scuola
Scuola, il software libero e il concorsone.
Art. postato da Carmelo Quarta su smanettando, 18\12\2012, h. 12.12.
Una diffida legale firmata da molteplici associazioni per rivedere i criteri di valutazione della
competenza informatica per i futuri docenti. In attesa
di una risposta ufficiale dal Ministero
Fonte:
punto-informatico.it/3672019/PI/News/scuola-software-libero-concorsone.aspx
Roma - Una diffida legale rivolta al Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo per tutelare i
futuri insegnanti e i loro alunni dalle domande di informatica
del Concorso Scuola 2012. A insorgere sono l'Associazione per il Software libero (AsSoLi), Free
Software Foundation (FSFE), l'Associazione per l'Informazione
Geografica Libera (GFoss.it), Free Software Users Group Italia (FSUGItalia), Italian Linux Society
(ILS), LibreItalia, Wikimedia Italia (WMIT) e altre
38 organizzazioni secondo cui le domande del cosiddetto
concorsone
sono "discriminatorie nei confronti degli utenti di software libero".
Secondo i firmatari della
lettera,
il set di domande volte a esaminare le competenze digitali dei candidati "risulta essere a tratti
fuorviante, scritto con linguaggio improprio, con numerosi
errori"; ma soprattutto, sostengono le associazioni, nessuno dei quesiti sembra essere davvero in
grado di valutare la "cultura digitale" degli aspiranti
docenti oltre a essere discriminatori dal punto di vista tecnologico e in particolare nei confronti
degli utenti di software libero.
Il presidente di AsSoLi, Renzo Davoli, professore associato di informatica all'Università di
Bologna, ha
condotto un'analisi
delle domande pubblicate sul sito del Ministero e ha proposto anche delle domande alternative,
tecnologicamente neutrali e culturalmente valide a suo parere.
Il giudizio di Davoli sui quesiti ministeriali è al vetriolo: "che aridità e ignoranza dimostrano
queste domande. Sembra che le competenze digitali corrispondano
al saper usare un computer, anzi uno specifico tipo di computer, con uno specifico sistema
operativo e specifiche applicazioni".
La critica di Davoli è stata condivisa da molti docenti, ripresa all'interno della comunità che
ruota attorno al software libero per arrivare a una interpellazione
diretta del Ministero. La decisione di procedere con una diffida legale deriva dalla convinzione
che il quiz predisposto dal Ministero rischi di mettere
in svantaggio gli utenti dei sistemi operativi diversi da Windows e in particolare gli utenti di
software libero.
Se il Ministero accoglierà l'istanza, la preselezione del concorso potrebbe svolgersi senza le
domande incriminate; in ogni caso, in base alla legge sul
procedimento amministrativo, il Ministro ha l'obbligo di rispondere entro 30 giorni di tempo per
fornire alle associazioni richiedenti i documenti relativi
alla predisposizione del test.
Cristina Sciannamblo
Torna all'indice