simone
Assunto in Apple a 22 anni: da Nichelino a Cupertino, la storia di Simone
Carmelo Quarta su nicofranca, 21\01\2016, h. 11.33.

Apple ha sempre guardato con attenzione l?Italia: sono diverse le
storie che riconducono la Mela al nostro Paese, non ultima la visita
di Tim Cook a Milano, all?Università Bocconi, per il suo primo speech
in una università al di fuori dell?America, ma annoveriamo anche la
nuova futura apertura dell?Apple Store in zona Duomo, un desidero che
già Steve Jobs aveva espresso, senza contare anche il successo di Luca
Maestri, uno dei dipendenti meglio remunerati di Apple. Oggi però la
storia riguarda Simone Di Pierro, un altro italiano, giovanissimo, di
appena 22 anni, che da Nichelino è volato a Cupertino per continuare
a programmare software.

Al quotidiano italiano La Stampa, Simone ha raccontato la propria
storia, dalla casa di Nichelino fino all?appartamento da 70 metri
quadrati di San José, vicino Infinite Loop, il campus di Apple: «Mi
reputo un giovane che non ha potuto trovare lavoro in Italia. Un
lavoro che mi valorizzasse in pieno e mi rendesse felice. Apple è
un?azienda fantastica, un posto favoloso che incarna lo spirito
americano, dove tutti sono friendly, amichevoli, e ognuno è rispettato
per quello che fa. Non importa se sei un magazziniere o il più bravo
dei programmatori: tutti sanno che stai dando il meglio di te» ha
raccontato Simone Di Pierro, che nel 2011 si è diplomato all?istituto
tecnico Maxwell di Nichelino, in provincia di Torino, e che nel 2013
ha iniziato lo sviluppo di un?applicazione realizzata nel periodo di
lavoro presso Ibm. Con il suo progetto era possibile trasformare,
all?occorrenza, gli smartphone in mouse. Dopo tre mesi di stage ha
firmato un contratto di un anno, il giorno del funerale di suo padre:
un giorno che gli ha dato emozioni agli antipodi, ma che gli ha
permesso di continuare a lavorare sulle orme del padre, programmatore
di computer morto a 56 anni per un cancro al fegato.

«A 11 anni ho ricevuto il mio primo computer, era un modello Olivetti
con Windows Ms Dos. Preistoria insomma. Dopo dieci giorni l?avevo già
smontato. Poi però non riuscivo più a rimetterlo insieme. Poco per
volta mio papà mi ha insegnato ad aggiustarli. Alle medie mi hanno
regalato il primo telefonino. Dopo qualche giorno me l?hanno rubato».
Poi l?esperienza nel nuoto, che lo ha temprato fisicamente e
mentalmente. È stato quando Ibm lo ha mandato a Las Vegas a presentare
la sua app a tutto il mondo che la sua storia è cambiata. Simone viene
avvicinato da un rappresentante di Apple che gli propone di lavorare
per loro e la risposta è chiara e univoca: «sì». Ora ha un contratto a
tempo indeterminato e sulle spalle un caffè con Tim Cook, poi l?attesa
della green card, ma il suo lasciapassare per l?America ce l?aveva e
ce l?ha già: era la creatività, quel quid pluris che l?Italia ha
sempre saputo offrire a tutto il resto del mondo. E intanto Simone Di
Pierro cita anche il suo film preferito: «Non permettere a nessuno di
dirti che non sai fare qualcosa». Come diceva
Will Smith a suo figlio in La ricerca della felicità di Muccino.

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Fonte: iphoneitalia.com
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