La Fontana del Nettuno

Enrico Barberi scultore bolognese, tra la Fontana del Nettuno e il monumento funebre Cavazza
Lucilla Boschi

In occasione della fine dei restauri alla fontana del Nettuno, Fondazione Carisbo e Genus Bononiae hanno realizzato presso Santa Maria della Vita la mostra Il Nettuno: architetto delle acque. Il Nettuno: architetto delle acque - manifesto mostra

Bologna, l’acqua per la città tra Medioevo e Rinascimento, a cura di Francesco Ceccarelli ed Emanuela Ferretti, ove si è reso omaggio alla Fontana del Nettuno, uno dei simboli più amati della Città di Bologna. Tale mostra è stata affiancata dall’esposizione dal titolo Enrico Barberi e la fontana del Nettuno. Il fondo di disegni delle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, a cura di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli, presso la Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale. Qui è stata messa in mostra una selezione di disegni dello scultore bolognese, datati tra il 1895 e il 1915, in gran parte schizzi e fogli di taccuino tra i quali spicca la ricerca, durata più di vent’anni, che Barberi dedicò alla Fontana del Nettuno. Tomba Cavazza Certosa di Bologna - www.panopticondibologna.it/ foto di Paolo Vegetti

La mostra è accompagnata dal Quaderno di San Giorgio in Poggiale n. 3, edito da BUP, dove è pubblicata una ricca selezione del materiale esposto, in larga parte finora inedito. (Cfr. Benedetta Basevi e Mirko Nottoli (a cura di), Enrico Barberi e la fontana del Nettuno, Bononia University Press, Bologna 2018.). Enrico Barberi fu uno dei grandi scultori a cavallo tra Otto e Novecento, descritto da Panzacchi come “meditativo e scrupoloso”. In Certosa eseguì capolavori di grande impatto emotivo come le tombe Bisteghi (1891), Cavazza (1893) e Borghi Mamo (1894), nella Galleria degli Angeli.

Sepolcro Bisteghi Certosa di Bologna - Galleria degli AngeliIn particolare, la Tomba Cavazza vide rinforzarsi la collaborazione tra Enrico Barberi e Alfredo Tartarini: se altrove era prassi cheTartarini si dedicasse solo ai motivi ornamentali, nella Tomba Cavazza il lavoro venne diviso a metà tra i due scultori: al Tartarini spettò la parte del basamento e del sarcofago splendidamente decorato con l’invenzione del tappeto marmoreo e al Barberi il Crocifisso sovrastante. La famiglia Cavazza era committente fedele per Alfredo Tartarini, il quale doveva avere un rapporto di stima e amicizia con il conte Francesco, protagonista assieme ad Alfonso Rubbiani delle iniziative promosse dalla società Aemilia ars. (Cfr. Beatrice Buscaroli e Roberto Martorelli (a cura di), Luce sulle Tenebre. Tesori preziosi e nascosti della Certosa di Bologna, Bononia University Press, Bologna 2010).

 

 

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