attacco Il cyberattacco più grande della storia dal Corriere della sera del 28\03\2013. Il cyberattacco più grande della storia. EDOARDO SEGANTINI. La compagnia Spamhaus, specializzata in servizi antispamming (messaggi indesiderati), è vittima di un pesantissimo attacco informatico da parte di Cyberbunker, una società olandese finita nella lista nera degli spammer. L'assalto potrebbe avere effetti paralizzanti sull'intera Rete. Questo dimostra quanto Internet sia un organismo tanto pervasivo quanto, ancora, fragile e pericoloso: nelle strutture ma anche nelle leggi. Cyberbunker contro Spamhaus: sembra un titolo di fantascienza, invece è storia vera. Spamhaus, specializzata in servizi anti- spamming (messaggi indesiderati), è vittima di un pesantissimo attacco informatico che potrebbe avere effetti paralizzanti sull'intera Rete. L'attaccante, Cyberbunker, è una società olandese che deve il proprio nome alla sua sede, in un ex bunker della Nato. E che offre "qualsiasi tipo di servizio a qualunque sito web, tranne pornografia infantile e terrorismo". In passato è stata al centro di controversie legali per aver ospitato il sito Pirate Bay. Tutto comincia, racconta il New York Times , quando Spamhaus aggiunge Cyberbunker alla lista nera degli spammer . A quel punto parte il primo attacco a colpi di botnet (reti di computer online controllate e infettate da un'unica entità). Il terremoto, di grande magnitudo, è immediatamente rilevato in California da CloudFlare, specializzata in sicurezza. Non è la prima volta che Spamhaus, per il mestiere che fa, si trova in questa situazione: stavolta però non deve fronteggiare pistole ma cannoni. L'arma usata infatti non è il denial of service (negazione di servizio), che limita il danno ai suoi server. Il sistema è molto più sofisticato: sfrutta una nota falla del domain name system , l'architrave logica di Internet che converte i nomi dei siti in indirizzi Ip. Si fa in modo che Spamhaus passi per spammer e subisca così la rappresaglia automatica dei danneggiati. Come? Venendo a sua volta inondata da un'alluvione di messaggi. Una strategia particolarmente insidiosa perché costringe a intervenire sui server che costituiscono il sistema nervoso centrale di Internet. Coinvolgendo l'intera rete. Si vede insomma quanto la percezione di Internet come servizio "che funziona sempre", come l'acqua che scende dal rubinetto, sia sbagliata. La rete è un organismo tanto pervasivo quanto, ancora, fragile e pericoloso: nelle strutture ma anche nelle leggi, come dimostra il fatto che Cyberbunker finora l'ha sempre fatta franca. Edoardo Segantini SegantiniE RIPRODUZIONE RISERVATATorna all'indice