istella
Istella, nuovo ingresso nel mondo dei motori di ricerca.
vari su varie liste dal 19\03\2013, h. 19.13.

Sommario:
a)Istella, l'anti-Google italiano punta sul social
b)istella: un motore di ricerca italiano contro Google

a)Istella, l'anti-Google italiano punta sul social

Art. postato da Gaetano Cimmino su universal-access.
L'ad di Tiscali Renato Soru lancia il motore di ricerca che scommette sulla condivisione di 
contenuti forniti dagli utenti per creare un'alternativa nostrana a Mountain View
di Paolo Anastasio

Renato Soru torna alla sua “magnifica ossessione”, quella dei  search engine, che all’inizio degli 
anni 2000 lo lanciò in orbita nel mondo del web con la sua creatura, Ixe. All’epoca il sistema di 
ricerca, che andava più veloce del competitor americano Altavista, fu “svenduto” per 10 milioni di 
dollari a Google e diventò il nocciolo tecnologico dell’algoritmo di Mountain View. L’ad di Tiscali 
ci ha messo più di 10 anni per “elaborare quel lutto” (“fu un errore”, ha detto oggi Soru) ma oggi  
torna alle sue origini con Istella.it, il motore per il web italiano, che ha l’ambizione di sfidare 
lo strapotere di Google, “senza tracciare e catalogare gli utenti, ma puntando sul contributo degli 
utenti e sul social, per arricchire la nostra directory di contenuti italiani”.

Per differenziarsi dalla concorrenza, Istella punta su un content di qualità, indicizzato con un 
occhio di riguardo per la cultura e la storia di casa nostra. E lo fa in due modi: da un lato, 
dando spazio agli utenti e ai contenuti forniti direttamente da loro, per far emergere sul web una 
massa di fonti e contenuti ad oggi nascosti. Dall’altro, grazie ad una serie di accordi di alto 
profilo culturale, come quello con l’Enciclopedia Treccani, con il Mibac, musei, archivi storici e 
fotografici di accademie, associazioni e tv e il Touring Club Italiano. L’obiettivo è valorizzare 
la cultura italiana e metterla in rete. Particolare attenzione è riservata, infine, alle mappe 
territoriali e alle mappe storiche del nostro paese, grazie all’accordo ad hoc con Blom Generale 
Riprese aeree, specializzata il telerilevamento aereo.  I partner tecnologici di istella sono il 
Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), l'Università di Pisa, l'Internet Memory Foundation, Dell 
e Here, il brand di location cloud di Nokia.

 Istella.it è online da oggi, 12 anni dopo l’esordio di Ixe, il motore di ricerca a suo tempo 
ceduto da Tiscali a Google per un pugno di milioni. “La vendita a Google fu un errore”, dice Soru, 
voglioso di riprendere il filo interrotto con il mondo della search, un mercato che in Italia 
genera un giro d'affari di 2,5 miliardi di euro all'anno, più o meno lo stesso giro d’affari di 
Mediaset, e che oggi è dominato da Google.

“Il mercato dei motori di ricerca è rilevantissimo, per questo diciamo no ai monopoli soprattutto 
se arrivano da aziende che non sono italiane – dice Soru – vogliamo prenderci una fetta di business 
grazie a Istella, che rispetto a Google, oltre ad essere italiano, consente agli utenti di 
contribuire in modalità “social” alla creazione dell’archivio digitale, caricando contenuti 
personali. E di condividere questi contenuti con altri utenti”.

Due funzioni, quella di contribuzione diretta degli utenti – simile al modello Wikipedia, anche se 
nel caso di Istella, realizzato in collaborazione con l’Università di Pisa e il Cnr, l’utente 
“resta protagonista e non scompare, annegato nel lemma”, precisa Soru – e quella della condivisione 
social dei contenuti  su cui l’amministratore delegato di Tiscali scommette per “rubare” utenti a 
Google, ma anche a Bing. “In altri paesi ci sono riusciti – dice Soru – basti pensare al successo 
di Yandex in Russia e di Baidu in Cina”.

In Europa, per ora, nessun motore è riuscito a competere con Google con una versione “nazionale” 
della search. “Istella può contare su 3 milioni di siti indicizzati, 3 miliardi di pagine web, 180 
terabytes di dati indicizzati – dice Soru – grazie agli accordi con archivi, quotidiani e 
periodici, archivi di arte e cinema, agenzie fotografiche come LaPresse, l’archivio storico Rai 
puntiamo sulla qualità e sull’approfondimento delle ricerche – dice Soru – inoltre, apriamo agli 
utenti, che possono inviarci i contenuti realizzati da loro stessi: ad esempio, tesi di laurea, 
storie di famiglia, approfondimenti di storie locali, tutti contenuti che fino ad oggi non erano 
accessibili nel mondo delle ricerche”.

Per caricare contributi individuali è sufficiente registrarsi. Il motore consente anche, nella 
bacheca, di organizzare il mondo social con amici, follower e gruppi da seguire. Un modello che 
segue da vicino quello di Dropbox, Twitter e di Pinterest, con la differenza che in bacheca si può 
mettere ciò che arriva dal web e dalle ricerche. “Istella è un motore di ricerca che sostiene 
l’open data – aggiunge Soru – vogliamo collaborare con la comunità scientifica, mettendo a 
disposizione i nostri archivi, e con la PA, ad esempio con tutti quei comuni che ad esempio 
vogliono digitalizzare i loro archivi di mappe storiche”.

Il modello di business è quello classico dei motori di ricerca, vale a dire la vendita di 
pubblicità e parole chiave. A latere anche la vendita di servizi come Net Sentiment, un servizio 
che consente di studiare l’opinione degli utenti a partire da quello che scrivono in rete già 
sperimentato con l’analisi di circa 700mila post a settimana nel periodo pre elettorale. '' "Siamo 
desiderosi di confrontarci, a livello di tecnologia, con i giornali e non contro gli editori", ha 
detto Renato Soru. Nel suo modello di business, ha aggiunto Soru, "Istella si propone anche di 
servire i grandi giornali e gli editori che usano i motori di ricerca". Attualmente Google News, il 
servizio offerto dall' azienda di Mountain View che aggrega e indicizza le notizie delle principali 
fonti giornalistiche disponibili sul web, è sotto la lente degli editori europei. Poche settimane 
fa in Francia, Mountain View ha firmato un accordo col governo che prevede il versamento di 60 
milioni di euro per la creazione di un Digital Publishing Innovation Fund.

19 Marzo 2013

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b)istella: un motore di ricerca italiano contro Google
AntonioFerrazza su nicofranca-news, 25\03\2013, h. 11.29.

addirittura contro Google mi pare eccessivo, ma il web a volte dà delle sorprese impensabili!

presentato istella, il nuovo motore di ricerca italiano che vuole contrapporsi allo strapotere di 
Google.

"Adesso abbiamo a che fare con dei monopoli, nel search e nel social networking. Mi inquieta che 
per muoversi nel web si debba essere legati a una sola società. Ma io penso che non esista un 
monopolio in grado di resistere per sempre. Prima o poi c'è l'opportunità per insidiarlo e 
prendersi qualche quota importante di mercato," ha dichiarato Soru alla conferenza stampa.

Mi trovo d'accordo con le parole di Soru, siamo di fronte a dei monopoli e mi fanno sempre più 
paura tutte le informazioni che continuo a fornire a Mountain View. Nonostante ciò penso che 
istella sarà un fallimento dal punto di vista del pubblico.

Il problema è che riproporre un motore di ricerca che di nuova aggiunge ben poco, nel 2013, non 
porta di certo utenti. Bing ci prova da anni, e nonostante i miliardi spesi per costruire il motore 
e il brand, Bing ha ancora una quota di mercato minima, anche se si vuole includere il traffico di 
Yahoo. Google gode di un'aurea dorata che fa scordare agli utenti che esistono altri motori di 
ricerca, anche quando questi possono offrire un servizio buono almeno quanto quello di Google.

Soru sostiene che "C'è la possibilità di confrontarsi con chi già c'è e fare impresa hi-tech: 
vogliamo creare lavoro e anche profitto per gli azionisti. Gli spazi ci sono." Ma gli spazi non ci 
sono, non per un clone almeno. Ce ne sarebbero per un motore di ricerca davvero innovativo. Per un 
motore di ricerca che sia nel 2013, ciò che Google fu nel 1998: un motore che portava a risultati 
davvero rilevanti.

Il mercato della ricerca, in Italia, vale €2 miliardi l'anno e Soru pensa che, accaparrandosene 
anche solo un 10% potrebbe migliorare il suo fatturato di €200 milioni. Anche ammettendo che riesca 
a obbligare tramite Tiscali convincere il 10% degli italiani a usare istella come pensa di 
monetizzarlo questo traffico? Vuole costruire istellaWords? O vuole terziarizzare la monetizzazione 
a Google stesso o a Bing? Dubito che gli inserzionisti verrebbero da Tiscali quando possono 
raggiungere il 90% del mercato con il solo Google. Se poi si andasse oltre oceano per la 
monetizzazione, beh, sarebbe proprio ironico, no?

"In questi due anni di lavoro abbiamo riannodato il filo interrotto nel 2000, quando abbandonammo 
il motore proprietario per mettere la search box di Google nel nostro portale in cambio di svariati 
milioni di euro. Quella fu una scelta sbagliata, una scelta buona soltanto per la trimestrale," ha 
continuato Soru. Io penso invece che la scelta giusta sia stata quella presa oltre un decennio fa. 
A meno che questa non sia solo una mossa per poter chiedere di più a Google.

"Istella è un modello di ricerca locale e partecipativo la cui crescita e il cui incremento 
costante di efficacia nella ricerca fonda le sue radici nella collaborazione dell'intero sistema, 
che mi auguro possa identificarne presto i vantaggi: comuni, editori, fondazioni, studenti, 
ricercatori, fotografi, geografi o semplicemente appassionati di contenuti particolari o possessori 
di un singolo libro orfano di diritti, hanno da oggi a disposizione un nuovo canale per valorizzare 
e condividere il proprio sapere," ha dichiarato Soru durante la presentazione, aggiungendo che 
istella potrà vantare i contenuti forniti in esclusiva dall'Istituto Treccani, dall'Agenzia Stampa 
LaPresse, dall'ICAR-SAN (Istituto Centrale per gli Archivi del Ministero dei Beni Culturali), 
dall'ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico del Ministero dei Beni Culturali), la Guida 
Monaci e Blom CGR (Compagnia Generale Riprese aeree). Interessante, ma non abbastanza da farmi 
smaettere di usare Google.

Ho provato a fare un piccolo esperimento per cercare l'immagine da usare per questo articolo: ho 
quindi cercato istella su istella (molto meta, lo so). Il risultato? Nemmeno un'immagine. Su 
Google, invece, a bizzeffe.

Fonte: pc facile.
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