enigma
L'enigmista che svela ai lettori il suo male nascondendolo tra le righe di un cruciverba
Art. inviato in privato da Donato Taddei, 13\01\2013, h. 19.01.

LA STORIA
L'enigmista che svela ai lettori il suo male nascondendolo tra le righe di un cruciverba
L'annuncio dato dal reverendo John Graham autore dei «giochi» per il «Guardian»
LONDRA - Non c'era altro modo di comunicarlo, per un enigmista distinto al punto di ricevere un Mbe 
(membro dell'impero britannico) per servizi resi alla stampa dalla Regina nel 2005. Ha messo 
un'introduzione, enigmatica anche questa, al suo cruciverba di venerdì: «Araucaria ha il 18 
verticale del 19, che sarà trattato con 13 15».
Un mistero degno delle parole crociate delle quali è maestro, definizioni geniali da cui, per la 
prima volta in mezzo secolo, il suo pubblico di fedelissimi non ha tratto alcun piacere. Araucaria 
- nome d'arte del Reverendo John Graham, 91 anni, autore dei cruciverba del Guardian, del Financial 
Times e di una mezza dozzina di riviste enigmistiche - ha il cancro all'esofago. Le cure alle quali 
si sta sottoponendo sono palliative. Terapia del dolore, insomma, e niente più.
Per Graham si avvicina la fine. «Mi è sembrato molto naturale annunciarlo con un cruciverba», ha 
spiegato. Voleva condividere la diagnosi con i suoi seguaci, perché dopotutto è questa l'arte 
dell'enigmista: trasmettere idee o messaggi criptati ai lettori, 0aggiungendo alla bellezza pura 
dell'incastro verbale il brivido della scoperta. «A volte inizio con una parola di cui mi piace il 
suono, a volte con una scena che mi ha colpito», aveva spiegato qualche mese fa agli appassionati 
che avevano fatto la fila al Guardian per sentirlo parlare e per farsi autografare una sua griglia 
di quadratini bianchi e neri. Questa volta da raccontare c'era il tumore e allora ecco un 
cruciverba con risposte come «infermiera», «stetoscopio», «endoscopia». «Non ci ho messo tanto a 
comporlo, mi è venuto facilmente», ha spiegato al Guardian , che ieri ha messo la sua storia in 
prima pagina. «Non credo che ne parlerò ancora, non c'è nient'altro da dire».
È fatto così quest'uomo tranquillo e brillante che dalla sua casa di Somersham, nel Cambridgeshire, 
costruisce rebus verbali dal luglio del 1958, nascondendosi inizialmente dietro l'anonimato e dal 
1970 in poi con un pseudonimo che in Inghilterra «nessuno sa pronunciare o scrivere».
Finché può, intende andare avanti. «Qualcuno dovrà avvisarmi se la qualità comincia a calare, ma 
non ho intenzione di smettere». Dopotutto, aggiunge, è da mezza vita che non fa altro. E non c'è 
ragione di rammaricarsi o commiserarsi. È sollevato di non doversi sottoporre a un intervento o 
alla chemioterapia, «due opzioni che grazie al cielo sono state escluse». Ha chiesto ai medici 
quanto durerà. «Non lo sanno, non posso saperlo. Mi hanno detto che saranno anni e anni o 
potrebbero esserci ancora diversi mesi».
Attraverso il Guardian Graham ha voluto ringraziare i tanti appassionati ce gli hanno scritto e 
telefonato. «Un vero e proprio diluvio di bigliettini», ha sottolineato, «ai quali non posso 
rispondere individualmente». Il suo lavoro, ha assicurato, gli ha fatto trascorrere ore 
meravigliose. Quando la morte arriverà lo troverà felice e soddisfatto. Al suo pubblico lascerà la 
memoria di tanti momenti preziosi, si legge sui messaggi lasciati sul sito del Guardian . «Per 
tanti anni mia moglie ed io abbiamo tratto grande piacere dal decifrare le misteriose acrobazie 
verbali del signor Graham», ha scritto RN Smith, da Birmingham. «Il grido di "ti abbiamo battuto 
signor Graham", quando riuscivamo a completare uno dei suoi cruciverba, mi suona ancora nelle 
orecchie. Oggi mia moglie non c'è più e alla fine del cruciverba di venerdì ho potuto dire solo 
"Dio ti benedica, signor Graham". Grazie per le parole crociate e per i bellissimi ricordi di mia 
moglie che mi ha regalato».
Paola De Carolis
13 gennaio 2013 | 9:49
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