2029
"Anno 2029, i robot saranno come noi. Anzi, meglio"
Art. commentato inoltrato da F. Melis su smanettando, 02\03\2014, h. 21.03.

Ray Kurzweil, proprio lui...
Profetizza che verso il 2029 i robot avranno raggiunto capacità umane,
anzi meglio.
E magari, aggiungo io, anche un po' spioncello, al servizio dei soliti
noti, che non bastando lo spionaggio telematico si sarà specializzato
anche per rovistare nei cassetti, fotografare, scansionare e mandare a
chi di dovere...

Da Repubblica del 2 marzo 2014
www.repubblica.it/tecnologia/2014/02/28/news/robot_2029-79881258/?ref=HRERO-1

Non ha dubbi Ray Kurzweil,  66 anni, direttore dell'ingegneria Google e
incaricato dalla U. S. National Academy of Engineering insieme ad altre
17 "menti" di prevedere le sfide tecnologiche del prossimo secolo.
Scommise sul computer che avrebbe battuto un uomo a scacchi e sul
dominio del web
di NICOLA PERILLI

"Anno 2029, i robot saranno come noi. Anzi, meglio"
IL FUTURO ha una data precisa, o almeno quello della robotica: il 2029.
Già, quello sarà l'anno nel quale macchine è umanità si fonderanno, nel
quale anche i robot saranno capaci di leggere le emozioni umane e di
riprodurle, se non anticiparle, di imparare dall'esperienza, di
scherzare, di raccontare storie, addirittura di sorridere. In altre
parole il 2029 segnerà il vantaggio dell'intelligenza artificiale su
quella naturale. A vaticinare questa tecno-superiorità  e Ray Kurzweil,
direttore dell'ingegneria Google e incaricato dalla U. S. National
Academy of Engineering insieme ad altre 17 "menti" di prevedere le sfide
tecnologiche del prossimo secolo (tra gli altri anche Larry Page di
Google e il pioniere del sequenziamento del genoma umano Craig Venter).

In pratica Kurzweil oggi 66enne e futurologo (ha già detto di volersi
far ibernare, per capirci) ma soprattutto guru dell'AI e pioniere
nell'ambito della scansione ottica e dei sistemi di sintesi audio, ha
parlato di post-umanesimo e di umanità aumentata, una realtà dove la
vita digitale e quella reale saranno sempre mischiate, a favore
dell'uomo: "Usiamo la tecnologia per ampliare i nostri orizzonti fisici
e mentali  -  ha spiegato Ray -, sono convinto che entro il 2029 avremo
i mezzi per raggiungere il livello di intelligenza dell'uomo, con
l'ampia flessibilità dell'intelletto umano anche nella sua dimensione
più strettamente emotiva".

Il suo punto di vista non potrebbe essere accantonato come quello di un
profeta qualunque se non fosse per il suo curriculum, Kurzweil è infatto
già noto alle cronache  scientifiche per aver inventato i dispositivi
che hanno cambiato il mondo: il primo scanner piano, il primo programma
per computer in grado di riconoscere un carattere tipografico ed il
primo sintetizzatore "text-to-speech", ma soprattutto non è nuovo nel
tentativo di saper guardare oltre il proprio naso e il proprio tempo,
anticipando con precisione quello che sarà: nel 1990 ha predisse che un
computer avrebbe sconfitto un campione mondiale di scacchi dal 1998,
sbaglio solo di qualche mese visto che ne1997 "Deep Blue" di IBM
sconfisse Garri Kasparov. Non solo allora ci prese in pieno: giurò sulla
futura prominenza del "world wide web" in un momento in cui Internet era
solo una piccola rete si sistema oscura e ingestibile in mano ad alcuni
accademici di Los Angeles.

Ma questo suo immaginare quello che sarà tra 15 anni non si ferma alle
parole perché proprio Google gli assegnato il compito di sviluppare
tecniche e tecnologie per facilitare la comprensione del "linguaggio
naturale" dei robot: "Il mio progetto è proiettato a trovare una
ricerca-base valida a capire realmente cosa significa la parola
linguaggio. Quando si scrive un articolo si sta effettivamente creando
un'interessante raccolta di parole. Il mio obiettivo, in Google, è
quello di trovare un macchina che organizzi ed elabori informazioni
testuali, tramite l'intelligenza artificiale, che derivi dal pensiero o
da qualcosa da dire".

Ed è per mettere nelle mani di Kurzweil i migliori strumenti e
avanguardie possibili per la sua sfida al futuro che nell'ultimo periodo
la società con sede a Mountain View ha fatto spesa: nel suo carrello ci
sono finite società di machine-learning e di robotica, tra cui la
"Boston Dynamics", l'azienda che produce robot militari realistici, poi
sborsando 3,2 miliardi di dollari ha fatto suoi i "laboratori Nest", e
per altri 400 milioni ha incorporato la "DeepMind", esperta di AI ed ha
assunto Geoffrey Hinton, un informatico britannico e leader mondiale
delle reti neurali. A questo punto gli ingredienti affinché quel 2029
non si faccia trovare impreparato di fronte alle aspettative ci sono
tutti. E vengono alla mente le parole di Arthur Clarke, lo scrittore
padre di "2001 Odissea nello spazio" che dopo aver profetizzato nella
sua letteratura il sopravanzamento dei delle macchine rispetto all'uomo
disse: "Possiamo solo sperare che ora ci trattino con benevolenza".
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