latalpa
Sulla scoperta del sistema Prism di controllo sociale degli USA
Art. commentato inviato  in privato da F. Melis, 10\06\2013.

Si tratta della faccenda che è venuta fuori i giorni scorsi che la NSA,
l'agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti in effetti
controllava le telefonate, internet e quant'altro compreso Microsoft,
Google, Apple e chi più ne ha più ne metta. Con la scusa della lotta al
terrorismo sistematicamente questi controllavano tutto e tutti. Alla
faccia della privacy, della libertà di parola, della democrazia: tutti
schedati e controllati! e non solo dentro il territorio degli stati
uniti. Anzi se ne sono usciti che il controllo non riguardava i
cittadini americani nel suolo degli stati uniti, come dire che riguarda
tutti noi. Per fortuna che ci sono anche delle persone molto coraggiose
che venute a conoscenza di questi fatti le portano alla conoscenza del
pubblico.

www.repubblica.it/esteri/2013/06/09/news/datagate_greenwald_pronto_a_parlare_con_fbi-60733221/?ref=HREA-1

Datagate, Guardian rivela l'identità della "talpa"
Ex tecnico della Cia: "Non ho fatto nulla di male"
Il giornale britannico ha rivelato il nome della "fonte" che ha fornito
le informazioni sul sistema di intercettazioni Usa.  Il giornalista a
cui sono sono stati passati i documenti segreti sul programma Prism,
Gleen Greenwald,  difende i suoi informatori, su cui è scattata
un'indagine del Dipartimento di Giustizia. "Meritano gratitudine, non
persecuzione giudiziaria e prigione". L'ex capo Nsa: "Continuità tra
Bush e Obama"

WASHINGTON - E' un giovane 29enne ex tecnico della Cia la 'talpa' della
più grande fuga di notizia sull'intelligence Usa. Lo rende noto il
Guardian. Si chiama Edward Snowden e oggi lavora in un contractor
privato del settore difesa, la Booz Allen Hamilton. Lo riferiscono il
Guardian e il New York Times. Il giovane ora si troverebbe ad Hong Kong,
dove potrebbe chiedere asilo politico. "Ho scelto questo paese - spiega
la 'fonte' - perchè ha un forte impegno a favore della libertà di parola
e a tutela del dissenso politico" e perchè lui stesso crede che sia uno
dei pochi luoghi al mondo che potrebbe e dovrebbe resistere ai dettami
del governo americano.

"Non ho avuto nessuna intenzione di nascondere la mia identità perchè so
che non ho fatto nulla di male". ha dichiarato. "Non voglio vivere - ha
aggiunto - in una società che fa questo tipo di cose". Il Guardian
spiega di aver rivelato l'identità dell'uomo su richiesta esplicita di
quest'ultimo. Secondo quanto riferisce il sito del quotidiano
britannico, il 29enne vede come migliore possibilità per il suo futuro
un asilo politico in qualche paese, forse  lo stesso Hong Kong, forse in
Islanda. Il giovane ha raccontato di aver lavorato per la Nsa negli
ultimi 4 anni come impiegato di società che, come l'attuale, svolgono
lavori in outsorcing per l'agenzia. "So che subirò le conseguenze delle
mie azioni", ha scritto in una nota che accompagnava la prima serie di
dati forniti al quotidiano, "ma sarò soddisfatto se l'insieme delle
leggi segrete, lo sproporzionato scuse e i travolgenti poteri esecutivi
che guidano il mondo che amo saranno rivelati anche solo per un attimo".

L'uomo spiega che il suo, unico obiettivo è "informare il pubblico di
ciò che viene fatto in suo nome e quanto viene fatto contro di loro.
Voglio che ci si concentri su questi documenti, non su di me, e che si
apra un dibattito tra i cittadini di tutto il globo su quale genere di
mondo vogliamo vivere". Snowden ci tiene a far capire che il suo non è
stato il gesto di un folle scontento o  di un disadattato. Rivela di
aver uno stipendio di 200.000 dollari l'anno, una fidanzata con cui
divide una casa alle Hawaii, una carriera stabile ed una famiglia che
ama. "Ma sto sacrificando tutto questo perchè non posso in buona fede
consentire al governo Usa di distruggere la privacy, la libertà di
internet e le libertà di base della gente nel mondo con questo imponente
sistema di sorveglianza che hanno costruito in segreto". Rivela di
essere rimasto deluso da Barack Obama. "Io non ho votato per lui", nel
2008, "ho scelto un terzo partito ma credevo alle promesse di Obama.
Stavo già per svelare tutto (ma ho atteso per vedere se cambiavano le
cose dopo la sua rielezione) e lui ha continuato con le politiche del
suo predecessore". Snowden ha accusato il presidente di aver "cercato di
difendere consapevolmente l'indifendibile", a scandalo scoppiato.

Edward Snowden ha raccolto e copiato il materiale, poi diffuso sui
media, 20 giorni fa dal suo ufficio della Nsa alle Hawaii. Quindi ha
avvertito il suo capo che sarebbe stato fuori per un paio di settimane
per ricevere una cura contro l'epilessia, di cui soffriva da tempo.
Infine ha salutato la sua ragazza dicendole che sarebbe stata fuori per
un pò, "una cosa non inusuale per chi ha lavorato da 10 anni
nell'intelligence". Con la sua borsa piena di segreti, il 20 maggio s'è
imbarcato su un volo per Hong Kong, dove è rimasto sino a ora.

"Da tre settimane sono rinchiuso in albergo. Ho cambiato stanza tre
volte per paura di essere spiato. Mi sono messo una grande cappuccio
rosso in testa  quando entravo con la mia password nel mio computer per
non essere intercettato da qualsiasi telecamera interna alla rete".
Sapeva di essere nel mirino della Nsa, la più imponente organizzazione
di intelligence al mondo. Del resto, racconta il giornale, la Nsa da
quando lui è partito, ha già fatto visita due volte alla sua casa alle
Hawaii, non spiegandosi l'assenza al lavoro, ma senza sospettare che
avesse un nesso con la fuga di notizie.

Intanto, Glenn Greenwald il giornalista americano del britannico
Guardian che ha infilato l'amministrazione Obama in una nuova tempesta
grazie allo scoop sul programma Prism, diventato presto meglio noto come
scandalo Datagate, ha partecipato al talk show This Week della Abc, dove
si è detto pronto a dire tutto quello che sa ai federali sulla fuga di
notizie che ha portato allo scoperto una verità scomodissima per i
valori fondanti del Grande Paese: miliardi di conversazioni di suoi
concittadini erano spiate dalla Nsa, la National Security Agency, con
l'alibi della lotta al terrorismo e la protezione di una delle tante
discutibili leggi varate dopo l'11 Settembre, il Foreign Intelligence
Surveillance Act. Scandalo che, secondo il New York Times, coinvolge
quasi tutti i giganti della Silicon Valley, che avrebbero fornito al
governo montagne di dati.

Nel suo passaggio a This Week, Greenwald ha voluto rimarcare proprio il
rapporto tra il suo lavoro, i risvolti dello scandalo e i valori della
Costituzione americana. E, soprattutto, di non temere per sè, ma per le
sue fonti. A cui gli americani dovrebbero essere grati, mentre è
scattata un'indagine per identificarle. "Sono pronto a parlare con gli
agenti del Fbi - ha detto Greenwald -. Direi loro che c'è una cosa che
si chiama Costituzione, il cui primo emendamento tutela la libertà di
parola".

Greenwald ha raccontato di non essere stato ancora contattato dagli
inquirenti, che ieri hanno formalmente aperto un'inchiesta sulla
clamorosa fuga di notizie. "Non mi ha cercato nessuno, ma in ogni
momento, se qualcuno volesse parlarmi, sarei felice di farlo. Direi loro
che sono un cittadino americano. E ho il diritto e perfino il dovere, in
quanto giornalista, di dire ai miei concittadini e ai nostri lettori
cosa sta facendo il nostro governo, cosa non vogliono che il popolo
americano sappia".

"Sarei felice di dire loro queste cose - ha rimarcato Greenwald -. Ma
spiegherei loro che il tentativo di intimidire i cronisti e le loro
fonti con queste costanti minacce di indagini non funzioneranno. Al Fbi
direi che sino a quando il governo tiene nascoste le sue azioni con la
minaccia di denunce, l'unico modo che abbiamo di sapere quello che fanno
è attraverso queste 'talpe' coraggiose che meritano le nostre lodi e la
nostra gratitudine, non la persecuzione giudiziaria e la prigione".

Decisamente poca gratitudine per quelle "talpe" deve provare il
procuratore generale degli Stati Uniti Eric Holder, a cui la vicenda non
ha dato scelta, obbligandolo a dare il via all'indagine sul nuovo "media
leaks", mentre si rinnovano le richieste delle sue dimissioni. Il
Dipartimento di Giustizia è chiamato a identificare chi ha passato alla
stampa quelle informazioni sensibili, per le quali la National Security
Agency ha presentato oggi una relazione in cui si chiede, tra le altre
cose, un'indagine di carattere "criminale".

(09 giugno 2013)
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