Un penny
nascosto nel pudding; un coro di bimbi davanti allabitazione del
sindaco; una ghirlanda di fiori e bacche appesa alla porta di casa.
Sono segni delle festività natalizie e di fine anno, che vengono
celebrate con gioia e speranza praticamente in
tutto il mondo: tradizioni religiose e popolari esistono ovunque e ovunque vengono
perpetuate al meglio. Ma sono diversi i simboli, diversi i riti, diverse le
specialità gastronomiche che i vari popoli riservano a questo particolare
periodo dellanno; comuni, invece, il piacere di festeggiare con pranzi
e cene speciali da consumare insieme a parenti, amici, vicini e in qualche
luogo con persone cercate apposta e conosciute per la prima volta; lo
scambiare doni, grazie ai quali si gioisce offrendo gioia agli altri.
Certo, alloriginario contenuto puramente religioso del Natale si è,
nel tempo, associato e spesso sovrapposto un aspetto consumistico e laico delle
festività: luci e chiasso hanno preso il sopravvento sul modesto brillare
della stella cometa e sul raccoglimento.
Se la Cristianità festeggia il neonato Gesù, che il presepio francescano
rievoca e onora, in altri Paesi altri sono i protagonisti della festa: San Nicola
o Papà Natale, Nonno Gelo o Santa Claus. Ma sempre e ovunque le feste
di questi giorni hanno la caratteristica della coralità.
Noi vorremmo portarvi in un minitour fra le tradizioni del Natale e del
Capodanno, nel mondo.
Uno dei segni che contraddistinguono il Natale è stato, ed è,
il pane: nel Medio Evo si preparava, in Europa, un pane a forma tonda,
per ricordare il sole, con al centro una croce che richiamava, insieme, la Cristianità
e le quattro stagioni dellanno, scadenze fondamentali per la civiltà
contadina; e in Inghilterra si prepara una torta speciale, con pasta intrisa
di spezie per ricordare i doni dei Re Magi. Ancora oggi, in Provenza, i panettieri,
a Natale, offrono pane allo zafferano o allanice ai loro più affezionati
clienti.
E proprio qui, a Bologna, panspeziale, certosino e il più modesto panone
sono preparati e offerti proprio in queste festività.
Altri segni del Natale sono il fuoco e la luce: fino a qualche lustro
fa (ma in vari luoghi, come nelle Marche, luso resta ancora), un simbo
lo
forte di questo periodo era il ceppo, che veniva benedetto e poi bruciato:
dal modo in cui ardeva potevano trarsi molti presagi e le sue ceneri venivano
conservate fino al Natale successivo, oppure sparse nei campi per scongiurare
bruchi e grandine.
Anche le candele sono state e sono al centro di molti riti natalizi: in Irlanda,
ad esempio, la candela di Natale viene posta per tempo sul davanzale della finestra
perché guidi i Re Magi, ed anche se hanno perso gran parte del loro valore
simbolico, oggi le candele sono ancora elementi essenziali per conferire alla
tavola e al suo addobbo un clima natalizio.
A Boston si organizza un Natale di legno: gli invitati, alla vigilia,
si dedicano tutti insieme alla potatura e alla preparazione degli alberi sotto
i quali si dispongono i doni, che poi, alla mattina di Natale, vengono aperti
tutti in compagnia e vengono accolti i vicini che si fermano a pranzo.
Nei Paesi scandinavi è importante fare le pulizie di casa (che da noi
si fanno a Pasqua) e preparare abiti nuovi da indossare nella festa.
E, sempre dai Paesi scandinavi, si è diffusa in Europa e oltre la tradizione
di scandire il passare dei 24 giorni precedenti il Natale sul calendario
dellAvvento, un tabellone di carta su cui sono disegnate 24 piccole
finestre chiuse e numerate: un giorno dopo laltro, sollevando il quadratino
di carta che segna la finestrella, si scoprono gli oggetti più vari (fiori,
giocattoli, figure
) fino allultimo giorno e allultima finestrina,
quando si scopre Gesù Bambino nella mangiatoia.
Espressione di una tipica tradizione mitteleuropea, sono i Christkindlmarkte,
i mercatini di Natale altoatesini (Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico,
Vipiteno ne vanno fieri) che propongono oggetti e decorazioni per ornare lalbero
di Natale e la casa, dolcetti tipici della raffinata pasticceria (vanillekipferl,
mandelbusserl, il zelten
) e prodotti dellartigianato locale (i preziosi
presepi di legno, ceramiche, vetri decorati, pizzi, tovaglie, pantofole di feltro
).
E ora, qualche citazione di gastronomia natalizia (cena della vigilia o pranzo
di Natale): minestra di ceci, maccheroni con le noci, stoccafisso, anguilla
e sedano, la vigilia, nelle Marche; a Diamante, in Calabria, i chinoli, dolci
del cenone del 24 dicembre, in cui, per tradizione, devono figurare 13 pietanze
diverse; a Cosenza e nella Sila, spaghetti conditi con pane grattugiato e acciughe
a pezzi, prima fritti nellolio (la cosiddetta pasta e mullica),
turdilli, scalille, pittulille; nel Basso Ferrarese, la sera
della vigilia, menù a base di pesce, specie anguilla e tavola apparecchiata
nella notte con la tovaglia più bella su cui vengono posati
pane fragrante, un bicchiere dacqua e uno di vino rosso, per il primo
pasto di Gesù Bambino; in Grecia, la torta chiamata Vassilòpitta;
in Irlanda, Apple sauce (salsa di mele) con loca di S. Michele
o lanatra o il tacchino; prosciutto glassato alla creola, nelle Antille;
tacchino ripieno, negli USA; stollen (o pane di Natale) e piccoli dolci
a base di cannella, pane speziato, zucchero caramellato, in Germania; tortellini,
cappone, panspeziale, a Bologna la grassa.
A condimento di tutto, un caldo e dolce Buon Natale e Buon Anno a tutti!