l.tony
Il complessato degli anni '60 perde il ciuffo di Little tony!
Ascolta nell'allegato mp3 la voce e la musica del cantante scomparso.

Dal "ciuffo" di Little Tony alle creste di Hamsig ed Elsharawi il filo conduttore della nostalgia 
lega le generazioni e le teste di tanti ragazzi ed ancor piu' ragazze ammaliate da un look vincente.
Forse non solo le teste canute ed alopeciche amano il superritmo all'italiana di "24000 baci", 
"Cuore Matto", "Riderà", "Bada bambina".

Addio a Little Tony, l'Elvis italiano
Corriere della sera del 28\05\2013.

Addio a Little Tony, l'Elvis italiano.
Quei successi da "Riderà" a "Cuore matto".
di Mario Luzzatto Fegiz e Maurizio Porro Little Tony, il suo vero nome era Antonio Ciacci, è morto 
ieri sera in una clinica romana dove era ricoverato
da tre mesi per un cancro. Aveva 72 anni. I funerali si svolgeranno giovedì nella chiesa del Divino 
Amore.
L ittle Tony è stato il simbolo del rock and roll all'italiana, il nostro Elvis Presley, legando il 
suo nome e il suo look a un modo di apparire tutto
speciale e a uno stile di canto che, grazie a una manciata di canzoni come "Cuore Matto" o 
"Riderà", è entrato nell'immaginario collettivo di almeno tre
generazioni. Tutto quel che ruota intorno ad Antonio Ciacci, ovvero l'aggregazione 
artistico-familiare molto massiccia, il muoversi in un clan che fra
parenti e amici arrivava, al festival di Sanremo 1970, a oltre 25 persone, farebbe pensare a 
origini meridionali. E invece no. Little Tony, pur essendo
nato a Tivoli il 9 febbraio 1941, veniva dalla Repubblica di San Marino, dove, all'inizio del 
Novecento, viveva la famiglia Ciacci, molti fratelli di origine
toscana, quattro dei quali si trasferirono a Roma.
Uno era il nonno di Little Tony, che ebbe tredici figli, il settimo dei quali, Settembrino, era 
chitarrista, e il nono, Novino, fisarmonicista e cantante.
I due con un terzo fratello suonano in compagnie teatrali e in varie occasioni, dai matrimoni alle 
feste di piazza. La loro storia si replica quando i
tre figli di Novino, Antonio, Alberto e Enrico Ciacci, si mettono a fare musica con 
strumenti-giocattolo: Enrico, bimbo prodigio, suona e studia la chitarra,
Alberto è un buon fisarmonicista, Tony invece si limita a maneggiare senza entusiasmo bonghetti e 
maracas. Nel 1954, con l'arrivo dagli Stati Uniti dei
primi brani di rock'n'roll, Tony scopre la sua vocazione. A tredici anni è già in grado di imitare 
alla perfezione Little Richard e Bill Haley, usando
testi creati in inglese maccheronico. Nel 1956 il colpo di fortuna: papà Novino si sta esibendo in 
canzoni romantiche e napoletane in un ristorante di
Grottaferrata. Little Tony è lì anche lui quando una comitiva di turisti americani chiede a gran 
voce di ascoltare del rock'n'roll. Tony si lancia e comincia
a cantare con i fratelli. Il successo è trionfale al punto che gli americani lasciano 50mila lire 
di mancia. Da quel momento il "core business" passa nelle
mani e nelle voci dei tre fratelli Ciacci che cantano in trattorie, ristoranti, balere e teatri 
d'avanspettacolo. Proprio in uno di questi, lo Smeraldo
di Milano, Little Tony viene notato da un impresario inglese, Jack Good, che lo convince a partire 
con i suoi fratelli per l'Inghilterra, dove nascono
i Little Tony and his brothers. E' il 1958: Little Tony incide un notevole numero di brani fa cui 
"Lucille", "Shake rattle and roll", "Il barattolo" e
"Sassi".
Il grande pubblico italiano lo scopre al Festival di Sanremo del 1961, dove Little Tony, in coppia 
con Adriano Celentano, scende in gara con "24mila baci"
che si piazza al secondo posto. Little Tony diventa uno dei cantanti più popolari d'Italia e 
addirittura un sex symbol maschile adorato dalle ragazze.
Il suo modo di essere in scena asseconda quella rivoluzione dei corpi degli spiriti e dei cuori 
che, esplosa qualche anno prima im America, proietterà
le sue conseguenze per i successivi trent'anni. L'Europa tentò di rispondere a Presley. La Gran 
Bretagna lanciando Tommy Steele e Cliff Richard, la Francia
Johnny Halliday con ciuffo e camicia da cow-boy, l'Italia con Little Tony. Tutti distanti anni luce 
dall'originale.
Gli anni Sessanta sono molto generosi con Little Tony: nel '64 "Quando vedrai la mia ragazza" 
trionfa a Sanremo e nel 1967 "Cuore matto" diventa un successo
così come la successive "Riderà" e "La spada nel cuore". Discrete accoglienze anche per "Un uomo 
piange solo per amore", "Lacrime" e "La donna di picche".
Altri successi "Bada bambina", poi nel '74, "Cavalli bianchi". Nel '75 incide l'album "Tony canta 
Elvis", in cui rende omaggio al suo Maestro. Eppure già
all'inizio degli anni Ottanta Little Tony sembra travolto dalle nuove mode, dai cantautori e la 
discografia lo molla.
Scompare dalle scene, canta e suona sopratutto all'estero. "Sono stufo di fare il burattino delle 
case discografiche" confessa in un'intervista al Corriere
del marzo 1980 dopo un concerto in una balera della periferia di Milano chiamata Parco delle rose. 
"Suono dove mi chiamano e mi sento padrone di me stesso".
Tant'è che l'album "Tribute to Elvis" con brani come "Love me tender", "Tutti Frutti", "Are you 
lonesome tonight" viene pubblicato a sue spese.
In compenso viene sempre invitato nelle trasmissioni televisive più popolari come "Trent'anni della 
nostra storia", "C'era una volta il festival" e "Una
rotonda sul mare" dove canta i suoi successi del passato. Negli anni 80 con i colleghi Bobby Solo e 
Rosanna Fratello dà vita ad un gruppo vocale, I Robot.
Nel 2003 si era presentato a Sanremo in coppia con un altro seguace di Presley, Bobby Solo, ma il 
brano "Non si cresce mai" non convinse né le giurie né
il mercato. In tempi recenti ha prestato il suo volto e la sua voce alla campagna pubblicitaria di 
uno yogurt anticolesterolo usando la canzone "Cuore
Matto". Aveva sofferto di problemi cardiaci che ne avevano minato la salute. Quella canzone 
rappresentava il punto di congiunzione fra la sua arte e la
verità della sua cartella clinica.
Mario Luzzatto Fegiz
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