Magico Delta

di Paola Emilia Rubbi

Spazio senza tempo tra continui mutare di panorami e antichi incontaminati valori.


Quanti nomi: Po di Goro, Po delle Tolle, Po di Maestra, Po di Gnocca, Po di Volano, ha il Delta? Quanti “volti”, canali, sacche, valli, canneti, paludi, boschi, borghi, ha il Delta? Quanti segreti ha il Delta?
La storia, e quanta storia: umana, economica, geologica, è passata per i suoi innumerevoli rami e ovunque ha lasciato tracce e “depositi” proprio come il grande fiume, che nei secoli e nei millenni, ha piano piano fatto avanzare il Delta verso il mare, trasformando città marine come Adria (che ha dato il nome all’Adriatico, su cui si affacciava con il suo porto) in centri della pianura. Perché il Delta, che al tempo degli Etruschi scendeva dall’Adriatico pressappoco nelle paludi di Comacchio e aveva nella greco-etrusca Spina la sua capitale, nel Medioevo, invece, arricchì Ferrara e sfociò in mare con i rami di Goro, Volano, Caprasia ed Eridano. Nel XII secolo, nel 1152, l’uomo provocò la Rotta Sicarda, a Ficarolo, che deviò il ramo principale del fiume verso la Laguna di Venezia nel Po, che è ancora detto “di Venezia”.
Contemporaneamente padano e lagunare, emiliano e veneto, somma, ma non sintesi, fra le due grandi civiltà medioevali e rinascimentali, quella ferrarese e quella veneziana, il Delta, come ha scritto Ruggero Orlando, “è una unità; ed è anche unico: non assomiglia ad alcun altro Delta dei grandi fiumi d’Europa, d’America, d’Africa e d’Asia; non assomiglia ad alcun altro paesaggio italiano; offre qualcosa che nessun’altra vacanza, nessun’altra residenza offre: il miscuglio incessante della distensione paesana e la dinamica vivente del fiume.
Il Delta delle “valli” e dei canneti, dei “lavorieri”, delle bonifiche e delle zone incontaminate, dei casoni e dei fari, dei canali antichi e delle antiche strade (come la Via Popilia, tracciata dai Romani nel 132 a.C. e, dopo il cristianesimo, chiamata via Romea) il Delta di cui hanno parlato Tito Livio e Strabone, Polibio e Plinio, più che essere descritto va “vissuto” nei suoi aspetti più incantati e silenti e nelle sue inattese realtà monumentali.
Il Gran Bosco della Mesola (la bellezza naturale più famosa del Delta) è ciò che rimane delle grandi foreste distrutte, nei secoli, dall’uomo: vi si contano oltre 400 specie arboree e vivono qui esemplari di fauna anche rari, come il cervo nobile, il daino, le testuggini terrestri e acquatiche. E d’improvviso, ai piedi dell’argine, appare il suggestivo e imponente complesso del borgo e del castello, fatto costruire da Alfonso d’Este fra il 1578 e il 1583, con il suo grande recinto in muratura, la cinta delle scuderie, le torri quadrate e merlate. Uno spazio senza tempo che rapisce la fantasia pur ancorandola alla storia.
Foto - Valli di Comacchio
Una storia che, poco distante, si “materializza” nell’Abbazia di Pomposa, uno dei grandi monumenti dell’architettura medioevale italiana, eretto nel luogo in cui, già nell’anno Mille, sorgeva un monastero benedettino con una biblioteca ricca di scritti di Padri della Chiesa.
La chiesa, del IX secolo, termina con tre absidi e il campanile è uno dei capolavori romanici dell’XI secolo, firmato da una lapide del 1063 con il nome del Magister Deusdedit.
Le aperture passano dalle semplici feritoie del piano più basso, alle monofore, alle bifore, alle trifore dei piani sesto e settimo, alle tetrafore degli ultimi due piani. Il complesso è integrato dai resti dell’antico monastero e dal Palazzo della Ragione, ricostruito, ma originario dell’XI secolo.
Se Ferrara e Rovigo sono i due capoluoghi di provincia del Delta Padano, è Comacchio, che sorge su tredici isolette lagunari, il vero centro nel quale l’atmosfera del Delta diventa palpabile. Ne sono imbevuti le sue strade e i suoi ponticelli, le modeste case dei pescatori e le pregevoli emergenze architettoniche e monumentali: I Tre Ponti, palazzo Bellini, la cattedrale di S. Cassiano, la seicentesca Loggia dei Mercanti (o del Grano), il Ponte degli Sbirri, la Peschiera del ‘700, il neoclassico vecchio ospedale S. Camillo.
Di origine tardo romana, Comacchio, fiorente nel Medioevo specie per la pesca e il commercio del sale, è divenuta città di terraferma a seguito delle opere settecentesche di bonifica. Ed è da qui che partire, possibilmente in barca, magari a bordo di uno dei comodi battelli, come l’Eridano, lo Stradivari, l’Amico del Po, creati proprio per comode gite fluviali, che permettono di vedere sfilare le due sponde in un continuo mutare di panorami, per un giro della silente natura del Delta vuol dire immergersi e riappropriarsi di antichi valori incontaminati.

Foto - Visione aerea del Delta del Po

Foto - Abbazia di Pomposa

Foto - I tre ponti di Comacchio

Foto - Pesca nelle Valli del Po