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Boom per il telefonino "pro-infedeltà".
da Repubblica del 23\01\2013.

Da Repubblica.

TECNOLOGIA | 23 gennaio 2013

Boom per il telefonino "pro-infedeltà": doppie vite nascoste nei vecchi
cellulari

In Giappone modelli di telefonini ormai superati sono ancora ricercati e
venduti perché in grado di proteggere la privacy meglio degli smartphone. E
aiutano chi ha più di una relazione a mantenere tutto nascosto, grazie a
sistemi operativi proprietari. Mentre le polemiche sui controlli attraverso
le app sono dietro l'angolo

L'AMORE VINCE sulla tecnologia, almeno qualche volta, e per ora specialmente
in Giappone. E soprattutto per una categoria di persone, quelli che
tradiscono abitualmente il partner. E così, gli "antichi" telefoni cellulari
non troppo "smart" resistono all'avanzata di iPhone e Android. Perché nella
terra dei samurai, sono gli unici dispositivi in grado di proteggere i
fedifraghi dall'essere individuati da consorti e mariti. Recentemente,
l'introduzione di una app per Android in grado di tracciare segretamente i
partner aveva provocato un'ondata di proteste per cui era intervenuto
direttamente il ministro dell'Interno giapponese. E il produttore aveva
dovuto modificarne il funzonamento.

Galeotto fu il telefono d'antan. Un vecchio telefono può essere un tesoro
per il fedifrago provetto. Si tratta nello specifico di alcuni modelli
Fujitsu della serie F, ormai tecnologicamente superati, ma dotati di
possibilità di controllo della privacy superiori anche a quelle di
dispositivi di ultima generazione. Questi telefonini in Giappone non a caso
vengono chiamati "uwaki keitai", "telefoni dell'infedeltà". I blogger
Bakanabe e Poza, che scrivono dei loro incontri romantici in forma anonima,
hanno dedicato parole d'amore (vero) per il vecchio ma valido alleato
elettronico. "Ho cercato un modello nuovo, ma nessuno aveva il controllo
sulla privacy di cui avevo bisogno", dice Bakanabe, "e ho quindi scelto di
sostituire batteria e componenti del mio vecchio telefonino
anti-intrusione".

Il profilo "privato" su questi vecchi telefoni Fujitsu funziona in modo
particolarmente raffinato. Prosegue Bakanabe: "Le donne cercano di vedere
cosa succede sul mio telefono quando non ci sono, e con questi telefoni
semplicemente non è possibile. Inoltre, non c'è neanche l'impressione che il
telefono sia bloccato". Semplicemente, con la modalità privata implementata
da Fujitsu, sulla serie F si può attivare un'opzione che relega telefonate,
mail e messaggi di persone specifiche ad un elenco invisibile: chiamate e
sms non appariranno negli elenchi del telefono. Se si riceve una
comunicazione da uno di questi contatti ad indicarlo ci sarà solo una lieve
variazione delle icone della batteria o del segnale ricevuto dal cellulare.
Per disattivare la modalità segreta, serve una combinazione di tasti, che
naturalmente è definibile dall'utente. E così, nel telefono c'è tutta la
doppia o tripla vita dell'utente, ma nessuno potrà mai saperlo. Poza arriva
a dire che non potrebbe fare quello che fa, ovvero cambiare partner senza
che nessuna sappia nulla, con uno smartphone contemporaneo: "Senza il
Fujitsu sarei individuabile", dice il blogger.

La popolarità del "telefonino dell'infedeltà" potrebbe però trasformarsi in
un problema per Fujitsu, che come tutti i grandi produttori sta gradualmente
passando alla produzione di soli smartphone. I vecchi modelli erano prodotti
tutti "in casa" e potevano quindi essere definiti fino nei dettagli hardware
e software. Gli smartphone si affidano invece a piattaforme esterne come
Android, in cui l'intervento del produttore è limitato a poche cose oltre
l'interfaccia grafica. Fujitsu ha introdotto un sistema simile a quello
della vecchia serie F per i suoi smartphone, ma non sembrano incontrare il
favore del pubblico perché richiedono un profilo utente apposito per l'app.
La grande azienda giapponese ha però fatto sapere che i lavori per ricreare
qualcosa di simile alla serie F nei nuovi smartphone sono in corso. Ci sono
già molte app negli store come Cate per Android e a breve per iOS che
permettono di fare più o meno quello che facevano i vecchi Fujitsu, ma si
tratta di soluzioni terze che non sempre incontrano il favore degli utenti:
quelle native nel sistema operativo sono preferibili. Per ora quindi i
focosi amanti giapponesi si tengono stretti i loro vecchi cellulari, che per
inciso non sono disponibili fuori dal mercato giapponese. E chissà quando un
aggiornamento della gamma attuale potrà spezzare l'unica vera fedeltà a loro
riconoscibile: quella al telefonino.

Quando è troppo, è troppo. La gelosia fa parte di molte relazioni, ma in
Giappone la tecnologia ha potenziato fino all'eccesso le potenzialità di
spionaggio da parte degli amanti dubbiosi della fedeltà del partner,
scatenando la protesta dei mariti monitorati, e addirittura, l'intervento
del Ministro delle comunicazioni.

Un'applicazione chiamata Kare Log, lanciata a fine agosto in Giappone, era
pensata in particolare per le signore giapponesi, e serviva proprio a
questo: a tenere traccia di tutti i movimenti del marito o compagno, per una
cifra tutto sommato modesta.

Con un canone mensile di poco meno di 5 euro, si veniva informati sulla
posizione geografica del telefonino in uso al boyfriend e sulla carica
rimasta nella batteria del cellulare; spendendo qualcosa in più, diciotto
euro, si aveva diritto al piano “platino”: non semplice geolocalizzazione,
ma anche accesso alla lista di tutte le chiamate in entrata e in uscita.

Frotte di donne gelose non dovevano stare aspettando altro: nelle prime
dieci settimane, quelli della società Manuscript di Tokyo, che hanno
sviluppato il software, hanno visto il grafico dei download impennarsi fino
a raggiungere quota 24.000 scaricamenti. Non hanno però avuto molto tempo
per gioire, perché, assieme al successo, sono arrivati quasi subito i
problemi.

Non solo perché la società di sicurezza McAfee ha etichettato dopo pochi
giorni dal lancio, il programma fra quelli “potenzialmente sgraditi”,
sottolineando come Kare Log, non segnalando in alcun modo la sua presenza
nello smartphone , potesse essere installato all'insaputa del possessore,
rappresentando un indubbio rischio per la privacy. Inoltre, secondo quanto
racconta il Mainichi Daily News, nelle prime ventiquattro ore dal lancio,
l'applicazione aveva già scatenato l'indignazione di almeno 30 persone che
avevano inviato email di protesta alla società.

“Eravamo ancora un'azienda pressoché sconosciuta – ha dichiarato il
presidente di Manuscript, Yoshinori Miura – così ho pensato che avremmo
potuto richiamare l'attenzione concentrandoci sul lancio di programmi contro
il tradimento, ma ci siamo spinti troppo oltre. Non pensavo che avremmo
ricevuto così tante critiche”. Email a parte, alla società sono arrivate
tantissime telefonate e la protesta da parte dei partner messi sotto
controllo è montata anche su Twitter. A un certo punto, persino il Ministro
delle comunicazioni giapponese

ha sentito il bisogno di intervenire, spiegano che “il consenso di un
individuo al monitoraggio è molto importante. Il modo con cui Kare Log è
stato pubblicizzato poteva dar adito a problemi”.

Alla fine, Manuscript è stata costretta a correggere il tiro, rilasciando
una nuova versione dell'applicazione. Ora il software segnala sempre la
propria presenza tramite un'icona sul display del cellulare e non invia più
la lista della chiamata a numeri esterni. E per accedere al registro dei
dati monitorati occorre una password. Il nuovo servizio è stato
riposizionato sul mercato come "un programma di localizzazione per
innamorati", per quei piccioncini che proprio non possono fare a meno di
sapere dove si trova la loro dolce metà, ad ogni istante. Che meraviglia.

—Miho Inada contributed to this article.
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