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Leggo: Facebook, tutta la verità sul tasto "Non mi piace" che non arriverà mai 
Nicolò La Ferla su nicofranca, 17\09\2015, h. 11.31.

ROMA - Da tempo riceviamo richieste per l?introduzione del tasto Non mi piace e questa volta posso 
dire che ci stiamo lavorando?. Sono bastate due frasi di Mark Zuckerberg in risposta a un quesito 
durante un evento nella sede di Menlo Park per scatenare una valanga di commenti, non solo sul suo 
social, sul presunto arrivo del pollice verso.
Già presunto, perché nonostante un passaparola immediato e il moltiplicarsi di titoli che 
annunciavano appunto l?arrivo del pulsante Non mi piace, quest?ultimo su Facebook non arriverà. 
Forse mai, di sicuro non ora. Tanto che lo stesso Zuckerberg ha aggiustato il tiro, spiegando che 
quel ?siamo a lavoro per accontentare le esigenze dei nostri utenti? non era riferito al tasto 
atteso da tempo, bensì a una nuova opzione che il social network inizierà a testare nelle prossime 
settimane su un numero ristretto di iscritti.

Di cosa si tratta? Di un?opportunità aggiuntiva utile per mostrare il proprio stato d?animo davanti 
a eventi tristi o particolarmente sensibili, dove un like non ha in effetti molto senso. Pensiamo 
al caso di un avvenimento luttuoso, oppure a un disastro naturale, o ancora a tragedie umane, 
situazioni nelle quali chi vuole dimostrare affetto o comprensione non ha modo di farlo. Per 
rimediare a questo arriva quindi un altro pulsante, di cui non si conosce ancora il segno grafico 
ma che servirà appunto per esprimere vicinanza ed empatia con l?accaduto.

A differenza di altre piattaforme note a livello globale come Youtube, dove il dislike è 
disponibile da tempo per commentare ogni tipo di video postato, su Facebook la musica è e sarà 
diversa, anche e soprattutto perché è diverso il target di riferimento. Dopo le resistenze iniziali 
e dinanzi a un successo planetario ogni tipologia di azienda ha capito che in questo tempo storico 
non è possibile fare a meno di uno strumento social come una pagina Facebook. Uno spazio per 
mostrare i prodotti, per veicolare la mission societarie, per interagire e ascoltare le eventuali 
richieste degli utenti/fan. Uno strumento prezioso e gratuito, quindi, ma che diventa a pagamento 
nel momento in cui le stesse aziende comprano spazi pubblicitari del social. In quest?ottica, 
immaginate, cosa penserebbe e come si comporterebbe una società che dopo aver sborsato svariati 
euro si ritrovi con un numero X di giudizi negativi. Un flop a pagamento che nessuno vorrebbe 
correre, e che grazie al veto di Zuckerberg - che più volte ha bloccato le applicazioni di 
sviluppatori pronti a inserire il pollice verso - resta ancora solo un?ipotesi. C?è chi grida alla 
censura, meglio alla limitazione della libertà d?espressione, in questo caso limitata ai commenti 
positivi, ma in nome del business tutto diventa giustificabile.

Vale la pena ricordare, infine, che anche tra i social network c?è chi ha già pensato al tasto Non 
mi piace. L?italiano Facecjoc, il social dei dialetti nostrani che offrendo le stesse opportunità 
di Facebook (caricare immagini, video, scrivere testi, commentare messaggi e status altrui), è nato 
col tasto dislike, tra l?altro apprezzato dagli utenti (conta oltre un milione di iscritti), poiché 
come ha spiegato il fondatore Gianluca De Bortoli, ?finché resta nei giusti binari senza sfociare 
in insulti, non possiamo avere paura del confronto tra le persone, che anzi sono il sale della 
vita, reale e digitale?.
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