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L'inizio del novecento fino alla guerra mondiale

Augusto Romagnali

Il conseguimento della laurea in lettere e poi in filosofia da parte di Romagnoli rappresentò un punto di arrivo fondamentale nella storia dell'Istituto e dell'intera storia dei ciechi in Italia. Per l'Istituto, essa fu la dimostrazione della validità della propria azione, per i non vedenti, fu un successo di tutti. Romagnoli non si fermò però al successo accademico e si impegnò subito nella fondazione della Sezione Emiliana del Patronato "Regina Margherita", associazione che riuniva persone consapevoli della possibilità di elevazione dei ciechi e ottenne immediatamente l'appoggio morale, l'aiuto finanziario, la disponibilità di locali dell'Istituto. Il lancio nazionale di Romagnoli avvenne però col "Congresso internazionale pel miglioramento dei ciechi" di Roma (1906) nel quale colpirono l'ampiezza delle sue conoscenze, i suoi modi, la sua facilità di parola, la sua profondità di riflessione, divenendo la migliore testimonianza dell'attività svolta in quegli anni.

Le nuove tematiche

Le conferenze e gli articoli di Romagnoli, assieme all'attività di Patronato, insistevano su due temi: la necessità di considerare il non vedente un uomo come gli altri e quella di istruirlo o di utilizzarne le capacità lavorative immettendolo nel tessuto sociale della nazione superando ogni compassione. Questi concetti furono ribaditi al Congresso internazionale di Oftalmologia del 1909 e nel Congresso nazionale di Bologna, del 1910, curato dalla direzione dell'Istituto e presieduto dallo stesso Cavazza. I temi dibattuti al Congresso, al quale presentarono relazioni, oltre al Romagnoli, Carlo Grimandi, Antonio Belletti e Aderito Carpini, segnarono una svolta, di cui l'Istituto era protagonista, realizzatore e motore, anche nel campo lavorativo (massaggio, telefonia, etc) e nell'approfondimento psicologico e didattico. Gli interventi di Romagnoli e di altri ciechi italiani, volti a far conoscere il mondo dei non vedenti, cominciarono poi ad influenzare l'opinione pubblica. La nomina di Romagnoli prima come supplente, poi come incaricato, in un Liceo statale, saranno il migliore successo, in ambito nazionale, sulla strada di questo riscatto.

L'arrivo di Graziani

Graziani, ex ispettore scolastico e nuovo rettore dell'istituto dal 1906, seppe inserirsi senza difficoltà nelle attività dell'Istituto, divenendo a tal punto elemento di rinnovamento da poter essere considerato fra i protagonisti della sua storia nei primi quarant'anni di questo secolo. Uomo capace e deciso, chiaro nei propri intenti, operò sia all'interno dell'Istituto sia raccogliendo l'eredità organizzativa della Sezione Emiliana del Patronato "Regina Margherita" , dando ad entrambe le iniziative un nuovo impulso. Graziani assicurò una regolarità di azione che consentiva il buon funzionamento dell'Istituto ma contribuì, a partire dal 1910, anche all'attuazione delle scelte che riguardavano i non vedenti, con decisioni importanti per la loro causa .

Nuove scuole

Grazie a sostegni e contatti a livello cittadino e soprattutto all'opera di ottimi medici ed esperti, sotto l'egida del Graziani fu promossa nei locali dell'istituto, sull'esempio di altre scuole europee e prima in Italia, la scuola di massaggio, che rappresentava un momento importante nella ricerca di sbocchi occupazionali per i ciechi. La scuola, da un'idea di Matilde Vita Bemporad, accolta e deliberata dalla Commissione di Patronato nel novembre 1907, realizzata a metà dicembre, offrì infatti un primo esperimento nell'aprile del 1909. Un anno dopo - aprile 1910 - si inaugurava la "Scuola di massaggio italiana per ciechi". Altrettanto importante fu l'iniziativa dell'asilo d'infanzia. I successi di altri allievi, da Giuseppe Tugnoli a Belletti, l'onorificenza a Graziani, riconoscimento di tutta l'attività passata e di quella svolta per i ciechi, furono punti a favore dell'Istituto, che visse alcuni dei suoi anni migliori. La stessa morte di uno degli allievi più noti del "primo gruppo", Giovanni Soffriti, già insegnante all'Istituto, fu occasione per la stampa di constatare come anche nel commercio (di pianoforti, in questo caso) i ciechi potessero trovare impiego e riuscita.

INDICE

Capitolo 4 - L'Istituto e la "grande guerra"

Premessa

Capitolo 1 - Dalle origini agli anni novanta dell'ottocento

Capitolo 2 - Tra i due secoli

Capitolo 5 - Gli anni venti

Capitolo 6 - Gli anni trenta

Capitolo 7 - Gli anni quaranta

Contatti

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