"...Toccare con gli occhi...
Vedere con le mani"

di Loretta Secchi

Percezione tattile e interiorizzazione del significato delle forme.


Vedere un dipinto con il tatto significa leggere nei suoi segni concreti e invisibili, percepirlo come modello conoscitivo senza dimenticare il coinvolgimento dei sensi, la freschezza delle emozioni e la funzione dell’intelletto, fattori indispensabili al cospetto dell’arte. Questa è l’esperienza che il Museo tattile di pittura Antica e moderna “Anteros” dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza offre dal 1999 alla cittadinanza, attraverso lezioni di storia dell’arte, percezione tattile di rilievi tridimensionali che traducono celebri opere pittoriche e laboratori di modellazione della creta rivolti ad un pubblico non vedente, ipovedente e vedente, di ogni età, cultura e formazione.
Qui si ha la possibilità di verificare come l’approccio “essenziale” all’opera d’arte sia potenza dello “sguardo conoscitivo” comune all’esperienza tattile e ottica e come essa si coniughi al coraggio di astenersi dalla quantità di informazioni privilegiando una qualità delle conoscenze. Nelle frequenti occasioni di dialogo con i visitatori accade di riflettere sul silenzio e sull’eloquenza delle immagini, sulla bellezza delle forme portatrici di significato e sull’interiorizzazione del senso dell’arte, sulla sostanza dell’esperienza estetica come condivisione di codici di rappresentazione e comunicazione di contenuti esistenziali. In molti casi è stato possibile cogliere la funzione preziosa dell’ascolto discreto, del tocco di una mano, assimilabile alla carezza dello sguardo: anche grazie a questo può accadere che nasca una reciprocità nello scambio di competenze la cui origine è nell’approccio tecnico alla percezione tattile e il cui esito conduce a un’estensione di senso della tattilità.
Se conoscere un’opera d’arte significa anche incontrare noi stessi in un altrove e accogliere ciò che va oltre l’io, toccare con gli occhi e vedere con le mani è un
dato concreto che affonda le proprie radici nella teoria dell’arte e nello studio dei procedimenti del vedere per sentire e capire. Nel 2006 il Museo tattile “Anteros” ha acquisito due importanti traduzioni tridimensionali, rispettivamente del dipinto rinascimentale di Andrea Mantegna “Compianto sul Cristo morto” e del dipinto romantico di Caspar David Friedrich “Il Monaco in riva al mare”. Si tratta di due modi di intendere la sacralità differenti e di altissima intensità. Nell’arte idee e sentimenti trovano rappresentazione della loro traduzione codificata, ma qualcosa sfugge al codice e comunica attraverso un linguaggio invisibile: questa ricchezza dell’arte va preservata e quando possibile interiorizzata. Leggere nei segni di un Cristo deformato prospetticamente nel rispetto del decorum e percepire in un paesaggio sublime di primo Ottocento l’apertura a un infinito silenzioso, non muto, può significare per tutti, vedenti e non vedenti, capire che esiste una fenomenologia dell’invisibile e un saper vedere nei dettagli, nascosto, il senso delle cose. Nelle celebri riflessioni che accompagnarono la ricerca estetica di Mantegna e di Friedrich, artisti così lontani per epoca, cultura, provenienza e pensiero, vi è una similitudine: entrambi si avvalgono di quella facoltà mediana chiamata immaginazione creatrice che “in parte percepisce, in parte crea il mondo” e fa dire “chiudi il tuo occhio fisico, così che tu possa vedere il quadro con l’occhio dello spirito”. La verità della natura e dell’uomo risiede nella coscienza, l’occhio non ha il solo compito di correre sulla superficie dei dipinti, passandone in rassegna i motivi e godendo del piacere del riconoscimento, l’occhio è costretto ad andare oltre la sensibilità quando esplora nuovi sentieri della regione del sé.

Foto - Scolari guidati nella percezione tattile del dinamismo della “Grande Onda”

Lo schivo Mantegna e il mistico Caspar David Friedrich furono sperimentatori coraggiosi, cultori di un’umanità solitaria, non solipsistica e anche per questo abbiamo scelto di dedicarci allo studio di traduzione tridimensionale e di percezione tattile dei valori di forma, composizione e contenuto della loro opera. In entrambe le esperienze c’è spazio per l’incanto estatico e per la consapevole meditazione, muovendo dalle gioie e dalle ferite, dal sentimento nostalgico o dalla forza vitale, dal desiderio di appartenenza al sereno distacco: stati dell’essere che ogni animo contempla. A conclusione di questa breve presentazione il Museo tattile di pittura antica e moderna “Anteros” dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza coglie l’occasione per ringraziare sentitamente tutti coloro che da anni contribuiscono, con il proprio impegno, a far crescere questa struttura permettendole di perfezionare la ricerca sulla percezione tattile e quindi favorendo l’integrazione scolastica, professionale e sociale delle persone minorate della vista, desiderose di imparare a convertire abilità anche attraverso l’educazione estetica.

Foto - Lettura tattile di un rilievo con applicazione di sensori