catpcha Petizione web a favore dei ciechi ma i Captcha impediscono le firme La Stampa del 05-06-2013 USA. Paradossi del web: la Federazione Nazionale dei Ciechi statunitensi lamenta che i suoi iscritti non riescono a firmare una petizione online per chiedere un impegno legislativo che favorisca la traduzione in formati accessibili ai non vedenti dei tanti libri pubblicati. L'ostacolo? I cosiddetti "Captcha", quelle serie di lettere e numeri deformi che quasi tutti i blog e siti di servizio ci chiedono di decifrare prima di iscriverci e acquisire, quindi, il diritto alla pubblicazione. Si tratta di una delle formule più usate in Rete per assicurarsi che chi si registra non sia un robot, e come tale un produttore di spam o altre insidie informatiche. Formula efficace, ma vero incubo per chi non ha l'uso della vista. Chi soffre di questo handicap usa strumenti di lettura dei testi che appaiono sullo schermo del pc, e che traducono in parole pronunciabili anche le immagini, quando chi le pubblica si ricorda di corredarle di un testo descrittivo sostitutivo. Ma questi sistemi vanno in tilt di fronte ai captcha, per loro natura graficamente insidiosi e, spesso, puri file di immagine. È così che la petizione sopra menzionata, che ha l'aggravante d'essere ospite sul sito web della Casa Bianca, ha ricevuto finora solamente 8.200 firme. E per chi volesse aggiungere il suo nome sembra che l'unica soluzione sia l'aiuto di persona dotata, per sua fortuna, di tutti i sensi perfettamente funzionanti. La Casa Bianca si è difesa sostenendo che il sito è conforme agli standard di accessibilità del Paese. Chris Danielsen, della Federazione statunitense per i Ciechi, ha dichiarato al sito Politico che si rese conto del problema dopo la pubblicizzazione della petizione. "Avevamo chiesto alla gente di firmare e stiamo ricevendo queste e-mail in cui la gente testimonia di non poterlo fare", ha raccontato. L'episodio è un esempio di barriera architettonica virtuale, tanto più clamorosa perché eretta proprio a ostacolo di una petizione rivolta a chi non vede. Un po' come se gli stadi che ospitano le paraolimpiadi impedissero l'accesso a chi vive su sedia a rotelle. I tentativi di decodificare i captcha con i software attualmente a disposizione danno risultati grotteschi: versi indecifrabili che sembrano provenire da culture aliene. Scherzi a parte, il problema non è banale e non riguarda numeri tanto piccoli di utenti. Il computer ha aperto grandi possibilità a chi soffre di disabilità visive o d'altro genere, ed è pertanto una risorsa molto sfruttata. All'inizio dell'anno, il servizio di biglietteria Ticketmaster ha rimosso il sistema di autentificazione dal suo sito di vendita. Segno evidente che le alternative sono pur sempre praticabili. In particolare nel caso di una petizione, che dispone certamente di altre risorse per individuare l'identità dei suoi sottoscrittori. Il problema dell'accessibilità del Web, evidentemente, deve essere ancora digerito. Come, d'altra parte, ancora molto c'è da fare nelle strade delle città e negli edifici e mezzi pubblici. La Stampa, da tempo, mette a disposizione un estratto del giornale adeguato ai sistemi di lettura per ciechi. di Claudio LeonardiTorna all'indice