Ravenna bifronte di Maria Chiara Mazzi Città dall’antica storia, ponte musicale tra oriente e occidente. |
Per vocazione e posizione geografica ponte tra oriente e occidente, tra Roma e Bizanzio, Ravenna dall’antica storia non ha mai smentito, anche nelle vicende musicali, questa sua vocazione bifronte, questa sua apertura alle espressioni musicali più diverse, questa sua capacità di fondere, in straordinarie e originali proposte, mondi sulla carta lontanissimi. La musica più antica, proposta sin dall’alto Medioevo nelle basiliche rifulgenti d’oro e mosaici, il canto liturgico che in quelle basiliche si intonava mostrano nel loro andamento e nella loro ricchezza questa interazione tra i mondi sonori orientali e occidentali. |
successo lusinghiero e con suggestione inarrivabile nella splendida San Vitale o il Festival jazz (uno dei più longevi d’Italia giunto alla trentacinquesima edizione), collocato nel teatro Alighieri. E poi l’attività dell’Associazione “Angelo Mariani”, dal 1963 impegnata nella divulgazione e diffusione della cultura musicale, nella valorizzazione di giovani talenti e nella ricerca di repertori poco noti. L’Associazione organizza tre rassegne: Ravenna Musica (che porta in città i più grandi interpreti del mondo), Concerti della Domenica (concerti aperitivo dedicati a giovani ormai lanciatissimi interpreti) e Giovani in Musica (educazione alla musica e nello stesso tempo alla conoscenza di altre espressioni della creatività). Infine, ma solo perché la sua attività si svolge in estate (quest’anno dal 13 giugno al 19 luglio), Ravenna Festival, giunto quasi a venti anni di attività, considerato tra le massime manifestazioni europee cui prendono parte le più alte espressioni della vita musicale e teatrale del nostro tempo e che per vocazione affianca opera, concerti, danza, jazz, musica etnica, teatro drammatico, sperimentazione, cinema, convegni ed esposizioni utilizzando il ricchissimo patrimonio monumentale cittadino. Un festival che dal 1997 sta tracciando le “Vie dell’amicizia”, intanto riattraversando l’Adriatico per fare musica a Sarajevo e poi costruendo altri “ponti” (da Beirut a Gerusalemme, da Mosca a Erevan e Istanbul, da New York al Cairo, da Damasco a El Djem e Meknès). Ancora una volta quindi, possiamo provare a dimenticarla ma la nostra storia è il nostro DNA e, prima o poi, riemerge se pure in forme e con volti nuovi. E la storia di Ravenna è questa: di qua e di là dal mare, considerato non come barriera invalicabile ma come “autostrada” per collegare mondi e culture. |