web
Se il web diventa dipendenza.
da il giornale del 22\01\2013.

In Italia 240mila under sedici sono affatti da dipendenza da web: si tratta della “sindrome di 
Hikikomori” che letteralmente significa “stare in disparte,
isolarsi”

Fonte:
www.ilgiornale.it/news/cronache/quando-web-diventa-dipendenza-877593.html

In Italia 240mila under sedici sono affatti da dipendenza da web. A lanciare l’allarme sul rapporto 
internet e adolescenti è la Federazione nazionale degli
ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo).

Si tratta della “sindrome di Hikikomori” che letteralmente significa “stare in disparte, isolarsi”. 
E’ una dipendenza che riguarda diversi adolescenti e
che si traduce in un vero e proprio isolamento sociale, caratterizzato dalla costante presenza sul 
computer dall'uscita di scuola fino a tarda notte. I
ragazzi si allontanano dalla vita reale, rifiutano le attività ludiche come sport e occasioni di 
socialità e trasferiscono totalmente la loro vita in un
contenitore virtuale che li assorbe totalmente.

Secondo le ultime rilevazioni, 240mila ragazzini e adolescenti italiani passano mediamente più di 
tre ore al giorno dinanzi al pc, con esacerbazioni, come
la sindrome di Hikikomori. Il fenomeno, già presente in Giappone dalla seconda metà degli anni ‘80, 
ha incominciato a diffondersi nel 2000 anche negli Stati
Uniti e in Europa. Come riconoscere la sindrome? Ci sono caratteristiche precise che la 
contraddistinguono: il bambino o adolescente frequenta la scuola
con un profitto sufficiente e poi viene completamente assorbito dalla realtà parallela, non ha 
amici, se non la playstation o il computer, e passa 10 -12
ore quotidianamente in una dimensione virtuale.

“Questi adolescenti – spiega la Fnomceo - non sono autistici, né soffrono di fobia scolare: il più 
delle volte riescono a raggiungere la sufficienza nelle
materie scolastiche, confermando che frequentano l'ambiente didattico come una sorta di obbligo, e 
poi si ritirano dal mondo reale per calarsi completamente
in quello virtuale. Si tratta di una delle forme emergenti di dipendenza che sta lievitando, 
purtroppo, e che spesso viene confusa con situazioni psicopatologiche
diverse. Purtroppo – conclude la Federazione - di questo le Istituzioni italiane non sembrano 
preoccuparsi ed è un limite evidente, giacché la realtà sociale
è fatta anche e soprattutto di queste problematiche con un'espansione clinica che valutiamo 
quotidianamente. Una dipendenza che va affrontata e prevenuta
innanzitutto attraverso la conoscenza del fenomeno che è invece ancora sottaciuto”.

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