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La scadente vetrina di libri italiani (poco!) accessibili.
Scritto da Livio Mondini | Archiviato in Accessibilità, Libri | 19 giugno 2013

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Dopo lungo battage mediatico, ha aperto le sue vetrine LIA (Libri Italiani Accessibili), un sito 
che si auto-definisce come “la vetrina di ebook accessibili pensati per le persone non vedenti e 
ipovedenti”. Prosegue la presentazione: “Su LIA puoi sfogliare l’intero catalogo degli ebook 
accessibili oppure fare una ricerca per genere, autore, titolo. Una volta selezionati i titoli di 
tuo interesse, puoi scegliere su quale delle librerie partner di LIA perfezionare l’acquisto. Per 
ciascun ebook puoi conoscere le caratteristiche di accessibilità facendo click sul bollino LIA che 
si trova nella scheda libro”.

Già iniziamo male, LIA propone soltanto libri in formato epub (quindi non si può parlare di ebook 
in generale bensì di ebook in epub, uno dei vari formati possibili e disponibili per realizzare 
libri elettronici. Niente PDF, mobi, iBook o ODF. Semplicemente questi formati non esistono. Non è 
un dettaglio da poco, perché questo formato sembrerebbe rappresentare soltanto il 25% del mercato 
degli ebook) e ipotetici libri dedicati a “non vedenti e ipovedenti” non possono essere definiti 
accessibili, un libro accessibile è per tutti. Quando si parla di categorie precise, si tratta di 
editoria speciale, non di editoria accessibile. Ma proseguiamo.

È una storia iniziata tanto tempo fa, nata da un decreto firmato dall’allora Ministro Rutelli nel 
2008, che stanziava 2.750.000 euro destinati a:

•investimenti finalizzati alla trasformazione dei prodotti esistenti in formati idonei alla 
fruizione da parte degli ipovedenti e non vedenti;
•investimenti finalizzati alla creazione e riproduzione di prodotti editoriali nuovi e 
specificamente fruibili dai soggetti ipovedenti e non vedenti;
•investimenti finalizzati alla catalogazione, conservazione e distribuzione dei prodotti 
trasformati e creati.
(D.M. 18 dicembre 2007: Art. 2, Investimenti ammissibili)

Su questo progetto se ne sono viste e sentite veramente tante, fa sorridere rileggere il lancio 
della notizia da Punto Informatico: Roma – La bomba è esplosa: è stato pubblicato in Gazzetta 
Ufficiale il decreto del ministro ai Beni culturali Francesco Rutelli che potrà portare alla 
digitalizzazione di massa delle opere librarie, in un’operazione pensata per agevolare i disabili 
visivi, che si traduce nell’impiego delle nuove tecnologie per la diffusione della cultura. 
L’Italia è il primo paese al Mondo ad attivare un provvedimento di questo genere.

BUM. Sarà vero? Mah.

Ok, alla fine del percorso quello che è stato realizzato è questo “LIA – Libri Digitali 
Accessibili“. Ero particolarmente curioso di vedere di cosa si trattasse, perché leggendo gli 
innumerevoli comunicati stampa e dichiarazioni che si sono succedute negli anni non si capiva molto 
bene dove si sarebbe andati a parare, così come non aiutava consultare i documenti presenti sul 
sito di presentazione del progetto. A un certo punto è stato annunciato anche un “Bollino LIA”, che 
in base a fantomatiche certificazioni dovrebbe attestare l’accessibilità degli ebook proposti sul 
sito vetrina, come spiegato nella pagina dedicata agli obiettivi del progetto: “garantire che i 
titoli accessibili siano riconoscibili all’interno dei canali distributivi utilizzati per gli ebook 
attraverso l’assegnazione di un particolare bollino LIA;”.

Cosa sia e che cosa certifichi il bollino LIA (che ricordiamolo, non ha alcun valore legale o 
normativo) non è dato di saperlo, da chi venga assegnato e in base a quali criteri nemmeno. Si sa 
che nel progetto sono coinvolti l’Istituto Cavazza e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ma 
questo è tutto. Non sono riuscito a trovare alcuna informazione sui criteri di assegnazione di 
questo bollino che certifica l’accessibilità degli ebook presentati e quindi non è un dettaglio da 
poco: dovrebbe distinguere un “normale” ebook da uno creato utilizzando particolari tecniche ed 
attenzioni finalizzate alla fruizione del libro da parte di non vedenti e ipovedenti, l’unica 
particolarità che distingue questa vetrina da qualsiasi altro store di ebook online.

In effetti, l’eventuale acquisto sarà eseguito su uno degli store affiliati tramite il carrello di 
LIA. Bene, facciamo un giro sul sito vetrina, che da progetto dovrebbe “creare la vetrina online 
LIA, accessibile e integrata con le librerie online tradizionali per consentire ai non vedenti e 
agli ipovedenti di consultare in autonomia l’intero catalogo dei titoli accessibili e di 
acquistarli poi attraverso le librerie online collegate;”.

Inutile dirlo, ancora una volta il sito non solo non è a norma 04/2004, e presenta immediatamente 
delle gravi mancanze. Mi chiedo se davvero qualche ipovedente coinvolto nel progetto abbia testato 
il sito: alla risoluzione standard di 1024×768 già compare la barra di scorrimento orizzontale, il 
form di login va fuori schermo. Possibile? Sì, possibile.

Il layout genera la presenza della barra di scorrimento orizzontale a 1024×768.
A 800×600 la situazione si fa drammatica e il sito non è più utilizzabile.

A 800×600 il sito è inutilizzabile. Osservate cosa è successo al menu principale e alle aree 
laterali.
Com’è possibile che nessuno se ne sia accorto? Francamente non ne ho idea, però mi preoccupa il 
fatto che chi ha verificato il sito (ma l’avranno verificato?) sia lo stesso che probabilmente 
verifica i libri e li certifica.

Non aiuta certo la presenza di una inutile pulsantiera per ingrandire e ridurre i caratteri (sfido 
chiunque a capire quale sia il pulsante su cui fare clic per tornare alla normale dimensione del 
carattere) e rendere in negativo la pagina. L’effetto a un semplice test “responsive” è esilarante 
(in realtà, è drammatico che qualcuno abbia messo online un sito così).

Test responsive e in modalità lettura facilitata. Occorre un commento?
Dai, sarà una svista, vedrai che dentro è meglio. Ok, proseguiamo la visita. ormai ho capito che 
per poter usare il sito devo stare oltre i 1024×768 perché sennò si impatacca tutto (certo che è 
proprio strano, e come faranno tutti quelli che usano tablet e altre periferiche?), vediamo i libri.

Faccio clic sul link del primo libro in questo momento presente in primo piano, Il seggio vacante, 
per visualizzare la sua scheda. Ah ecco il bollino LIA, “Leggi le caratteristiche di accessibilità 
del libro”.

Certo che lo faccio. Ma che succede, non riesco a copiare il link? Vediamo il codice. Ah ecco, dei 
bei div annidati, con tanto di attributo title che ripete né più né meno il testo del link. Ma 
com’è possibile che un sito dedicato a un argomento così delicato ed importante, presentato alla 
Camera Dei Deputati in pompa magna, realizzato da un centro di eccellenza e blabla sia stato messo 
online con errori di accessibilità così marchiani ed evidenti? Eppure è lì da vedere. Ok, andiamo a 
vedere queste caratteristiche, magari almeno quelle… copio/incollo:

Caratteristiche di accessibilità

•Contiene un indice dei contenuti che permette l’accesso diretto a tutti i capitoli del testo 
tramite link. I titoli sono identificati come tali per favorire la navigazione.
•Il contenuto segue un ordine di lettura logico e corretto. I rimandi di nota sono linkati e 
consentono di accedere alle note e ai siti esterni, se presenti.
•Immagini, grafici, tabelle (e tutti gli altri contenuti non testuali) hanno una descrizione 
alternativa breve.
•Permette l’ingrandimento dei caratteri del testo e la modifica dei colori e dei contrasti per il 
testo e lo sfondo.
•Questo eBook è stato certificato accessibile da LIA
Francamente mi sfugge quali siano le caratteristiche di accessibilità. Ci stanno dicendo che un 
qualsiasi epub validato è un epub che verrebbe “certificato accessibile” da LIA? Perché quelle 
presentate sono né più né meno le caratteristiche di un qualsiasi epub acquistabile in un qualsiasi 
store online. Inoltre, dubito fortemente che in questo testo siano presenti Immagini, grafici e 
tabelle. Mah. Vediamo un altro libro, magari sono stato sfortunato.

Clic su un altro. Orpo, le caratteristiche di accessibilità sono le stesse. Un altro? Uguale. 
Insomma, per LIA un ebook che contenga un indice, dove il testo segua la stessa sequenza del 
cartaceo e sia possibile ingrandire il testo e modificare i colori di testo e sfondo è un libro 
“certificato accessibile LIA”? Ma quelle sono caratteristiche intrinseche del formato epub, non c’è 
bisogno di certificazioni LIA per questo, basta validare il file.

Proviamo a fare un acquisto. Scelgo un libro, vengo inviato allo store esterno dove è disponibile 
(per ora sono possibili due sole scelte, mi immagino che diventeranno di più), faccio l’acquisto. 
Niente di speciale: una normale transazione su uno store online, non c’era certo bisogno di LIA (mi 
chiedo se sia legale che un sito come LIA mi mandi a fare degli acquisti su siti privati, non sono 
un avvocato ma chiederò lumi).

Inoltre, nelle schede dei libri di Ultima Books e Book Republic, i due store su cui è possibile 
effettuare gli acquisti, non compare alcun bollino LIA (perlomeno per questo libro, non so per 
altri ma immagino sia la stessa cosa).

Però mi viene in mente che ne volevo comprare anche un altro. Torno su LIA, ne scelgo un altro, 
procedo all’acquisto e mannaggia, il carrello non si è svuotato dall’acquisto precedente e così ora 
ho due copie dello stesso libro. Incredibile ma vero. Avete provato a usare quel carrello con uno 
screen reader? Uhm, penso di no. Sembra proprio che il sito non sia stato affatto verificato, 
addirittura il testo sotto al pulsante Acquista non è leggibile, va fuori dallo schermo.

Inspiegabilmente il testo sotto al pulsante Acquista non è leggibile.
Ma no dai, non è possibile. Per ora passo e chiudo, ne riparleremo. Alcuni amici non vedenti e 
ipovedenti stanno facendo un vero test sul sito, prossimamente su questi schermi. Per chi si occupa 
un po’ di Web, è evidente che si tratta di un sito realizzato in maniera come dire, grossolana e 
non certo definibile come accessibile (trattandosi di un sito realizzato con finanziamento 
pubblico, è soggetto alla 04/2004).

Se questa è la vetrina, figuriamoci il resto. La cosa che fa maggiormente arrabbiare, perlomeno a 
me, è lo stridente contrasto che risulta fra la pagina celebrativa “Dicono di noi” sul sito del 
progetto e gli scadenti risultati resi pubblici a oggi. Quelli presentati per il sito sono difetti 
facilmente riscontrabili e facili da correggere. Ce ne sono anche altri, ne parleremo in seguito, 
ma lascia molti dubbi l’intera infrastruttura di cui è difficile comprendere contorni ed obiettivi.

Tante chiacchiere, pochissimi fatti. Già sentito, vero?

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