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Maddalena Piangente

Autore: 

Ercole de' Roberti (Ferrara 1450 ca. - Bologna 1496)

Datazione: 

1475 - 1485

Collocazione attuale: 

Pinacoteca Nazionale di Bologna; Provenienza: San Pietro, Cappella Garganelli

Tecnica e dimensioni dell'opera originale: 

Affresco (staccato)

Soggetto iconografico: 

Il tema iconografico originario, da cui proviene il frammento di Maria Maddalena, è la crocifissione, di cui resta questo unico stacco superstite, proveniente dalla Cappella Garganelli della chiesa di San Pietro a Bologna, rappresentante Maddalena piangente. L'opera è di Ercole de'Roberti, artista ferrarese che realizzò il dipinto tra il 1475 e il 1485 circa.

Descrizione dell’opera: 

Cliccando si ingrandisce il dipinto della Maddalena Cliccando si ingrandisce il rilievo della Maddalena

Domina la scena il volto drammatico di Maddalena che, negli archi sopraccigliari, negli occhi schiusi al pianto, nei lineamenti regolari e provati dalla sofferenza e nella bocca aperta a un grido idealmente soffocato, è compresenza di compostezza classica ed espressionismo tragico. L'affresco, maturato in una fase difficile della vita dell'artista colto da crisi religiosa, testimonia l'umanizzazione ormai sopraggiunta di temi sacri e iconografie cristologiche fino al XIII secolo considerate rappresentazioni cultuali e ieratiche del Divino, e solo dal tardo Duecento in poi trasformate in immagini devozionali, struggenti ed emozionali, poichè espressione di un terreno sentire e patire. Viso, collo e spalle di Maddalena sono rappresentati di tre quarti, ne risulta uno scorcio prospettico che permette comunque una lettura completa della fisionomia della mistica.

I lineamenti del volto, muovendo dalla lettura della testa, di cui si percepisce solo la forma della fronte, poiché calotta cranica e capelli sono andati perduti, sono regolari, e riflettono l’appartenenza dell’artista a un canone estetico rinascimentale, fatto di citazione della bellezza classica ma anche di convinta adesione all’espressività e alla sensualità femminea, dato, questo, nettamente moderno e propriamente quattrocentesco, poiché è in questa seconda metà del secolo che artisti autonomi come Ercole de’Roberti, interpretano la presenza fisica e metafisica, etica e sensibile del Sacro. Nel rispetto di una rivalutazione della conoscenza esperienziale, sensi e intelletto dimorano nell’arte, a conciliare sublime e umano, quali elementi complementari e non scissi nell’esperienza mistica. In prossimità della fronte e degli archi sopraccigliari compare una distensione quasi classica, distensione e compostezza espressiva che gradualmente vanno trasformandosi in tensione crescente, laddove i lineamenti tirati dei muscoli facciali, delle guance e del mento, affilano il naso ed evidenziano l’espressione dolente del viso, ritraendolo quale specchio di un’anima spezzata dalla tragedia e dalla vista del deicidio.

Ed è proprio il contrasto risolto in armonica fusione stilistica, tra una dignità che coincide con la bellezza e un realismo evidente nelle labbra spalancate che lasciano intravedere dentatura e lingua mimeticamente descritte, in una  cavità orale  Cliccando si ingrandisce il il particolare della bocca  della Maddalena dipinta e in rilievo metafora della voragine di dolore, a tradire l'ambivalenza formale e contenutistica di questo frammento pittorico. L'incarnato, scaldato da un rossore provocato dall'emozione, da una condizione interiore in cui concitazione e paralisi coincidono, svela segni di espressione intorno agli  occhi gonfi, illividiti  Cliccando si ingrandisce il il particolare degli occhi della Maddalena dipinta e in rilievoper il lungo pianto, da essi stillano lacrime che per trasparenza, sulle gote diventano schegge di luce. L’apice della drammaticità si coglie quindi negli occhi e nella bocca, che diventano punti di massima concentrazione dell'espressività. Il naso regolare e sottile della giovane donna immette nel volto un valore armonico che induce a sentire questo dipinto come un esempio di appartenenza della pittura di Ercole de' Roberti alle correnti classiciste del Quattrocento, e a individuare la propensione dell'artista all'assimilazione e reinterpretazione dell'asprezza stilistica della scuola ferrarese di Cosmé Tura e Francesco del Cossa. I sottili capelli di Maddalena, scomposti sulle tempie e in parte sciolti, si confondono con panneggi velati, retrostanti al volto. Linee essenziali, generate da un segno netto e risoluto, traducono i volumi plastici in valori spaziali, sottolineando i passaggi dal viso al collo e dal collo alle spalle, senza soluzione di continuità e con spontanea sintesi.

Realismo e trasfigurazione si configurano come un contrasto struggente e potentissimo. L’iniziale, intuibile freschezza dell’epidermide del giovane volto di Maddalena non è più percepibile, come tale, in prossimità degli occhi gonfi e quasi tumefatti dal pianto che, diversamente dal resto del volto approntato alla compostezza nella fronte e nelle guance, nelle palpebre abbassate, nelle profonde occhiaie, nelle ciglia bagnate, rivela una stanchezza che ha duramente provato la donna, senza per questo sottrarla a un’innata bellezza. Qui il dolore non deturpa, ma segna e nobilita le sembianze umane, senza per questo sottrarre la donna a un destino fatto di dolore fisico e di pura bellezza, equivalenti entrambi di inclinazione mistica e profonda sacralità.

Contatti

Contatti:
Tel: +39 051.33.20.90 Fax: +39 051.33.26.09

Mail: istituto@cavazza.it
 

Orari di apertura al pubblico:
venerdì dalle ore 9:00 alle ore 18:00
sabato dalle ore 9:00 alle ore 13:30

Per visite guidate, attività didattiche e consulenze
è richiesta la prenotazione.

Curatrice del museo:

dott.ssa Loretta Secchi

loretta.secchi@cavazza.it

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