assisti
"Assistenza sessuale per i disabili":
Da Repubblica del 28 gennaio 2013

www.repubblica.it/salute/2013/01/28/news/sesso_terapia_disabili-51456966/?ref=HREC2-7

sul web la petizione che sfida i tabù.
"Consentire ai diversamente abili di avere una vita relazionale
completa": senza pubblicità, l'appello ha raccolto 1500 firme e
testimonial "popolari". L'obiettivo è il riconoscimento legale di un
servizio che in altri paesi è a carico dello stato, ma che in Italia
rischia di essere assimilata alla prostituzione.

"Assistenza sessuale per i disabili": sul web la petizione che sfida i tabù.
ROMA - L'assistenza sessuale alla persona affetta da disabilità in
Italia, a differenza di altri paesi europei, resta un argomento tabù.
Ora però una petizione spinge perché si apra un dibattito sereno che,
aldilà delle polemiche, possa portare a proposte concrete e soluzioni
legislative per i disabili italiani. L'iniziativa della sottoscrizione
online è stata lanciata a novembre da Max Ulivieri, web designer con una
grave disabilità: "In poco più di due mesi - dice il promotore - , e
senza nessuna pubblicità, si sono già raccolte circa 1.500 adesioni alla
proposta di istituire, anche nel nostro Paese, la figura dell'assistente
sessuale". Ad aderire all'appello in rete
(firmiamo.it/assistenzasessuale) sono state in maggioranza persone
comuni, senza alcun handicap e che hanno semplicemente sposato la causa.
L'argomento è delicato e si presta a facili strumentalizzazioni perché
nell'opinione pubblica passa facilmente l'equiparazione fra l'assistenza
sessuale e la prestazione sessuale fornita da terzi. In realtà, spiegano
i promotori dell'iniziativa, si configura come una pratica soprattutto
relazionale, empatica e comunicativa che risponde a un problema reale
dei disabili. "Le pulsioni sessuali costantemente represse e impedite
nella loro manifestazione, sia autonoma sia relazionale - si legge nella
petizione - si risolvono infatti in un costante e ossessivo stress
psichico che affligge non poco l'esistenza di chi non ha autonomia
nell'uso del proprio corpo. Determinate forme di disabilità, rendono
impossibile l'uso delle mani, quasi tutte le forme di disabilità rendono
difficoltosa, se non impossibile, l'interazione fisica e sessuale con
partner adeguati, più spesso con qualunque tipo di partner consenziente".
Di tutto questo, finora, in Italia non si è parlato, mentre in alcuni
paesi europei la figura dell'assistente sessuale esiste e a volte è
disciplinata dalla legge. "In Svizzera, Danimarca, Olanda, Svezia e
Germania - spiega Ulivieri - ci sono associazioni che si occupano di
questo tipo di assistenza. Addirittura in Olanda il servizio è a carico
del servizio sanitario nazionale".
"L'assistenza sessuale a persone con disabilità - precisa Ulivieri - è
praticata da operatori volontari che hanno seguito dei corsi in ambito
medico, sessuologico, etico e psicologico e che hanno sviluppato una
grande sensibilità verso gli altri. Una terapia vera e propria rivolta
al benessere psicofisico di persone che, per un motivo o per l'altro, si
trovano a non essere autonome nell'espressione dei propri bisogni di
tipo sessuale e, in senso lato, erotico-affettivi. Persone che possono
riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di
sofferenza e di disagi quotidiani, attraverso il contatto, le carezze,
il massaggio, gli abbracci, i giochi erotici o anche semplicemente la
presenza, l'affetto e l'umanità".
Si tratta quindi di un'assistenza specializzata nella quale, sottolinea
Ulivieri, due requisiti sono fondamentali: "L'assistente oltre ad avere
uno spiccato senso dell'altruismo, deve certamente avere una grande
apertura mentale. Va detto - precisa Ulivieri - che l'assistenza
sessuale non prevede rapporti completi". L'iniziativa deve comunque fare
i conti con la realtà italiana e il problema più grosso in partenza
sembrano appunto i tratti in comune con la prostituzione. "In Italia -
ricorda Max Ulivieri - la prostituzione è illegale. Anzi, per essere più
precisi, il favoreggiamento della prostituzione è fuorilegge. Ecco
perché c'è assoluto bisogno di istituire con regole certe questo tipo di
assistenza".
Dopo la petizione online, che resta un'iniziativa privata, il prossimo
passo sarà l'istituzione di un comitato per la raccolta ufficiale delle
firme, da consegnare alle istituzioni. "I primi referenti - ipotizza
Uivieri - potrebbero essere le Regioni". Intanto si lavora per trovare
sostegno e testimonial: "Al momento - conclude Ulivieri - possiamo già
contare su un'attrice, due scrittori e quattro noti conduttori tv".
L'iniziativa ha già ottenuto il sostegno dell'associazione "Luca
Coscioni", intitolata all'esponente radicale morto nel 2006 per sclerosi
laterale amiotrofica e attiva soprattutto in difesa dei diritti di
disabili e malati. Secondo la presidente onoraria e deputata pd, Maria
Antonietta Farina Coscioni, "il problema dell'assistenza sessuale è una
questione seria ed è materia che va regolamentata attraverso una legge".
L'associazione ritiene che possa essere inserita fra i servizi
assicurati dai livelli essenziali di assistenza (Lea).

(28 gennaio 2013)
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