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Antivirus, irrompe anche Google CAMP …
Art. inviato in privato da Gaetano Cimmino, 17\04\2013, h. 20.13.

Il progetto è ormai definito: creare un’estensione per il popolare browser che sia in grado con 
controllare ogni tipo di file scaricato dalla rete dall’utente. E i giganti della sicurezza web 
tremano di DARIO D’ELIA*
SI CHIAMA Google CAMP. Sarà bene tenerlo a mente perché è il software antivirus e antimalware che 
sta per entrare di prepotenza nel mercato della sicurezza informatica e nei computer di miliardi di 
persone. Google ci sta lavorando da tempo, considerati i progressi raggiunti, ma solo adesso è 
disponibile un po’ di documentazione al riguardo.  CAMP (Content-Agnostic Malware Protection) 
promette di eliminare quasi il 100% dei pericoli provenienti dalla Rete. Il progetto è curato da 
ingegneri Google e ricercatori universitari. Moheeb Abu Rajab, Lucas Ballard, Noé Lutz, Panayotis 
Mavrommatis e Niels Provos, nomi per lo più sconosciuti al grande pubblico, hanno anticipato 
qualcosa sull’argomento durante il 20° Annual Network & Distributed System Security Symposium di 
San Diego. A fine febbraio di questa piccola rivoluzione però non se ne è accorto quasi nessuno.La 
novità sostanziale rispetto agli attuali prodotti sul mercato non è prettamente tecnologica, ma 
piuttosto il fatto che a fornire le risorse “informative” sia proprio Google. L’idea infatti è 
quella di realizzare un’estensione per il browser Chrome che si occupi di analizzare ogni file 
eseguito o scaricato durante la navigazione online. Qualcosa che ricorda la funzione “Navigazione 
sicura” dell’attuale versione di Chrome. “Google scarica sul browser un elenco di informazioni 
relative ai siti che potrebbero contenere software dannoso o attuare phishing. Se l’URL del sito 
visualizzato corrisponde a una voce dell’elenco, il browser contatta i server di Google per avere 
maggiori informazioni e prendere una decisione. Se il computer stabilisce poi che stai visitando un 
sito rischioso potrebbe avvisarti”, spiega oggi la nota informativa online. In pratica mentre si 
svolgono le comuni attività su Internet, come ad esempio visitare un sito, guardare un video, 
cliccare un link, un bodyguard virtuale si occupa di procedere con il controllo. Normalmente è 
silente ma se individua qualcosa di pericoloso blocca l’indesiderato e visualizza un messaggio di 
allerta. La modalità di intervento è quella classica, ma ciò che conta è il “sistema di 
reputazione” dei distributori di contenuti. Ovvero la fedina dei siti web e dei fornitori file 
multimediali.CAMP vanta un database di potenziali minacce e indirizzi di siti pericolosi che è il 
frutto dell’attività quotidiana di monitoraggio sulla Rete attuata da Google e dai suoi specialisti 
di sicurezza. Il campione è di circa 200 milioni di utenti unici e decine di milioni di “studi di 
reputazione”. Sul proprio PC sarà residente una parte di questo archivio, mentre online sui server 
Google sarà depositato tutto il resto.Ad oggi i test di laboratorio confermerebbero la capacità di 
CAMP di bloccare il 70% delle minacce senza l’ausilio delle risorse online; attivando invece 
l’ulteriore aiuto di Google si raggiunge il 99%. L’ottimizzazione degli strumenti analitici fa sì 
che non si perda tempo dietro a siti dati per sicuri, ma ci si concentri su quelli che sono in 
black-list oppure che abbiano avuto qualche problema nel tempo.Infine non si può dimenticare il 
capitolo privacy. Google Camp non ha bisogno di sfruttare le informazioni mandate dall’utente per 
proteggerlo; può affidarsi tranquillamente ai suoi database. Di fatto vanta già una “schedatura” 
aggiornata di ciò che avviene in Rete e nella maggior parte dei casi non ha bisogno di ficcanasare 
nella navigazione dell’utente. Stando così le cose Google rischia di mettere davvero nei guai la 
concorrenza. Secondo il rapporto antivirus 2012 di OPSWAT la leadership mondiale è ancora 
saldamente in mano a Microsoft Security Essentials con il 15,3%. Segue Avast Free con il 13,6%, ma 
per vedere un primo prodotto a pagamento bisogna andare al fondo della classifica.È evidente che un 
antivirus Google, per di più di qualità, potrebbe senza dubbio attirare il grande pubblico e 
alterare gli equilibri del settore. Forse l’unico limite al momento è che l’estensione richiederà 
il browser Chrome, ma è un dettaglio. Ci vorrà poco a realizzare versioni anche per Microsoft 
Explorer e Mozilla Firefox. E poi, detta tutta, oggi è una cosa che appare meno importante di ieri. 
Chrome anche in Italia, stando ai dati di StatCounter, è il browser più usato con quasi il 40% di 
share.

* della redazione di TOM’S HARDWARe ©
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