“Il filo di Arianna”...
Percorso guidato
per non vedenti

La città come labirinto, la tecnologia Walk assistant il filo di Arianna che permette ai non vedenti di vivere una parte di Bologna con libertà e serenità.

Forse qualcuno, camminando per le vie del centro di Bologna, si sarà accorto di una sottile linea dorata che, adagiata sulla pavimentazione, si insinua tra i portici, confluendo in cerchietti raffiguranti il logo del Comune. Senza accorgersene, il cittadino o il turista si è imbattuto in uno strumento innovativo che consente ai non vedenti di vivere la città con maggiore libertà e serenità.
Si tratta del percorso guidato che si avvale della tecnologia walk assistant, ideata dall’ENEA su incarico del Comune di Roma, preoccupato di fornire agli utenti con difficoltà visive la possibilità di godersi la magia nonché la quotidianità della capitale. Il progetto è stato successivamente adottato anche dall’amministrazione comunale felsinea, che lo ha inserito nel contesto di Bologna 2000, collegando la stazione ferroviaria ai Giardini Margherita, consentendo anche un doveroso accesso all’Istituto dei Ciechi Cavazza.La tecnologia walk assistant consente all’utente di orientarsi nella città usufruendo delle informazioni raccolte da un bastone tenuto in mano, del tutto simile a quello tradizionale, capace di vibrare non appena entra nel raggio di azione del cavo innestato nel sottosuolo, con il quale dialoga, dispensando input vocalizzati attraverso un apparecchio delle dimensioni di un grande telecomando.
Accanto ai dati concernenti la posizione nella città, il sistema si avvale di boe informative mediante le quali l’utente è portato a conoscenza degli esercizi commerciali, farmacie, ospedali, fermate dei mezzi pubblici, nonché qualsiasi altra possibile utilità ubicata nella porzione di territorio monitorata dal sistema nella quale si trova il cittadino. Se è vero che la tecnologia di cui si avvale il sistema è già pronta a supportare le incalzanti rivoluzioni digitali e satellitari, i curatori del percorso guidato evidenziano quanto sia necessario pensare ad esso come ad uno strumento in più per i non vedenti, da non sostituirsi ai tradizionali metodi di cui si avvalgono nell’orientarsi nel tessuto urbano, quale, ad esempio, la percezione tattile-plantare.
Il percorso verrà ampliato, installando sempre più numerose boe informative, cablando i passaggi pedonali agli incroci più complessi e garantendo un servizio aperto anche ad altre tipologie di utenti.
Sebbene la tecnologia più moderna possa garantire una libertà maggiore ai cittadini con difficoltà deambulatorie, la stessa non potrà mai surrogare il senso civico che ingiunge alle persone normodotate di non frapporre ostacoli di ogni sorta a chi non ha la possibilità immediata di difendersi dalle insidie che un ambiente urbano strutturalmente presenta.