2003 Anno Europeo delle Persone Disabili

Il 2003 si celebra l’Anno Europeo delle Persone Disabili. Questa iniziativa decisa dai ministri del lavoro e degli affari sociali dei paesi membri dell’Unione Europea è una grande occasione per verificare i risultati ottenuti negli anni precedenti e per rilanciare il tema contro le persistenti discriminazioni e le vecchie e nuove esclusioni sociali. Il messaggio “forte” delle centinaia di iniziative che si svilupperanno è che le società, la società europea, imparino a rispettare la diversità e a considerarla un valore.

Rodolfo Cattani

Nel Dicembre 2001, in concomitanza con la celebrazione della Giornata Europea delle Persone Disabili, i ministri del lavoro e degli affari sociali dell’Unione Europea hanno approvato all’unanimità la proposta di dichiarare l’anno 2003 Anno Europeo delle Persone Disabili. Si tratta di un’opportunità di eccezionale importanza per tutti i cittadini europei disabili e non, fortemente voluta dal Forum Europeo della Disabilità, per dare un decisivo impulso al processo di inclusione sociale a tutti i livelli.
Perché un anno europeo delle persone disabili?
La proclamazione dell’anno europeo, a dieci anni di distanza dall’adozione delle Regole Standard delle Nazioni Unite per l’Uguaglianza delle opportunità delle Persone con Disabilità, vuole essere un momento di verifica dei risultati ottenuti, per la verità non del tutto soddisfacenti, e allo stesso tempo uno stimolo per rilanciare l’impegno della società nel suo insieme per il superamento delle difficoltà che le persone disabili continuano ad incontrare. La società di oggi, fondata sempre più sulla conoscenza e sull’informazione, può offrire grandi opportunità alle persone disabili, ma può anche creare nuove barriere, qualora esse non possano accedere alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Che cosa possiamo attenderci dal 2003?
Durante l’anno, migliaia di eventi avranno luogo in tutta Europa, per promuovere i diritti dei 38 milioni di persone disabili e per increm
entare la consapevolezza del pubblico sulle barriere che giornalmente esse devono affrontare. La vera novità è che queste azioni avranno luogo contemporaneamente a livello europeo, nazionale, regionale e locale, coinvolgendo un gran numero di soggetti: le persone disabili e le loro famiglie, le organizzazioni rappresentative, le persone non disabili, i responsabili decisionali e tutti coloro che sono in qualche modo parte in causa, sia nel pubblico, sia nel privato.
Attraverso una campagna di sensibilizzazione che si svolgerà soprattutto a livello di base si mira ad accrescere la consapevolezza e la combattività delle persone disabili e a rafforzare le loro organizzazioni rappresentative. L’elemento fondamentale di questa campagna sarà la consapevolezza dei propri diritti, contrapposta alla concezione pietistica e assistenzialistica. Partecipazione, non discriminazione e pari opportunità saranno le parole d’ordine della campagna.
L’obbiettivo di questa mobilitazione è la realizzazione del principio del mainsreaming, cioè dell’integrazione del fattore disabilità in tutti i provvedimenti di legge e in tutte le azioni politiche delle istituzioni e amministrazioni a tutti i livelli giurisdizionali. Non solo, l’Anno Europeo vuole rendere visibile il fenomeno della disabilità in tutti gli aspetti della vita, in tutte le comunità, a tutti i livelli.
Nel marzo scorso si è svolta a Madrid un’importante conferenza sulla disabilità organizzata dal Governo spagnolo, dalla Commissione Europea e dal Forum Europeo della Disabilità. Al termine della conferenza, i 600 delegati provenienti da 34 Paesi europei hanno approvato la cosiddetta Dichiarazione di Madrid, nella quale sono sintetizzati i principi ai quali si ispira l’Anno Europeo delle Persone Disabili.
La Dichiarazione di Madrid propone un’analisi dell’attuale condizione delle persone con disabilità nell’unione Europea, che molto spesso presenta discriminazione, esclusione sociale e povertà. Essa propone inoltre un programma e delle proposte operative in cui tutti i principali attori sono chiamati a svolgere il proprio ruolo: le istituzioni, i responsabili decisionali, le associazioni delle persone disabili, le famiglie, gli insegnanti, le organizzazioni sindacali, i datori di lavoro, i mezzi di comunicazione. Tutti questi attori possono contribuire a un effettivo miglioramento delle condizioni di vita delle persone disabili.
La Dichiarazione di Madrid proclama che:
- le persone disabili devono poter partecipare attivamente per il tramite delle organizzazioni che le rappresentano ai processi decisionali che le riguardano;
- i cittadini disabili devono avere i medesimi diritti dei loro concittadini non disabili e devono quindi ricevere il supporto di cui hanno bisogno per poter godere pienamente dei diritti umani;
- le misure contro la discriminazione non bastano, ma devono essere accompagnate da azioni positive, per poter conseguire risultati tangibili;
- le persone disabili vogliono pari opportunità e non carità, esse si battono per modificare le percezioni negative nei loro confronti e per creare le condizioni di nuove politiche inclusive;
- le persone disabili chiedono che la società sia veramente di tutti e che siano eliminate le barriere e gli atteggiamenti che provocano la discriminazione e l’esclusione sociale;
- la principale esigenza delle persone disabili è poter vivere in modo indipendente, ma affinché ciò sia possibile bisogna fornire loro i mezzi economici e strumentali perché possano soddisfare le loro esigenze;
- la società deve imparare a rispettare la diversità e a considerarla come un valore;
- bisogna combattere il pregiudizio e la stigmatizzazione dando visibilità alle persone disabili e rendendo di pubblico dominio casi esemplari di discriminazione nei loro confronti.
Per la realizzazione dell’iniziativa la Commissione Europea ha costituito un comitato consultivo che dovrà adottare tutte le principali decisioni riguardanti l’attuazione del programma stabilito dalla Commissione stessa. Di tale comitato fa parte anche il Forum Europeo della Disabilità. Nei 15 paesi membri (più Norvegia e Islanda) sono stati costituiti analoghi comitati nazionali, che dovranno gestire i limitati fondi messi a disposizione dalla Commissione e organizzare le attività a livello nazionale. Di questi Comitati devono far parte le organizzazioni rappresentative delle persone disabili.
La Commissione Europea ha inoltre scelto una società di pubbliche relazioni per la gestione delle campagne di sensibilizzazione e di informazione a livello europeo.
Il logo dell’anno europeo è già stato realizzato, così come il necessario materiale informativo disponibile in più lingue.
Il sito ufficiale dell’anno europeo delle persone disabili www.eypd2003.org è in fase di allestimento e conterrà le informazioni su tutte le attività riguardanti l’anno a livello europeo e nei singoli paesi membri. Da questo sito potranno essere prelevati liberamente il logo ufficiale e tutti i materiali informativi.
Infine, un
o speciale autobus appositamente attrezzato attraverserà tutti i Paesi membri partendo dalla Grecia e terminando in Italia, i due paesi che nel 2003 avranno la presidenza dell’Unione.
L’Unione Europea ha stanziato per la celebrazione dell’Anno Europeo delle Persone Disabili 12 milioni di Euro. Di questi 4 milioni sono stati impegnati nel 2002 per la preparazione dell’anno e 8 milioni serviranno a finanziare progetti e attività che avranno luogo nel 2003.
All’interno di questo fondo globale sono stati individuati numerosi settori di attività: azioni di disseminazione e informazione, campagne organizzate dalle organizzazioni europee, eventi e manifestazioni organizzate a livello nazionale, conferenze di apertura e di chiusura, ricerche e studi, cooperazione con i media.
Ogni Paese membro riceverà un finanziamento proporzionale alla propria popolazione, al fine di realizzare iniziative di promozione e di sensibilizzazione. I comitati nazionali dovranno coordinare le attività nazionali e distribuire i fondi sulla base di appositi bandi per la presentazione di progetti che saranno successivamente selezionati e finanziati in ragione del 50%.
La cerimonia inaugurale avrà luogo il 26 gennaio ad Atene e quella conclusiva si svolgerà a Roma in Dicembre. Nel corso dell’anno saranno organizzate numerose altre conferenze tematiche, il cui elenco potrà essere reperito sul sito ufficiale dell’Anno Europeo.