mente
Leggere nella mente delle persone è possibile.
Art. commentato postato da Lidia su nicofranca-news, 17\03\2013, h. 19.27.

Secondo me non è "fuori tema" l'articolo che vi propongo, è indubbiamente interessante anche se 
forse un po' troppo avveniristico e fantascentifico, però ritengo che i concetti che ci riguardano 
come non vedenti siano abbastanza veri.
 (omissis)

«TUTTOSCIENZE».

STUDIO ITALIANO
"Leggere" nella mente delle persone è possibile.
I non vedenti elaborano la percezione uditiva di un'azione come se l'avessero "vista.
roma.

«Stiamo iniziando letteralmente a "leggere" nella mente delle persone. La speranza, ormai non più 
solo fantasia' è che con la "lettura del pensiero" si possa arrivare a mettere a punto sofisticate 
interfacce cervello-computer che permettano alle persone con gravi disabilità di comandare 
dispositivi con la forza della mente». Così Pietro Pietrini, direttore dell'Unità operativa di 
Psicologia clinica dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa, parla delle possibilità aperte 
dalla ricerca da lui guidata che misura la traccia neurale del pensiero.
Lo studio, pubblicato su Plos One, è stato realizzato insieme ai ricercatori dell'Università di 
Pisa, Pavia e Ferrara. Il lavoro dimostra che la rappresentazione mentale di un'azione compiuta da 
altri si basa sullo stesso codice neurale sia in individui vedenti sia in non-vedenti dalla nascita.
I ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica cerebrale funzionale per misurare il modello 
di risposta nel cervello di un gruppo di individui ai quali venivano mostrati, alternativamente, 
filmati di azioni compiute da altri, quali il piantare un chiodo o il bussare alla porta, oppure di 
scene ambientali (il cadere della pioggia o il soffiare del vento). I ricercatori si sono poi 
chiesti se fosse possibile, partendo dall'analisi della risposta cerebrale, arrivare a capire cosa 
l'individuo stesse guardando in quel momento.
«Partendo dall'analisi multivariata dei diversi modelli di risposta neuronale della corteccia 
cerebrale - spiega Emiliano Ricciardi, uno degli scienziati pisani del team di ricerca - il 
computer ha messo a punto un "classificatore" capace di discriminare con accuratezza se una persona 
stesse guardando un'azione o una scena ambientale. Più semplicemente, il computer è riuscito a 
leggere il pensiero, o meglio, il codice neurale del pensiero».
Ma i ricercatori sono andati oltre. Si sono chiesti se il classificatore "visivo" fosse capace di 
riconoscere la risposta cerebrale legata alla percezione uditiva di un'azione, quale il sentir 
bussare alla porta, rispetto ad un suono ambientale quale il cadere della pioggia in individui 
privi della vista fin dalla nascita e che, pertanto, non avevano alcuna esperienza "visiva" di 
azioni o scene ambientali. Come speravano, il classificatore è stato in grado di predire con buona 
accuratezza se un individuo, cieco dalla nascita, stesse ascoltando suoni di azioni oppure di 
rumori ambientali.
«Questo studio dimostra che la rappresentazione del mondo esterno, nel nostro cervello, è sottesa 
da un codice neurale astratto, che non dipende da una singola modalità sensoriale e che anzi si 
sviluppa identico anche in chi nasce privo della vista», spiega Pietrini.
In altre parole, i non vedenti codificano ed elaborano la percezione uditiva di un'azione come se 
l'avessero "vista". «Con queste nuove metodologie di analisi dell'attività neurale in vivo - 
conclude Pietrini - stiamo iniziando letteralmente a "leggere" nella mente delle persone».
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