranno con un guanto
Giornalettismo del 01-07-2013

Si tratta di un prototipo elaborato da un dottorando tedesco, che sfrutta l'alfabeto di Lorm.

Un guanto iper-tecnologico per aiutare le persone sordocieche a interagire più facilmente con 
l’ambiente circostante, permettendo loro di essere sempre più indipendenti nonostante questa grave 
disabilità. È il prototipo elaborato da Tom Bieling, un dottorando tedesco di 32 anni, che ha avuto 
l’idea durante la visita a Berlino del presidente statunitense Barack Obama.

COME È NATA L’IDEA. Il giorno in cui Obama era atteso presso la Porta di Brandeburgo, racconta il 
The Atlantic, Tom si è trovato imbottigliato in mezzo al traffico mentre cercava di raggiungere un 
amico. La polizia aveva chiuso le strade e deviato il percorso di alcuni autobus per garantire ogni 
sicurezza al presidente. Così il giovane ha preso il suo iPhone, ha mandato un sms all’amico per 
avvisarlo del ritardo e si è messo pazientemente ad aspettare. Una cosa semplice, certo, se puoi 
sentire gli annunci dati dal conducente del bus e puoi leggere i cartelli che indicano le 
deviazioni. Ma per una persona sordocieca, una simile situazione sarebbe stata ingestibile. Bieling 
ha così messo a punto un prototipo di un guanto che permette alle persone che non vedono e non 
sentono di comunicare con il mondo attraverso la punta delle dita.

ALFABETO DI LORM. Si tratta di un guanto nero, di GoreTex elasticizzato, coperto da sensori, che 
permetteranno a chi lo indossa di poter leggere e scrivere messaggi di testo usando l’alfabeto di 
Lorm – che permette le comunicazioni attraverso pressioni delle dita sul palmo della mano, 
trasmettendoli poi via Bluetooth agli altri telefoni cellulari.  Da decenni i sordociechi di 
Germania, dell’Austria e dei Paesi Bassi utilizzano l’alfabeto di Lorm per comunicare con i propri 
famigliari e con i medici. Secondo Bieling sarebbe anche relativamente semplice da imparare, e 
questo guanto sarebbe poi in grado di tradurre automaticamente gli impulsi in qualsiasi lingua del 
mondo, superando così le barriere spazio-temporali che da sempre limitano le comunicazioni delle 
persone affette contemporaneamente da cecità e sordità.

DESIGN E DISABILITÀ - Per il momento, spiega Bieling, si tratta ancora di un prototipo, ma il 
giovane scienziato ha buone speranze di riuscire a estendere la sua invenzione a tutti coloro che 
ne hanno bisogno: “La disabilità ha spesso a che vedere con il modo un cui costruiamo il nostro 
mondo – ha spiegato Bieling – Le scale o le rampe, ad esempio, definiscono disabile una persona che 
è costretta su una sedia a rotelle”. E, in effetti, la maggior parte degli oggetti di uso comune è 
disegnato per essere usato da persone cosiddette “normali”. “Ma, in fin dei conti – conclude 
Bieling – Ci sono situazioni in cui si possono avere problemi di comunicazione nonostante siano in 
possesso di tutti e cinque i sensi”.

di Valentina Spotti
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