dna
Nel Dna la biblioteca del futuro
Da Repubblica del 23 gennaio 2013

Sensazionale scoperta in Gran Bretagna.
www.repubblica.it/scienze/2013/01/23/news/dna_libri-51155700/?ref=HRERO-1

I ricercatori sono riusciti a registrare nella doppia elica i 154
sonetti di Shakespeare, il discorso "I have a dream" di Martin Luther
King, un articolo scientifico e una foto ad alta risoluzione. Recuperare
i dati non è semplice, ma sulla resistenza al passare del tempo ci si
può giurare.
di ELENA DUSI

Nel Dna la biblioteca del futuro
La biblioteca che non ti aspetti contiene tutto Shakespeare in una punta
di spillo. Una tazza da tè raccoglie 100 miliardi di ore di video ad
alta qualità. Mentre la carta resiste poche decine di anni e i supporti
digitali faticano a raggiungere i dieci, il nuovo metodo di
catalogazione promette di essere ancora vivo fra centomila anni. La
tecnica è "nuova" perché gli uomini hanno appena imparato a usarla. La
natura in realtà l'ha messa a punto circa tre miliardi di anni fa. La
doppia elica del Dna, che nello spazio di un paio di nanometri raccoglie
tutte le istruzioni per far sviluppare un essere vivente, da oggi può
diventare anche il magazzino del sapere dell'umanità. Un gruppo di
biologi europei è riuscito per il momento a registrarvi i 154 sonetti di
Shakespeare, il discorso del 1963 "I have a dream" di Martin Luther
King, l'articolo scientifico con cui Watson e Crick nel 1953 descrissero
la forma a doppia elica della molecola della vita e una foto ad alta
risoluzione dell'European Bioinformatics Institute di Hinxton, in Gran
Bretagna, dove si è svolta l'impresa.
A dimostrazione che il metodo è facile da usare e può essere esteso a
tutto il sapere umano, i ricercatori hanno spedito la provetta con il
Dna-biblioteca negli Stati Uniti e poi in Germania. Qui altri biologi
ignari del contenuto sono riusciti a leggere Shakespeare e ascoltare
King con un'accuratezza del cento per cento. "Sappiamo già quanto il Dna
sia efficiente nel conservare informazioni. L'abbiamo estratto da resti
di mammut vecchi decine di migliaia di anni e siamo riusciti a leggerlo"
spiega Nick Goldman, il capo del progetto che oggi viene raccontato su
Nature. "È anche un materiale piccolo, denso, non ha bisogno di
elettricità per essere conservato e può essere spedito ovunque senza
difficoltà".
I file trascritti nella molecola della vita, pari a 739 kilobyte, sono
stati scaricati da internet nei formati più vari: testo, pdf, mp3 e
jpeg. Il codice binario usato dai computer è stato tradotto nel codice a
quattro basi caratteristico del Dna. Poi un apparecchio realizzato da
un'industria biotech californiana ha "stampato" la sequenza di basi,
raccogliendo una polverina di Dna appena visibile sul fondo di una
provetta. Un'altra macchina capace di leggere la doppia elica ha
ritradotto la lingua del codice della vita in parole, immagini e suoni.
Il progresso delle tecnologie capaci di manipolare la doppia elica in
tempi sempre più rapidi e a costi sempre più ragionevoli è stata la vera
chiave di volta di questo esperimento.
L'informazione digitale prodotta fino a oggi nel mondo - si stima - ha
toccato i 3 zettabyte (3mila miliardi di miliardi di byte) ed è in
continua crescita. Conservare questi dati su disco ha un costo, perché
richiede elettricità, sistemi di raffreddamento e continui trasferimenti
man mano che i linguaggi informatici diventano obsoleti. I grandi
progetti scientifici (come la ricerca del bosone di Higgs al Cern di
Ginevra o gli studi di medicina che richiedono la lettura completa del
codice genetico degli individui) a volte adottano sistemi di
conservazione dei dati su nastro magnetico. Ma anche in questo caso il
periodo di vita degli archivi raggiunge al massimo i dieci anni. Il Dna
- sostengono gli autori di questo esperimento - potrà diventare fra un
decennio un sistema economico ed efficiente per stivare le informazioni.
Il recupero dei dati non è semplicissimo, e richiede apparecchi biotech
che per il momento solo ospedali e centri di ricerca hanno a
disposizione. La lettura di Shakespeare e King partendo dalla provetta,
ad esempio, ha richiesto due settimane. Per il momento la biblioteca
sotto forma di Dna sarebbe adatta solo per ciò che viene usato
raramente. Ma sulla sua capacità di resistere al tempo, possiamo stare
tranquilli. Le biblioteche che mimano il codice della vita avranno
scritto su ogni provetta "Conservare in un luogo fresco, asciutto. E
lasciare tranquilla per le generazioni a venire".
(23 gennaio 2013)
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