wifi Wi-Fi libero per tutti, ecco cosa cambia: Art. inviato in privato da F. Melis,24\06\2013, h. 13.31. Dal sito di "Repubblica" un articolo sui cambiamenti sulla normativa sulle reti Wi-Fi www.repubblica.it/tecnologia/2013/06 /20/news/wi-fi_libero_per_tutti_ecco_cosa_cambia_nessuna_responsabilit_per_chi_apre_la_rete-61447070/?ref=HRERO-1 Wi-Fi libero per tutti, ecco cosa cambia: nessuna responsabilità per chi apre la Rete Già dal 2011, con l’abrogazione di molte parti del decreto Pisanu, non c’era più l’obbligo di identificare gli utenti. Di fatto lo facevano quasi tutti i gestori, imponendo agli utenti di identificarsi in qualche modo. Nel "decreto del fare", secondo il ministero dello Sviluppo economico, la questione si azzera. Ma le forze di polizia potrebbero fare pressioni sugli Interni per modificare di nuovo la legge di ALESSANDRO LONGO ROMA - "Qualunque esercente, negozio, privato cittadino può adesso aprire una rete Wi-Fi e offrire accesso internet senza rischiare nulla né sottostare a obblighi burocrati”. Lo confermano, a Repubblica.it, dal ministero allo Sviluppo economico: è questa la conseguenza del decreto del Fare. Ora si può fare il bilancio di quello che cambierà, adesso che gli esperti, anche nello stesso ministero, hanno analizzato a fondo l’impatto dell’articolo 10 del decreto. Il testo può essere oscuro ai non addetti ai lavori. Si legge, per prima cosa, sotto il titolo “Liberalizzazione dell’allacciamento dei terminali di comunicazione alle interfacce della rete pubblica”: “la registrazione della traccia delle sessioni, ove non associata all’identità dell’utilizzatore, non costituisce tracciamento di dati personali e non richiede adempimenti giuridici”. Che significa? “Tutti i nostri avvocati concordano: significa la deresponsabilizzazione di chi apre la propria rete per l’accesso a internet”, spiegano dal ministero. Era il tassello che mancava per una liberalizzazione piena del Wi-Fi. Già dal 2011, con l’abrogazione di molte parti decreto Pisanu, non c’era più l’obbligo di identificare gli utenti. Ma di fatto lo facevano quasi tutti i gestori di una rete, tenendo un registro del traffico e imponendo agli utenti di identificarsi in qualche modo (tramite numero di cellulare, per esempio). Solo così infatti potevano supportare le richieste delle autorità in caso di reati compiuti dai loro utenti. E se non erano in grado di risalire all’identità dell’utente indagato, potevano essere considerati corresponsabili penalmente. Da tempo in molti si battevano contro questo assunto, anche in seno allo stesso Sviluppo economico, chiedendo che i gestori di reti Wi-Fi fossero considerati come i proprietari di un bar, non perseguibili per un reato avvenuto al suo interno a loro insaputa. Il decreto sembra eliminare questa spada di Damocle: toglie valore giuridico alla “registrazione della traccia delle sessioni”, quindi nessuno più la terrà e non potrà essere accusato per questo motivo. Il rovescio della medaglia è che ora potrebbe diventare più difficile risalire agli autori di reati su internet (dal terrorismo alla pedopornografia) che utilizzano reti Wi-Fi altrui. Non è escluso quindi che le forze di polizia premano sul ministero degli Interni per modificare di nuovo le norme. In più, il decreto chiarisce un aspetto restato per anni equivoco, nella normativa. Chi offre accesso a internet - se questo "non costituisce la sua attività commerciale prevalente" non è sottoposto agli obblighi di un internet provider. Insomma, è una tabula rasa di complicazioni, quanto deciso nel decreto del fare, per il Wi-Fi. Cadono gli ultimi alibi per negozianti, bar e amministrazioni pubbliche che non offrono ancora Wi-Fi. Non solo: il decreto non cita una tecnologia specifica, quindi la novità si applica a tutti coloro che danno accesso a internet senza farne attività commerciale prevalente (esclusi quindi provider e internet point). Se questo si tramuterà in un fiorire di punti di accesso internet pubblici è presto per dirlo. La caduta del Pisanu non ha avuto questa conseguenza: il Wi-Fi ha continuato a diffondersi in Italia in modo graduale, fisiologico, senza impennate. (24 giugno 2013)Torna all'indice