Ravenna bifronte

di Maria Chiara Mazzi

Città dall’antica storia, ponte musicale tra oriente e occidente.


Per vocazione e posizione geografica ponte tra oriente e occidente, tra Roma e Bizanzio, Ravenna dall’antica storia non ha mai smentito, anche nelle vicende musicali, questa sua vocazione bifronte, questa sua apertura alle espressioni musicali più diverse, questa sua capacità di fondere, in straordinarie e originali proposte, mondi sulla carta lontanissimi. La musica più antica, proposta sin dall’alto Medioevo nelle basiliche rifulgenti d’oro e mosaici, il canto liturgico che in quelle basiliche si intonava mostrano nel loro andamento e nella loro ricchezza questa interazione tra i mondi sonori orientali e occidentali.
Il legame che si interrompe con la caduta dell’Impero Romano d’Oriente, aveva prodotto tuttavia una fitta rete di “addetti” alla musica, e non solo sacra. La città ospita infatti nel Rinascimento e nel Barocco musicisti, cantori e cappelle, ma anche stampatori di musica e costruttori di strumenti motivati ormai anche dalla presenza sempre più significativa di teatri per l’opera.
Il successo dello spettacolo operistico porta alla costruzione (all’inizio del Settecento) del primo teatro “comunicativo” e alla realizzazione (all’inizio dell’Ottocento) dell’Accademia Filarmonica e della prima scuola musicale gratuita, divenuta dal 1901 il glorioso e ancora attivissimo Istituto Musicale G. Verdi. Nell’Ottocento a Ravenna crescono anche altri teatri (l’Alighieri al posto del Teatro Vecchio, il Mariani, il Rasi) ancora attivissimi nella costruzione di una ragnatela che testimonia la “fame di musica” mai sopita e che faceva avventurare gli impresari nell’“avanguardia” dei melodrammi di Wagner.
Musica d’opera ma non solo, nella Ravenna musicale di oggi. Ecco allora i concerti d’organo nelle basiliche cittadine, come quelli del Festival che si tiene ogni anno con

successo lusinghiero e con suggestione inarrivabile nella splendida San Vitale o il Festival jazz (uno dei più longevi d’Italia giunto alla trentacinquesima edizione), collocato nel teatro Alighieri. E poi l’attività dell’Associazione “Angelo Mariani”, dal 1963 impegnata nella divulgazione e diffusione della cultura musicale, nella valorizzazione di giovani talenti e nella ricerca di repertori poco noti. L’Associazione organizza tre rassegne: Ravenna Musica (che porta in città i più grandi interpreti del mondo), Concerti della Domenica (concerti aperitivo dedicati a giovani ormai lanciatissimi interpreti) e Giovani in Musica (educazione alla musica e nello stesso tempo alla conoscenza di altre espressioni della creatività).
Infine, ma solo perché la sua attività si svolge in estate (quest’anno dal 13 giugno al 19 luglio), Ravenna Festival, giunto quasi a venti anni di attività, considerato tra le massime manifestazioni europee cui prendono parte le più alte espressioni della vita musicale e teatrale del nostro tempo e che per vocazione affianca opera, concerti, danza, jazz, musica etnica, teatro drammatico, sperimentazione, cinema, convegni ed esposizioni utilizzando il ricchissimo patrimonio monumentale cittadino. Un festival che dal 1997 sta tracciando le “Vie dell’amicizia”, intanto riattraversando l’Adriatico per fare musica a Sarajevo e poi costruendo altri “ponti” (da Beirut a Gerusalemme, da Mosca a Erevan e Istanbul, da New York al Cairo, da Damasco a El Djem e Meknès).
Ancora una volta quindi, possiamo provare a dimenticarla ma la nostra storia è il nostro DNA e, prima o poi, riemerge se pure in forme e con volti nuovi.
E la storia di Ravenna è questa: di qua e di là dal mare, considerato non come barriera invalicabile ma come “autostrada” per collegare mondi e culture.

Foto - Centro della città di Ravenna

Foto - Mosaico Duomo di Ravenna

Foto - Mosaico San Apollinare in Classe a Ravenna

Foto - Mosaico Basilica di San Vitale a Ravenna